I luoghi comuni del Sud smentiti dall’ultimo rapporto della Direzione Nazionale Antimafia. Si scopre, così, che il Nord è omertoso mentre nel Mezzogiorno crescono le denunce e la voglia di denunciare la criminalità. Scrivono i magistrati antimafia, a proposito degli attentati organizzati da strutture della `ndrangheta in Lombardia nell`ultimo decennio: «È emerso un quadro inquietante, costituito da un imponente numero di fatti intimidatori, tutti caratterizzati dall’omertà delle vittime (che sempre hanno dichiarato di non avere sospetti su nessuno, né di aver mai ricevuto pressioni o minacce di alcun tipo), dal fatto che a essere colpite sono state quasi sempre cose e raramente persone (salvo che per l`usura), e dalla tendenziale non elevata intensità dell`atto intimidatorio».(…)
La regola dell’omertà
«I fatti delittuosi, alcuni rimasti a carico di ignoti, testimoniano della condizione di assoggettamento oltre che del pervasivo controllo del territorio operato dalle “locali”». Come accade in Calabria, sembrerebbe di capire, sebbene le realtà siano diverse, anche in materia di estorsioni. «Caratteristica comune agli episodi intimidatori – si legge nell`analisi della Superprocura -, sia quelli dove si è risaliti a precise responsabilità che quelli dove gli autori sono rimasti ignoti, è il fatto che le vittime, in sede di denuncia, riferiscono quasi sempre di non aver subito minacce o intimidazioni». Il che, almeno statisticamente, fa sorgere qualche dubbio: « I commercianti e gli imprenditori, in questi casi, preferiscono assicurarsi e sopportare i costi dell`illegalità subita, piuttosto che rivolgersi alle istituzioni con una denuncia, considerata tollera di guai peggiori».
Il riscatto della Sicilia
Se si passa al Sud, e alla Sicilia in particolare, il quadro resta pur sempre allarmante, ma si presenta con caratteristiche diverse. Quasi rovesciate. «Tra le attività criminali poste in essere dall`organizzazione un cenno specifico merita il dato relativo alle estorsioni; si mantengono su livelli costanti, con contrazione degli atti intimidatori negli ultimi due anni, ed è aumentato il numero delle denunce». Da un lato la crisi economica e dall`altro la diffusione delle Associazioni antiracket ha fatto sì che al Sud si sia come abbassata la «soglia della tollerabilità» delle estorsioni, da parte di commercianti e imprenditori; e il fatto che sia in aumento il numero delle denunce, comporta per i mafiosi un maggior rischio.
La forza delle denunce
Il che suggerisce di pensarci due volte prima di presentarsi in un negozio o in un’azienda per chiedere il «pizzo». Tuttavia il fenomeno è lontano dall`essere sconfitto, nelle regioni a tradizionale densità criminale come in quelle dove Cosa nostra, `ndrangheta e camorra si sono affacciate di recente. Il racket al Nord, ad esempio, non si manifesta a tappeto come in molte realtà del Sud, ed è più concentrato sulle attività imprenditoriali che su quelle commerciali. Le indagini di polizia e carabinieri hanno svelato che spesso estorsioni e intimidazioni sono legate al recupero di prestiti usurari, il che rende più complicato per le vittime denunciare retroscena e antefatti degli attentati subiti.