“Riteniamo questo decreto privo della legittimità popolare che il 16 novembre in piazza ha espresso la chiara necessità di un processo democratico per intervenire sulla questione senza decreti e senza leggi speciali”. E’ il no secco da parte della Rete Commons al decreto legge approvato stamattina dal consiglio dei ministri. “Avevamo chiesto una cabina di regia tra i comitati e il governo – ha dichiarato Antonio Musella attivista e giornalista – ma non siamo stati coinvolti. Sei pagine su quattordici riguardano l’Ilva di Taranto. Parliamoci chiaro nel testo non c’è assolutamente nulla. Viene inserito il reato per chi brucia materiale tossico e l’invio dell’esercito – ha affermato Musella – poi è prevista una commissione interministeriale che, in collaborazione con il corpo forestale, avvierà la mappatura. Di bonifica non si parla proprio. E questo è l’impegno promesso da Letta”. Attaccano uno ad uno i punti del testo del decreto, esercito compreso. “Siamo assolutamente contrari all’invio dei militari nei territori della Terra dei fuochi – ha continuato l’attivista – Ci siamo già passati e non è servito a nulla”. I Comitati hanno proposte e soluzioni diverse. “Basterebbe dare risorse alle forze che già operano sul territorio finanziamenti al corpo forestale ai carabinieri”. Il testo prevede che le aree destinate all’agricoltura e che sono inquinate devono essere interdette, ma secondo i Comitati nel testo non è prevista alcune tutela per gli agricoltori. “I contadini vengono abbandonati – ha spiegato Musella – Va bene interdire le aree inquinate, ma come sopravvive chi perde la propria terra. Non ci sono alternative né sostegni. Un’altra carenza del decreto è che non si parla di inceneritori. Non si va da nessuna parte – ha poi concluso il giornalista – Non si accenna minimamente alle bonifiche né agli inceneritori e stiamo sempre nella stessa situazione”. Contro il decreto i Comitati hanno deciso di scendere in campo:saranno il 6 dicembre dalle 16 in piazza del Plebiscito