“Continua la campagna di mistificazione nei confronti delle attivita’ promosse dalla Regione per il rilancio della Campania. Stavolta si fanno passare i finanziamenti destinati al marketing territoriale (Pac III) per fondi destinati a interventi ambientali, come se fossero stati sottratti a un inesistente capitolo ‘Terra dei fuochi’. Come se si fossero stati preferiti alcuni eventi, al dramma che invece concretamente si sta affrontando a cominciare dall’eliminazione delle ecoballe. Quello che esiste invece e’ il titolo “Piano Terra dei Fuochi” riferito alla partecipazione della Campania all’Expo 2015″.

Cosi’ una nota diffusa dall’Ufficio stampa della Regione Campania in merito alla polemica innescata dal consigliere del Gruppo Caldoro presidente, Massimo Grimaldi, da cui e’ scaturita la decisione del forzista Giampiero Zinzi (che guida la Commissione speciale sulla Terra dei Fuochi) di convocare lo stesso De Luca e i vertici di Sviluppo Campania. La nota di Palazzo Santa Lucia sottolinea che “all’esposizione universale, recuperata in extremis altrimenti si sarebbero persi non solo fondi, ma anche la possibilita’ di sconfessare in modo scientifico e in una vetrina internazionale i pregiudizi di anni di aggressioni mediatiche contro la ‘buona terra’, la Campania ha portato la propria cultura, i propri monumenti, l’orgoglio della dieta mediterranea e per la prima volta i dati ufficiali che demoliscono la campagna denigratoria sui prodotti alimentari scaturita dalla cattiva gestione dell’emergenza rifiuti iniziata 15 anni fa”.

Si ricorda poi che “per l’Expo, la precedente amministrazione aveva stanziato ben sei milioni di euro. L’attuale amministrazione ha risparmiato 3,2 milioni. La cifra residua, come previsto dall’avviso ‘Arte e cultura per follow up Expo 2015′, e’ stata destinata con bando e prevedendone la rendicontazione, ai cinque comuni capoluoghi della regione come prosecuzione in loco della strategia Expo. Ogni singolo capoluogo, compreso Napoli presente all’Expo anche con specifiche promozioni del Teatro San Carlo e del Museo Madre – conclude la nota – ha potuto e puo’ utilizzare quota parte la cifra risparmiata, per promuovere il proprio territorio”.