La Caporetto del Movimento 5 Stelle si chiama Melendugno. È qui, nel paese salentino in cui approderà il gasdotto Tap, che l’ultima promessa da campagna elettorale tradita spezza in due il fronte dei pentastellati. La spaccatura è tale che lo stesso Luigi Di Maio è costretto a tenere buona la base rilanciando la battaglia contro la Tav. «Noi siamo contrari da sempre – dice il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico dalla Sicilia – è nel contratto di governo. Credo che in questo momento nessuno del governo a Roma abbia intenzione di foraggiare quest’opera». E Tria: “Sbloccare le grandi opere”. Il dibattito sulla Torino-Lione è destinato però a infuocarsi. Il commissario governativo per la Tav, Paolo Foietta, stanco delle mancate risposte del governo alle mail con cui aveva chiesto un confronto sull’opera potrebbe denunciare il premier Giuseppe Conte e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli per omissione di atti d’ufficio. Intanto domani il tema approda nel consiglio comunale di Torino, dove la maggioranza pentastellata è pronta ad approvare una mozione per chiedere al governo di sospendere i lavori della linea ferroviaria.