Di Laura Bercioux
Cento giorni per cambiare le sorti della Campania. Cento giorni per impiantare nuovi inceneritori quando l’Europa continua a dire “no” a questi “disseminatori” di malattie, cancerogeni e sicuramente non risolutivi per il problema rifiuti. Il ministro dell’Ambiente ha fatto le sue dichiarazioni su una logica che va contro tutte le reali possibilità risolutive, oltre alla bonifica, alla gestione dei rifiuti. Dichiarazioni che lasciano sgomenti e perplessi chi si batte per questo territorio, medici, cittadini, scienziati. A cominciare dal Presidente dell’ISDA, dott. Gaetano Rivezzi, in prima linea con il dott. Marfella e con il prof. Antonio Giordano che, con il suo libro bianco, ha tracciato mappature di nocività sui rifiuti tossici che la camorra ha sversato da oltre 20 anni. Già nel 1977 il prof. Giovan Giacomo Giordano tracciò questa mappa che venne puntualmente ignorata dallo Stato.
La gente continua a morire, ad ammalarsi e non si pubblica la relazione ISPRA, fanno notare gli esperti. Il silenzio assordante delle istituzioni fa riflettere e fa dubitare di una certa “chiarezza” politica: perché gli inceneritori? A chi giova l’inceneritore? Perché non avviare una raccolta, riaprire gli impianti di compostaggio. Al Ministero forse c’è una lobby che ha tutto l’interesse alla costruzione degli inceneritori? Le industrie, soprattutto quelle del Nord, insieme con la camorra, seminarono morte e cancro per almeno tre generazioni. Ad Aversa arriveranno 500 tonnellate di rifiuti da sversare. Silenzio di Stato, soluzioni di Stato inaccettabili, sostengono gli esperti in questa intervista.
Dott. Gaetano Rivezzi, lei è il Presidente Regionale dei Medici per l’Ambiente,associazione scientifica internazionale impegnata sulle correlazioni tra Salute ed Ambiente. Cosa pensa delle dichiarazioni del Ministro dell’ Ambiente relative alle azioni istituzionali da attuare nei prossimi 100 giorni per la problematica della cosiddetta Terra dei Fuochi?
“Le dichiarazioni del Ministro Galletti lasciano sgomenti per l’ approssimazione conoscitiva e tecnico-scientifica che, i suoi consulenti ( funzionari del Ministero?) gli hanno sicuramente illustrato in merito al grave inquinamento territoriale delle Province di Napoli e Caserta e alla mediocre e irrilevante risposta istituzionale”.
Il Ministro afferma che è necessaria la partecipazione dei cittadini
“Sono passati 9 mesi ( quasi quanto una gravidanza) dal giorno dei centomila di Napoli in piazza Plebiscito, dei 60 mila a Caivano e dei 15 mila della Provincia di Caserta che hanno chiesto a gran voce di fermare l’inquinamento. E il ministro pensa invece ad aumentare ancora l’impatto ambientale con impianti di incenerimento, lasciando la libertà di smaltire o di far bruciare, nella piena illegalità ed evasione fiscale, ancora rifiuti industriali pericolosissimi. Siamo al culmine di sopportazione di un inquinamento che si aggiunge ad anni di veleni che hanno straziato il nostro meraviglioso territorio e calpestano il diritto dei nostri figli a vivere dignitosamente”.
Gli inceneritori, da qualche tempo, sono bocciati dall’Europa e quelli in essere sono da voi ritenuti “fuorilegge” e ancora inquinanti. La soluzione è quella degli impianti virtuosi nell’ottica della sostenibilità ambientale.
“Sì. Innanzitutto ribadiamo con documenti scientifici inconfutabili, che la combustione dei rifiuti, in qualsiasi modo avvenga, è molto dannosa per la Salute sia in forma acuta che cronica E’ solo attuando la massima sostenibilità ambientale in Campania che l’ Italia può riacquistare dignità su queste tematiche che hanno visto purtroppo scandali , sperperi e miopia scientifica. Le contraddizioni sono tante:
- A) impianti di compostaggio per chiudere il ciclo della raccolta dell’ umido: in Campania, su 8 previsti già 10 anni fa, solo un paio sono aperti. Il colmo del menefreghismo economico è per quello di San Tammaro, bellissimo,costruito da oltre 7 anni, certificato nuovamente idoneo il 30 Aprile 2013 e prossimo all’apertura già 3 o 4 volte dall’ assessore Regionale, mai entrato in funzione! Eppure servirebbe alla raccolta di tutta la Provincia di Caserta ed eviterebbe di spendere i 200 euro a tonnellata pagati dai 104 Comuni casertani per l’ invio di scarti vegetali addirittura a Catania o a Verona.
- B) Sapete quanti sono gli impianti per lo smaltimento di rifiuti industriali o per lo smaltimento di rifiuti ospedalieri: ZERO. Abbiamo invece discariche di sversamento e abbandono illegale di rifiuti di tutti i generi : più di CINQUEMILA.
- C) La Campania ha deliberato l’importazione di 500 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno dalla Calabria che serviranno come combustibile al mega-inceneritore di Acerra di cui è bene ricordare la potenza di carico 600.000 tonnellate, quasi come sette inceneritori dell’ Emilia Romagna”.
Voi proponete, già da molti anni, un confronto scientifico sulla correlazione fra inquinamento dell’ambiente e salute.
“Noi sosteniamo da anni che l’aumentato rischio di patologie in Campania è correlato all’impatto ambientale. Il tutto è ampiamente documentato (nonostante molte titubanze dall’Istituto Superiore di Sanità che dall’Agenzia di Protezione Ambientale, ARPAC). Vorremmo pubblicamente confrontarci con il ministro della Salute , ma anche con quello dell’ Ambiente per far loro presente che l’età in cui si manifestano alcune patologie tumorali si è notevolmente abbassata. Che i tumori infantili sono più numerosi nelle zone ad alto impatto ambientale confermando la teoria del danno epigenetico come concausa di danno di salute trans generazionale. Abbiamo documenti e studi che possono sostenere questa tesi”.