E’ fissata per oggi a Roma la riunione tra i commissari dell’Ilva e i dirigenti e i tecnici della presidenza del Consiglio e dei ministeri Ambiente e Sviluppo economico in cui si effettuera’ un esame complessivo dei testi messi a punto da giovedi’ scorso – giorno nel quale c’e’ stato un primo confronto – a ieri sulla nuova legge per l’Ilva di Taranto. Se si raggiungera’ l’accordo sulla bozza, il testo potrebbe andare al vaglio del Cdm gia’ il giorno seguente. Non ancora deciso se si trattera’ di un decreto legge, considerato che i commissari dell’Ilva, Enrico Bondi ed Edo Ronchi, hanno sollecitato urgenza, oppure, come gia’ accaduto per l’Ilva, le nuove norme diverranno un emendamento ad un provvedimento legislativo gi¡ all’esame del Parlamento.
Sblocco dei tempi delle autorizzazioni che spettano agli enti locali; uso nel risanamento dei soldi che, su provvedimento della Magistratura, sono stati sequestrati al gruppo Riva nell’ambito dell’inchiesta sull’Ilva; messa al riparo dei commissari dell’Ilva dalle sanzioni amministrative per le violazioni dell’Aia commesse dai Riva; gestione del periodo transitorio tra l’Aia di ottobre 2012 (ministro Corrado Clini) e il piano, non ancora approvato, voluto dal ministro Andrea Orlando e che rimodula i tempi dell’Autorizzazione integrata ambientale: ecco la materia che costituira’ la struttura portante della nuova legge dell’Ilva. La terza dopo quella sulla continuita’ produttiva, sul commissariamento e sull’autorizzazione delle discariche funzionali alla bonifica della fabbrica. Ronchi ha infine dichiarato che con la nuova legge l’Ilva, oltre a vedersi confermare la revisione dei tempi dell’Aia, affrontera’ anche altri problemi, come la gestione dei rifiuti, non disciplinati nell’autorizzazione del 2012
Oltre alla complessita’ della materia da disciplinare, il cammino della nuova legge sull’Ilva di Taranto a cui stanno lavorando in questi giorni sia Palazzo Chigi che i ministeri dell’Ambientene dello Sviluppo economico, si presenta in salita anche per le obiezioni sollevate dal fronte politico e istituzionale di Taranto e della Regione Puglia. “Ho qualche preoccupazione e perplessita’ – dichiara il presidente della Regione, Nichi Vendola -, ma la esprimo con spirito costruttivo. Ormai e’ sotto gli occhi di tutti che i problemi di Taranto siano il risultato, insieme, del vuoto ultra decennale di interventi centrali e di una interminabile serie di violazioni di leggi e regolamenti. Ora l’idea che si debba produrre, con l’argomento della semplificazione, un nuovo sostanziale aggiramento delle norme non ci puo’ che vedere contrari. Si intravede una sterilizzazione nel nome dell’emergenza del quadro normativo vigente, un provvedimento fatto di deroghe, una sanatoria”.
Vendola in particolare si riferisce alle norme ambientali relative alla messa in esercizio delle discariche del siderurgico, ma anche a quelle urbanistiche, considerato che la costruzione di alcune opere di ambientalizzazione dell’acciaieria come la copertura dei parchi minerali proprio per la loro rilevante estensione supereranno di molto gli indici urbanistici del piano regolatore di Taranto. Nei giorni scorsi, invece, critiche all’impostazione del nuovo decreto sono state sollevate dal direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, il quale ha lamentato l’esclusione nella discussione delle agenzie che si occupano della materia ambientale.