Politica Interna
Renzi si dimette ma non lascia. Matteo Renzi lascia la guida del Pd. Formalizzerà le dimissioni in una Direzione convocata per lunedì prossimo. Poi l’Assemblea nazionale, prevista per il 15 aprile, avvierà il percorso congressuale. In una conferenza stampa affollatissima il leader dimissionario chiarisce subito che però se ne andrà solo dopo la formazione del governo e l’elezione dei presidenti delle due Camere. «Sarò io – spiega ai suoi – a gestire le trattative con il Quirinale». Dunque, quello di Renzi è un addio con rilancio. Dimissioni sì, perché erano inevitabili, ma nessun passo indietro. Si legge su Repubblica: Dice Renzi in sequenza: mi dimetto dopo che sarà formato il nuovo governo, ma nessuno ha i numeri per formare un governo, quanto al Pd si guarderà bene dal concorrere a una qualunque soluzione. In sostanza, un corto circuito perfetto che congela a tempo indeterminato il passo indietro. Renzi tira giù la saracinesca del partito e si tiene la chiave. Prende il pallone e se lo porta a casa. Non dice, come era sua facoltà, lascio dopo questa rovinosa sconfitta ma da senatore del Pd voglio mettere a verbale che sarebbe un errore fare un governo con chi fino a ieri abbiamo definito populista ed estremista. No, dice che il Pd sta all’opposizione. Punto. Il presidente Matteo Orfini sostiene che le dimissioni sono vere e che la linea da qui in avanti sarà decisa “collegialmente”.
Dibattito nel M5S e nel centro-destra. II Movimento ha chiarito pubblicamente come intende muoversi, che ritiene di essere centrale nella nascita dell’esecutivo. E ora la strategia è quella di aspettare le mosse degli avversari, ribadendo la volontà dei Cinque Stelle di essere centrali nell’esecutivo che verrà. «Possono scegliere se provare a fare un passo per salvare il Paese o tornare alle urne prendendosi le loro responsabilità» è il ragionamento dei vertici. «Nessuna preclusione, nemmeno ai forzisti di Silvio Berlusconi», insistono lasciando aperte tutte le strade. Certo, per alcune tematiche e per alcune scelte anche in seno alla squadra di governo verrebbe più naturale pensare a un asse con Pd e Leu (allargato forse anche ai centristi), ma la mossa delle «dimissioni congelate» di Matteo Renzi ha lasciato qualche perplessità. Intanto, è il day after del trionfo elettorale di Matteo Salvini, che si presenta col sorriso istituzionale e rassicurante dell’aspirante premier. Altro che asse coi grillini: per ora non esiste, farà di tutto per avere lui quel benedetto incarico dal Quirinale. E non perché pensi realmente di avere chance per un governo di centrodestra. Il pallottoliere è impietoso: 267 deputati sui 316 necessari, 134 senatori su 161. II rischio di fare un «giro a vuoto» di consultazioni stile Bersani nel 2013 è più che una eventualità. E allora? Allora quella del Colle equivarrebbe nella sua ottica a una sorta di Investitura regale” della leadership del centrodestra, alla luce dello scarto maturato domenica (17,4 contro il 14 di Fi).
Politica Estera
Intesa Usa-Israele. In quella che potrebbe essere la sua ultima visita alla Casa Bianca, Benjamin Netanyahu invita Donald Trump a Gerusalemme, il 14 maggio, a «tagliare il nastro» dell’ambasciata americana trasferita nella Città Santa, come promesso in campagna elettorale. E soprattutto cerca di saldare il fronte anti-Iran con una nuova iniziativa contro il programma missilistico della Repubblica islamica, volta a proibire ogni vettore con una gittata superiore ai 300 chilometri. L’intesa fra i due leader, in sintonia ancor prima che Trump venisse eletto presidente degli Stati Uniti, è stata totale, almeno a parole: Iran, Siria, trattative di pace con i palestinesi, che dovranno accettare il «fatto compiuto» di Gerusalemme capitale dello Stato ebraico.
Ricoverata spia russa. Paura in Gran Bretagna per quello che potrebbe rivelarsi un nuovo caso Litvinenko, l’ex agente del Kgb ucciso nel 2006 a Londra con una dose letale di polonio radioattivo. Un’ex spia russa, il colonnello dell’intelligence militare Sergej Skripal, è stato ricoverato in gravi condizioni assieme a una giovane donna all’ospedale di Salisbury: i due erano stati trovati in stato di incoscienza su una panchina in un centro commerciale. Ma il fatto che ha destato allarme è che il supermercato, il pronto soccorso e diverse zone della città sono state isolate e sono intervenute squadre anticontaminazione vestite di pesanti scafandri: l’ipotesi dunque è che si tratti di un avvelenamento con una sostanza sconosciuta e potenzialmente molto pericolosa.
Economia e Finanza
Reazione dei mercati alle elezioni italiane. La biforcazione dei mercati che ha preso forma ieri ha dato alla politica, in Italia e nel resto d’Europa, qualche indizio della stagione alle porte. Il principale indice azionario di Milano è partito scivolando quasi del 2%, per poi chiudere in rosso di 0,42%. Anche i titoli di Stato decennali di Roma hanno perso terreno subito, ma non più di cinque punti (0,05%) su Germania e Francia e otto sulla Spagna. Nel frattempo gli investitori sulle altre piazze d’Europa si muovevano come se non esistessero né l’Italia, né quel 54% di voti a forze che hanno messo in discussione l’euro: le altre borse dell’area euro sono salite, i titoli degli altri governi si sono venduti a rendimenti di più bassi. Fuori dall’Italia i mercati non avevano tempo di occuparsi dei 5 Stelle o della Lega. Gli operatori che invece hanno preferito rivolgere piuttosto l’attenzione su un altro voto, quello con cui l’Spd tedesco ha dato il via libera alla formazione di un governo di coalizione con la Cdu di Angela Merkel.
Agenda europea e scadenze. L’incertezza politica italiana, provocata dalle elezioni legislative di domenica, non poteva giungere in un momento più delicato della politica europea. A Bruxelles sistanno negoziando alcuni dossier che stanno particolarmente a cuore all’establishment italiano. Tra questi, il primo è relativo all’unione bancaria; il secondo al bilancio comunitario 20212027. Per la diplomazia italiana, inizia un periodo potenzialmente travagliato. Il calendario politico è incerto. Fino a fine mese, ossia fino all’elezione dei presidenti delle due camere, il governo di Paolo Gentiloni rimarrà in carica per gestire l’amministrazione corrente (partecipando al vertice europeo del 22-23 marzo). Poi il testimone passerà al Capo dello Stato e alle sue consultazioni, la cui durata è impossibile da prevedere. I partner europei sono pronti ad aspettare l’Italia sui diversi dossier o le presenteranno l’esito del negoziato tra i Paesi membri come fatto compiuto?