“Il nostro è un Paese molto fragile, con una lunga storia di violenti terremoti, e proprio in questi giorni il sisma è tornato a farsi sentire in Toscana, in Molise, a Lampedusa. Oggi in Italia abbiamo sette ricostruzioni in corso, il Centro Italia, l’Abruzzo, Ischia, Catania, il Molise, il Mugello, e l’Emilia, ciascuna con la sua governance, regole e procedure differenti, che creano un’evidente disparità di trattamento tra cittadini colpiti dalla stessa calamità.
Non possiamo sapere quando arriverà un altro forte terremoto, ma è certo che accadrà. E non possiamo farci trovare impreparati. Per questo dobbiamo arrivare subito ad un unico Codice nazionale per le ricostruzioni, che ne stabilisca modalità di gestione e procedure, con una regia centrale”.
Lo ha detto il Commissario Straordinario di Governo per la ricostruzione post sisma 2016 in Italia Centrale, Giovanni Legnini (nella foto), intervenendo oggi al webinar Ricostruire in Sicurezza organizzato nell’ambito dell’Earth Technology Expo di Firenze.
“A gennaio 2022 il Governo, raccogliendo anche il contributo del Commissario Sisma, del Dipartimento Casa Italia e del Dipartimento della Protezione Civile, ha varato una legge delega per l’adozione di questo Codice, con la creazione di un apposito Dipartimento delle Ricostruzioni a Palazzo Chigi. A quattro mesi di distanza, purtroppo, la legge delega non è ancora stata incardinata in Parlamento, e si restringe sempre di più il tempo utile per varare i provvedimenti attuativi entro la fine della legislatura. Vorrei dunque rivolgere un forte appello al Governo, al Parlamento, a tutti i soggetti istituzionali, così come alla società civile, perché questo provvedimento trovi attuazione subito, senza ulteriori ritardi.
Una struttura centrale per la gestione operativa delle ricostruzioni, dotata di un contingente di personale professionalmente molto qualificato, che si è formato nella gestione di queste operazioni in questi anni drammatici, è essenziale per fornire risposte omogenee, valide ed efficaci, anche a tutela spesa pubblica” ha detto Legnini.
“Dal 1968, anno del terremoto del Belice, ad oggi, l’esborso a carico dello Stato per la ricostruzione degli immobili danneggiati – ha aggiunto il Commissario – è stato enorme. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, sulla base degli atti parlamentari, calcolava nel 2014 un costo complessivo di 121 miliardi di euro. Questa somma, rivalutata ai prezzi correnti, è pari a 159 miliardi di euro, cui si devono aggiungere almeno 27 miliardi di euro per i danni causati dal sisma del Centro Italia del 2016, ed altri 5 miliardi dovuti ai maggiori costi del sisma del 2009. In totale, a prezzi correnti, sono 191 miliardi di euro di danni in 54 anni.
La spesa effettiva sostenuta fino a questo momento è stata di 165 miliardi di euro, ovvero di 3 miliardi di euro l’anno.
L’altro elemento di riflessione che ci consegnano questi dati è l’esigenza, non più differibile, di intervenire concretamente per la prevenzione del rischio sismico. Occorre un piano nazionale che indichi gli strumenti e le priorità di azione. Le detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie, oggi concentrate sull’efficientamento energetico, potrebbero essere riorientate per favorire il miglioramento sismico degli edifici almeno nelle zone del Paese che sono a maggior rischio”.