Apre sulla legge speciale per bonificare la cosiddetta “terra dei fuochi”, il triangolo delle discariche e dei roghi tossoci che avvelena i comuni a Nord di Napoli fino a Caserta. Ma, nel frattempo, il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, chiede almeno tre cose: un intervento speciale sul fronte repressivo, anche inasprendo le sanzioni e le pene, una mappatura delle aree a rischio e un registro delle patologie di quell’area. Perché, spiega, “bisogna agire sulla base dei numeri e non dell’emotività”.
Ministro, è d’accordo sull’ipotesi di una legge speciale per bonificare la “Terra dei Fuochi”?
“Io penso che una legge organica per l’intervento in quell’area sia auspicabile. Il rischio che arrivi un po’ troppo tardi. E nel frattempo ci sono tutta una serie di provvedimenti che si possono ancora assumere e sui quali il governo sta lavorando”.
Che cosa si può fare nell’immediato in attesa della legge? Può fare qualche esempio concreto?
Si può in primo luogo rafforzare l’intervento repressivo. E’ indubbio che ci siano stati alcuni progressi negli ultimi mesi sui numeri, abbiamo una riduzione del 40 per cento dei roghi. Ma non sono progressi sufficienti. Siamo in presenza di un fenomeno che conta ancora 600-700 fuochi, una cosa inaccettabile. Occorre un maggiore coordinamento fra le forze dell’ordine. Ma pensiamo anche a interventi speciali dal punto di vista della repressione del fenomeno”.
Nel frattempo, però, sta crescendo la preoccupazione sui prodotti coltivati in quelle aree. Allarme giustificato?
“Ho già scritto al ministro dell’Agricoltura chiedendo che ci sia una classificazione dei suoli. E’ giusto sapere dove i terreno sono già contaminati e dove, invece, la situazione è del tutto sotto controllo. Non credo che sia utile aggiungere il danno economico a quello che già subiscono queste aree, penalizzando le coltivazioni agricole. Il marchio generico della “terra dei fuochi” rischia di coinvolgere anche aree che non hanno mai avuto problemi dal punto di vista dell’inquinamento ambientale”.
Ma cresce, però, in quelle aree il numero dei tumori è molto più elevato rispetto ad altre aree del Paese. Come intervenire?
“Ho scritto al ministro della Sanità, Lorenzin, affinchè si estenda al registro delle patologie anche la provincia di Napoli. Dobbiamo quantificarlo e non lasciarlo in mano all’emotività. Occorre avere un quadro certo, agire con i numeri e non sulla base dell’emotività. E, questo, non per ridimensionare il fenomeno. Occorre rassicurare quando ce ne sono le condizioni ma anche intervenire laddove esistono giustificati elementi di allarme”.
Antonio Troise