Politica Interna
Insediamento governo Conte. Sarà un esordio parlamentare, oltre al primo vero discorso politico di Giuseppe Conte. Alle 12 in Senato, e poi alla Camera, dove l’intervento verrà solo presentato per restare agli atti, il nuovo presidente del Consiglio chiederà la fiducia per il governo. I punti salienti saranno quelli contenuti nel programma siglato da Lega e 5 Stelle, in primo luogo la riforma della legge Fornero, dunque il tema pensioni, e il reddito di cittadinanza. La parola chiave, fanno sapere i suoi collaboratori, sarà cambiamento, rottura con il passato, politiche di stampo diverso, a cominciare dal carcere duro per i grandi evasori. Di sicuro sarà interessante vedere all’opera per la prima volta Giuseppe Conte davanti a più di 30o senatori, sarà il primo impatto fra l’Aula e il nuovo capo del governo, e sarà anche il primo confronto, nel dibattito che ne seguirà, fra la maggioranza e i partiti che stanno all’opposizione, da Forza Italia al Pd. Il premier ha lavorato fino a tarda sera. Nella scaletta dell’intervento di Giuseppe Conte per la fiducia delle Camere c’è il chiaro tentativo di riequilibrare i ruoli con Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno si è preso la scena venerdl, il giorno del giuramento, e non l’ha mai mollata. Il Movimento 5 stelle e il suo premier cercano ora di guadagnarsi un po’ di spazio sul palco. Non è un caso dunque che nello schema di Conte si parta «dalle pensioni e dal reddito di cittadinanza», due temi cari ai grillini.
Patto Salvini-Orban. È il primo appuntamento in Europa per il nuovo governo giallo-verde: il Gai di Lussemburgo, il vertice dei ministri di Giustizia e Affari interni, dove si decidono le sorti dei paesi che affacciano sul mare. Matteo Salvini non potrà esserci perché si votala fiducia in Senato, ma al suo posto andranno, con un preciso mandato, il direttore del Dipartimento dell’immigrazione Gerarda Pantalone, il vice capo di gabinetto Emanuela Garrone, e l’ambasciatore italiano a Bruxelles, Maurizio Massari. La posizione del ministro è di totale chiusura verso negoziati che ci danneggiano ulteriormente. «Diremo no a questa riforma del Trattato di Dublino – dichiara – perché quello degli sbarchi e dell’accoglienza di centinaia di migliaia di “non profughi” non può continuare a essere un problema solo italiano. O l’Europa ci dà una mano concretamente, oppure sceglieremo altre vie. Ho avuto una telefonata cordiale con il primo ministro ungherese Viktor Orban, lavoreremo per cambiare le regole di questa Unioneeuropea».
Politica Estera
Crisi diplomatica tra Roma e Tunisi. II Paese nordafricano ha convocato il nostro ambasciatore dopo le dichiarazioni del ministro Matteo Salvini riguardo all’origine dei migranti provenienti dalla Tunisia. «Io ho notizie certe sul fatto che il governo tunisino sia interessato non soltanto a continuare, ma anche a migliorare la collaborazione con Il nostro Paese». Matteo Salvini è appena uscito dall’ambasciata israeliana. Tra le foto, oltre a quella con gli ambasciatori Usa e israeliano, anche quella con il ministro degli Esteri Enzo Moavero, onde allontanare illazioni sul fatto che la Farnesina non abbia apprezzato le dichiarazioni siciliane di Salvini. La Tunisia, infatti, ieri ha rappresentato all’ambasciatore italiano Lorenzo Fanara il «profondo stupore» per le dichiarazioni che il ministro dell’Interno ha fatto domenica nel suo tour in Sicilia. La Tunisia, aveva detto Salvini, «spesso esporta galeotti». Il ministro, comunque, non ha alcuna intenzione di buttare altro carbone nella caldaia della polemica. E così, in un primo momento, esprime la sua «disponibilità a incontrare nel più breve tempo possibile il mio omologo di Tunisi per aumentare e migliorare la cooperazione».
Germania contro ambasciatore Usa. Il governo tedesco vuole chiarimenti dall’ambasciatore americano, Richard Grenell, dopo le sue dichiarazioni al sito ultraconservatore Breitbart London sull’incoraggiamento delle forze conservatrici e anti-sistema in Europa. Lo ha detto un portavoce del ministero degli Esteri di Berlino, dove Grenell giovedì deve incontrare, per un colloquio in programma da tempo, il sotto-segretario Andreas Michaelis. Fonti del ministero dicono che nell’incontro a Grenell verranno anche spiegate le regole della Convenzione di Vienna del 1961, quella che regola i rapporti diplomatici, dove è scritto che gli ambasciatori «sono tenuti a non interferire negli affari interni del Paese ospite». Le dichiarazioni di Grenell, che già in questo primo mese a Berlino si è distinto per un approccio quanto meno disinvolto ai rapporti con la politica e i media tedeschi, hanno provocato reazioni molto critiche.
Economia e Finanza
Flat Tax. La Flat Tax prova a partire da imprese e partite Iva, e punta far decollare in versione ultra-leggera anche l’Iri, l’«imposta sul reddito dell’imprenditore» attesa quest’anno ma rinviata al prossimo per ragioni di conti. Prima le imprese, poi le famiglie: è il calendario della riforma fiscale che emerge dalle dichiarazioni degli esponenti della maggioranza giallo-verde. Alle imprese la riforma fiscale prospetta l’abbattimento dal 24 al 15%. Le famiglie sarebbero al centro del «secondo tempo» della riforma, con un anticipo dal 2019 per una platea da individuare: i tecnici si concentrano su famiglie numerose e alcune soglie di reddito. Dichiara Armando Siri, massimo depositario sull’argomento dell’aliquota fiscale unica, sul tema: «La risposta di Bagnai sulla flat tax è stata strumentalizzata. Lui voleva dire che nel 2019 entrerà in vigore il nostro sistema fiscale perle imprese».
Risiko Nomine. Dagli incarichi di sottogoverno, alle presidenze delle commissioni parlamentari passando per i vertici delle partecipate, delle Authority e i membri laici elettivi del Csm: un maxi-risiko con quasi 350 caselle da riempire entro la fine dell’anno. E anche per questo motivo quella delle nomine si annuncia come una delle partite più delicate da giocare per il governo pentaleghista guidato da Giuseppe Conte. Alcune decisioni per assegnare le 349 poltrone vuote o in scadenza andranno prese nelle prossime ore, come quelle su viceministri e sottosegretari e di supporto all’azione dell’esecutivo (segretari generali dei ministeri, capi di gabinetto e responsabili degli uffici legislativi), altre nelle prossime settimane, a partire dalla Rai e dalla Cdp. Al Risiko delle nuove nomine infatti proprio la Rai è in pole position. Tante le poltrone in scadenza ma tra l’Autorità per l’Energia, la Cdp e l’Antitrust è certamente viale Mazzini quello su cui il nuovo Governo e la nuova maggioranza parlamentare si proveranno, al più presto, per dare un segno visibile del cambiamento e del nuovo potere. Il cda che guida la tv pubblica con il suo Direttore generale scadranno il 30 giugno, a palinsesti fatti e presentati e dopo l’approvazione del terzo bilancio aziendale che per la cronaca è in utile.