Possibile che non si possa far nulla per evitare simili brutalità?
Penso che per arrivare a tanto un essere umano abbia perduto in senso della vita, diventando come tanti in quest’ultimo periodo della nostra storia: un mostro. Non conosco le carte processuali ma, per quanto ho potuto leggere nei giornali, pare sussista addirittura la premeditazione. La vicenda, per quanto tragica, non mi sorprende. I femminicidi sono notevolmente aumentati e purtroppo non è un fenomeno solo italiano.
Da studioso di diritto penale si è imbattuto spesso in questo tipo di crimini?
Per mia fortuna solo da studioso e devo dire che spesso in questa tipologia di delitti si creano dinamiche perverse nei rapporti di coppia che poi degenerano fini all’estremo gesto di togliare la vita al partner.
Possibile che all’interno della famiglia o degli amici nessuno si accorge di tali situazioni?
Purtroppo non è facile. Spesso le vittime proprio per non allarmare i propri familiari tacciono. E’ più facile che ci si confessi con amici. Denunciare poi non è semplice e si cerca di tirare avanti un rapporto, spesso, ben sapendo che non può funzionare e che può degenerare.
Pare che Sara abbia chiesto aiuto ma nessuno è intervenuto, come lo spiega?
Anche questo non mi meraviglia. Viviamo in un epoca dove predomina l’indifferenza e dove i rapporti sociali tra individui sono ridotti ai minimi termini.
Ma perchè gli uomini sono così estremi?
Non sono un esperto di tali dinamiche ma posso dire che l’uomo non accetta l’emancipazione della donna e perdendo il “controllo” sulla stessa spesso si rifugia nella violenza e nell’omicidio. Nella nostra società – lo dico da docente universitario – tra uomo e donna, la parte del debole, sempre più spesso e quasi in ogni campo, è l’uomo, mentre. la donna si dimostra sempre più forte, determinata e vincente. Questo per alcuni uomini costituisce un “problema”.
Ma il progresso, la tecnologia non dovrebbero aver creato una società più matura e consapevole?
Per alcuni aspetti sì, per molti altri no. Ad esempio si hanno più conoscenze ma meno esperienze.
Cosa vuol dire?
Penso ai social network che se sono utili come cassa di risonanza nella comunicazione, purtroppo rappresentano la morte dei rapporti interpersonali. Non ci si parla più a voce e non ci si guarda più in faccia. I giovani hanno bisogno di confronto reale e di chi, in concreto, li aiuti a superare le difficoltà della loro età. Questo aspetto non può essere delegato al virtuale.
In conclusione cosa si può fare per arginare questi fenomeni così aberranti?
Da penalista non credo che il “penale” possa risolvere queste degenerazioni. Occorre puntare tutte le forze e le risorse sulla prevenzione e sull’azione specifica nelle famiglie e nella scuola il che è molto difficile e complicato ed allora si preferisce delegare il tutto all’inasprimento delle pene che spesso serve a ben poco e non risolve mai il problema alla radice.