Nella Terra dei Fuochi “su un totale di 1.076 km quadrati di terreni mappati in 57 comuni, le aree ritenute sospette rappresentano soltanto il 2%, per un totale di 21,5 km quadrati”. E’ quanto emerge da un’indagine compiuta dal ministero delle Politiche agricole. Sono 51 i siti per i quali risultano prioritarie misure di salvaguardia per garantire la sicurezza della produzione agroalimentare, un totale di 64 ettari di suolo agricolo.
Quello della Terra dei Fuochi è un problema che il governo sta “affrontando a tutto tondo”, per garantire contemporaneamente la tutela della salute e della produzione agricola di quei territori: ha assicurato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenendo in conferenza stampa a Palazzo Chigi in occasione della presentazione dei risultati della prima mappatura del territorio e della firma del decreto interministeriale che darà il via ad ulteriori analisi nei terreni a rischio della Terra dei fuochi.
“Abbiamo già avviato lo screening di massa sui territori con l’obiettivo di dare certezza e sicurezza alla popolazione, con la collaborazione della regione Campania e Iss, con 50 milioni di euro stanziati”, ha sottolineato Lorenzin, aggiungendo: Stiamo affrontando a tutto tondo il problema, oggi stiamo lavorando in specifico sul lato alimentare. L’obiettivo è dare certezza agli abitanti sulle loro condizioni di salute e sugli alimenti che mangiano ma anche non scoraggiare l’uso e la commercializzazione dei prodotti della Campania, che ha una gamma di prodotti di altissima qualità per l’Italia e per l’Italia nel mondo”. E pr raggiungere questi obiettivi – ha concluso Lorenzin – “stiamo facendo lavorare in sinergia i ministeri interessati”.
“La mission di questo Governo e’ il recupero della Terra dei fuochi in tempi brevi, compatibilmente con la situazione e senza creare illusioni, a beneficio dei cittadini che abitano in quelle zone”. A evidenziarlo il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, durante la presentazione a Palazzo Chigi dei risultati delle indagini tecniche per la mappatura dei terreni destinati all’agricoltura della Regione Campania. Secondo il ministro si tratta di “un buon lavoro dal punto di vista dell’ambiente, della sanita’ e dell’agricoltura e dal punto di vista politico: tre ministri che potrebbero avere interessi confliggenti in poco tempo hanno trovato un’identita’ unica molto forte.
Il decreto interministeriale sulla Terra dei fuochi firmato oggi a palazzo Chigi dal ministro delle Politiche forestale, dal ministro della Salute e dal ministro dell’Ambiente stabilisce che sui territori individuati vengano condotte ulteriori analisi per determinare, entro 90 giorni, i terreni no food e quelli con limiti alla produzione e vendita di ortofrutticoli, nelle more sarà comunque vietata la vendita dei prodotti ortofrutticoli nelle aree a rischio. Dai risultati della mappatura nei 57 comuni della terra dei fuochi risulta che solo il 2% di “aree sospette” mentre “per il 98% dei terreni allo stato delle informazioni attuali non esistono elementi per definire un rischio di prima fascia”, ha spiegato il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, sottolineato che è stato elaborato sulla base dei dati raccolti un modello scientifico che prevede diverse fasce di classificazione del rischio.
Sui terreni individuati saranno ora condotte ulteriori analisi a partire da quelli classificati a maggior rischio ed “entro 90 giorni il decreto interministeriale firmato oggi prevede che vengano effettuate indagini dirette a indicare i terreni no food, e quindi interdetti alla produzione alimentare, i terreni invece destinati solo a colure diverse dalla produzione agroalimentare in considerazione delle loro capacità fitodepurative e infine i terreni che potranno essere destinati solo a determinate produzioni o prodotti agroalimentari”.
“Le indagini partiranno -ha precisato Martina – da quei terreni in classe di rischio maggiore, comunque nelle more delle indagini è vietata la vendita dei prodotti ortofrutticoli che arrivano nei terreni classificati nelle fasce di rischio da 3 a 5”. Unica possibilità “per vendere le singole colture è che le abbiamo avuto controlli hanno ufficiali con esito favorevole negli ultimi 12 mesi e che siano state sottoposte poi a specifiche indagini analitiche con esito favorevole”, ha spiegato il ministro Martina, sottolineando che si tratta di un “passaggio importante che consente di fare scelte a tutela del cittadino”.economia della Campania una parte produttiva importante, che se viene a mancare provoca inevitabilmente una perdita di redditività”.