“Giorgio Napolitano, mentre era ministro dell’Interno, non ha imposto né poteva imporre alcun segreto su alcun documento con dichiarazioni del ‘collaboratore di giustizia’ Carmine Schiavone. È fuorviante e privo di qualsiasi fondamento ascrivere a responsabilità dell’allora titolare del Viminale eventuali vincoli di segretezza su atti che all’epoca costituivano parte integrante di indagini giudiziarie in corso”. È la secca risposta del Quirinale a quanto Schiavone ha sostenuto in un’intervista rilasciata al settimanale tedesco “Der Spiegel”. L’ex figura di primo piano della camorra attribuisce all’attuale capo dello Stato (da lui chiamato in causa con l’appellativo di Re Giorgio), che fu ministro dell’Interno nel primo governo Prodi, la decisione di secretare la testimonianza offerta da Schiavone ai funzionari dell’antimafia negli anni ’90 in merito al traffico di rifiuti tossici in Campania, nell’area poi ribattezzata “Terra dei fuochi”.