Di Paola Dama
Cari tutti,
oramai sono mesi che dopo la costituzione di Pandora, vengo diffamata, derisa, offesa, mi hanno chiamato incompetente, moscerino, camorrista, venduta per un piatto di lenticchie, negazionista, una folle che ride dei bambini morti durante un convegno. Oggi, dopo l’ennesima calunnia, menzogna, ho deciso di scrivere questa lettera aperta.
Quando ho costituito Pandora, avevo chiesto che tutti coloro che da anni erano in prima linea sulla questione de La Terra dei Fuochi si riunissero, portassero la loro conoscenza, la loro competenza e si confrontassero al fine di portare chiarezza nel caos di notizie, informazioni che in quel periodo stavano e stanno attanagliando la Campania ed il suo popolo. Da lontano non sopportavo che la Terra, la nostra Terra venisse raccontata come la vergogna di Italia, un luogo dove oramai tutto fosse perduto.
Al mio invito è seguito o un rifiuto o una indifferenza proprio da chi oggi scrive cose terribili sul mio conto e quello del mio compagno.
Ho sempre creduto nel lavoro di gruppo, di squadra, il confronto ci migliora e ci fa crescere nel senso della comunità tecnico-scientifica.
Sono una persona perbene, proveniente da una famiglia perbene e conosciuta a Napoli da generazioni. Grandi lavoratori. Sono cresciuta in una famiglia cattolica, in cui i valori morali e soprattutto di grande umiltà mi hanno da sempre guidata nel mio percorso di vita e di scelte, a volte anche dolorose, che più volte sono stata costretta a prendere.
Leggere oggi ancora una volta delle accuse provenienti da una persona che non ho mai frequentato, se non solo conosciuto personalmente, mi ferisce profondamente. Ma ancora di più mi ferisce chi non conoscendomi crede a tale menzogne e gli amici diventati nemici. Leggo di gente che scrive cose assurde, senza senso, senza dubbi e questo mi disarma.
Non mi sono mai trovata di fronte ad una tale miseria umana, come si può giudicare senza conoscere?
Rappresento oggi un gruppo di scienziati, seri, competenti e tutto questo mi crea un grande senso di disagio e una immensa amarezza, insostenibile. In molti credono in me, in molti si stanno affidando al nostro lavoro, un lavoro fatto di ore sottratte ai familiari, agli affetti più cari, al tempo libero nel dubbio e nella grande responsabilità di essere corretti e precisi. In scienza e coscienza. Nottate a studiare e descrivere la drammatica situazione in Campania che le menti più semplici vorrebbero riconducibile ad un solo problema. Non è così. Il dramma della Campania andava considerato nell’ insieme e noi lo abbiamo fatto, ma questo non fa arricchire nessuno probabilmente, non fa avere incarichi e poltrone.
Non siamo qui per convincere, ma informare attraverso un metodo, quello scientifico, fatto di prove validate, ripetute e riproducibili.
Mi meraviglia che al nostro lavoro non siano arrivate critiche costruttive, di collaborazione, risposte nel merito. e mi sorprende come sia possibile che oggi la causa del problema non siano più i camorristi o le Istituzioni inadempienti, ma noi.
Sono una persona perbene, difendo la mia dignità, la mia integrità, il mio spessore umano e culturale e non posso cedere agli inciuci, alle provocazioni.
Non ho intenzione di farmi massacrare ancora, è questo il prezzo che devo pagare?
Davvero la mia Terra ed il mio popolo meritano tanto, un tale sacrificio personale?
Si sta infangando l’onorabilità di persone che spontaneamente e volontariamente rispondono al proprio senso del dovere di cittadini e di professionisti.
Questa sarà la mia sola e unica risposta.
Non ho voglia di difendermi ancora, non sono colpevole.
C’è una Campania da salvare e davvero non c’è tempo da perdere.
Ho dato il mio contributo.
Grazie a chi ha creduto in me.