Intervista con Giuseppe Pedersoli (Cartellanoproblem.it)

La materia è ostica, non di meno è necessario sapersi orientare, per la nostra sopravvivenza da cittadini quali siamo, con diritti e doveri. “Ed a volte per farlo bisogna essere più bravi di Alberto Tomba nello slalom tra scadenze di cartelle, rottamazioni, rateazioni…”. Parla Giuseppe Pedersoli, commercialista esperto di contenzioso tributario, assessore alle Finanze del Comune di Frattamaggiore, già difensore civico del Comune di Napoli. Parla da fondatore dello sportello “Cartella no problem” e dice: “Mille sono i paletti per capire come, quando e quanto pagare, se ancora si può pagare, ad Agenzia delle Entrate Riscossione, la ex Equitalia. IlSudonline lo ha intervistato.

Dottore Pedersoli, sulla home page di Equitalia è in evidenza il calendario dei termini per versare il dovuto, distinto per tipologia e anno di riferimento: saldo e stralcio, rottamazione, rateazioneUn bel groviglio, non è così?

Sì ed a tutto ciò si deve aggiungere una pioggia di “avvisi di intimazione”. Sedici milioni in tutt’Italia, di cui buona parte è destinata ai cittadini campani. 

Arrivano gatte da pelare in quantità industriale per i contribuenti. Uno tsunami?

Più che di intimazione gli avvisi sono minatori: cinque giorni di tempo per pagare, se no si procederà con la cosiddetta “esecuzione forzata”. In alto a sinistra, Equitalia – Riscossione precisa che gli uffici di Napoli in via Bracco n. 20 non sono aperti al pubblico. I più fortunati potranno provare a chiedere un appuntamento on line, ma le probabilità di successo sono simili a quelle di una vincita al superenalotto. 

E non esiste una maniera per bloccare o differire l’esecuzione forzata?

L’unico modo per tentare uno stop alla mannaia dell’esecuzione forzata è un “ricorso con mediazione” che, almeno, per novanta giorni, ferma il meccanismo se si tratta di questioni fiscali nei limiti degli importi previsti dalla legge.

A quel punto la domanda nasce, diciamo così, spontanea: posso rimettermi in carreggiata pagando gli arretrati?

In foto Giuseppe Pedersoli

In attesa di una ri-calendarizzazione delle scadenze che pare soltanto il partito di Matteo Salvini stia chiedendo, insieme a una “rottamazione quater”, col machete (e con gli sci, come detto), ci si deve addentrare nella giungla delle scadenze. 

Vogliamo provare a farlo?

Un attimo. Perché va detto anche che se sei decaduto da una rottamazione, perché ad esempio non hai pagato in tempo le rate,puoi eventualmente chiedere il rateizzo di altre cartelle e non di quelle della rottamazione decaduta. Se invece a “decadere” è stato un semplice rateizzo, per chiederne un altro sei invitato a saldare prima il conto precedente. Sempre se il debito complessivo non supera i 60 mila euro, altrimenti tutto si complica ulteriormente. 

E il signor Rossi o la signora Esposito, come possono districarsi in questa giungla?

E tutto questo, con scarse possibilità di dialogo con un addetto allo sportello, per sapere se ragionamenti seguiti e calcoli effettuati sono esatti. 

Eppure il biennio abbondante di pandemia è innegabile. Se questi sono i presupposti per la ripartenza…

Chiedere a un ristoratore, al titolare di un bar che per tanti mesi sono stati chiusi, di saldare gli arretrati in poco tempo è follia pura. Gli imprenditori sembrano intenzionati a pagare ma il coro è unanime e dovrebbe superare gli uffici di via Bracco per arrivare a Governo e Parlamento: ricominciamo da capo, vi vogliamo pagare ma concedeteci nuovi piani di rateizzo, se no come facciamo?

Scusi, ma questo non è il governo dei migliori, presieduto dal migliore di tutti, ossia Mario Draghi?

Definito da qualcuno “curriculum ambulante”. Ma temo che non abbia il requisito di chi sa realmente calarsi nei panni di chi si guadagna da vivere con partita Iva. 

Beh se percepisci ogni mese, in automatico, 20 o 30 o anche 50 mila euro

Non capirà mai che c’è chi forse non ha pagato i contributi Inps dei dipendenti perché tra i contributi e gli stipendi ha dovuto compiere la dura scelta di pagare i secondi. O di chi “ha mandato indietro”, come si dice a Napoli, l’Iva da versare, perché la banca si è rifiutata di acquistare i suoi crediti fiscali che ha, ad esempio,acquisito da un condominio per i lavori eseguiti.

Per di più bonus e super bonus, dopo le ultime dichiarazioni del premier, sono di fatto bloccati. 

Eppure l’Italia è il paese dei rinvii, delle proroghe e del volemosebene. Bilanci consuntivi e preventivi dei Comuni, ad esempio, sono alla terza o quarta proroga, per non parlare di riforme che giacciono nei cassetti da decenni. Amara riflessione: Elon Musk, il “papà” dell’auto elettrica Tesla, ha minacciato di licenziamento i manager che intendono avvalersi dello smart working senza presentarsi in azienda. Qualcuno può spiegarci perché a Napoli e in Campania è così difficile – quasi impossibile – discutere in presenza con un impiegato di Equitalia? 

E quindi?

Salvo decreti dell’ultim’ora, una cartella ci seppellirà. O un avviso di intimazione. E c’è ben poco da ridere.

Di Redazione

Claudio D'Aquino, napoletano, giornalista e comunicatore di impresa