Politica interna

Pd e 5Stelle allo scontro sulle nomine. Il Corriere della Sera: “Il dialogo tra Pd e Cinque Stelle parte in salita. Lo scontro avviene sulle nomine per le vicepresidenze di Camera e Senato. A Palazzo Madama il Pd ha ottenuto una vicepresidenza ma è stato escluso dalla stanza dei questori e da quella dei segretari d’aula. E oggi alla Camera, i Cinque Stelle potrebbero imporre un loro vicepresidente che soffierebbe il posto «promesso» al Pd. E anche sul fronte Lega Salvini sfida Di Maio: dove trovi 90 voti? Intanto il Quirinale ha ufficializzato che le consultazioni del presidente Sergio Mattarella con i partiti per la formazione del nuovo governo inizieranno mercoledì 4 aprile”. Sempre il Corriere: “II sospetto che «invece di puntare al governo del Paese stiano puntando al governo delle Camere per tornare al voto», e con lo scalpo, ha preso corpo nella riunione di centrodestra svoltasi al Senato. A Palazzo Madama era ormai impossibile contrastarli, si vedrà se oggi a Montecitorio verranno prese delle contromisure. E nonostante sia prevalsa l’opinione che i grillini restino dei «doppiogiochisti», Salvini ha fatto buon viso a cattivo gioco: oggi andrà all’incontro chiesto da M5S sul programma insieme a Forza Italia, senza FdI. Berlusconi vuole credere all’accordo per evitare il ritorno immediato alle urne”. Il Giornale: “Il Cavaliere, che è rimasto ad Arcore e forse scenderà a Roma nei prossimi giorni, fa lo stesso ragionamento di Salvini: da solo il M5s non riuscirà a fare nulla, ha bisogno di noi, di tutti noi. Prevale in questo momento la fiducia nel segretario della Lega, che non accetta il tentativo di Di Maio di escludere Fi, prevedendo al massimo qualche poltrona a ministri di area azzurra. Berlusconi vuole soprattutto allontanare lo spettro del ritorno al voto e intende salire al Quirinale con la sua delegazione ed essere protagonista al momento delle consultazioni”.

Pd all’opposizione. Repubblica: “Matteo Renzi non si muove di un millimetro. Con lui in campo, nessun governo con i cinquestelle è possibile. Di più: soffocherà anche il più timido degli approcci del Movimento. È la polizza sulla sua permanenza in politica, l’assicurazione sul controllo del Pd. Ed è la precondizione per l’altro passo, a cui ha ripreso a lavorare in queste ore: silurare Maurizio Martina”. La “carta” Delrio al timone del partito: “Sembra la prima mossa di una scalata al Pd. Una rottamazione oltre la rottamazione, una fase nuova per ridare linfa al Nazareno. Non contro Renzi, però, semmai con sfumature diverse di renzismo. Difficile che (…) si torni a parlare di un’alleanza di governo con il Movimento. E d’altra parte la doccia fredda per le poltrone degli uffici di presidenza ha chiarito ieri, una volta di più, che difficilmente un patto con i pentastellati potrà mai decollare. L’unica “eletta” è la nuova vicepresidente del Senato Anna Rossomando, che è orlandiana, e l’unico interlocutore reale dei grillini Luigi Zanda. Non sono solide basi su cui edificare un’intesa …” Sempre Repubblica: “L’obiettivo è non fare toccare palla al Pd là dove si decide sui vitalizi e sul taglio dei costi del Parlamento. I 5Stelle avevano già deciso ma l’atteggiamento duro e puro di opposizione dei Dem ha rafforzato la loro determinazione. Quindi al Pd nell’ufficio di presidenza del Senato è toccato un vicepresidente e stop. In particolare, niente questore. Oggi si voterà alla Camera ma il braccio di ferro non lascia ben sperare i dem: potrebbe saltare a Montecitorio anche la vicepresidenza per cui sono in lizza Ettore Rosato, Barbara Pollastrini, Lorenzo Guerini. Alla vicepresidenza di Palazzo Madama, per accordi interni al Pd, è stata eletta Anna Rossomando, corrente Orlando. Che come primo atto invita i deputati dem a fare meglio dei senatori e quindi, a Montecitorio, a riallacciare quel filo di dialogo con i grillini che si è spezzato, «perdendo l’occasione di un accordo unitario»”.

Economia e finanza 

I dati Mef e le ricette dei partiti. Il Messaggero: “L’avvio della ripresa inizia ad avere effetto anche nei portafogli degli italiani. Secondo l’Irpef sale il reddito medio degli italiani ma resta ampio il divario tra Nord e Sud. Dieci milioni di cittadini non pagano le tasse. Intanto l’Inps boccia il sussidio di cittadinanza: «Costa troppo il piano M5S: tra i 30 e i 35 miliardi. E rischia di durare a lungo». Lorenzo Fioramonti (M5S) intervistato dalla Stampa: «Noi abbiamo fatto i nostri calcoli: 15 miliardi per il sostegno al reddito più due per i centri per l’impiego. Sono mesi che andiamo avanti: chi dice costa una cosa, chi dice costa un’altra. La discussione sui costi ormai lascia il tempo che trova: quello che va detto è che, se non fosse stato per noi, oggi non si parlerebbe di reddito di dignità né di reddito di inclusione». «Riteniamo che sia insufficiente, un’ennesima forma di mancia» e «Riteniamo la flat tax costosissima». «La legge Fornero va superata, serve dare dignità alle persone, soprattutto alle categorie di lavori usuranti. Se andremo al governo, quella sarà una delle prime azioni da fare». Mario Monti, ex presidente del Consiglio, ex commissario europeo, oggi senatore a vita, accetta di definire il perimetro della gabbia all’interno della quale saranno costretti a muoversi i partiti anti sistema in un’intervista al Foglio. “L’Italia – dice Monti – verrà giudicata sui criteri di sempre: la crescita, l’occupazione (…) la riduzione delle diseguaglianze (…), la riduzione dell’evasione fiscale e della corruzione, la tenuta sotto controllo dei conti pubblici (…) Reddito di cittadinanza, flat tax, abolizione della riforma Fornero sono stati tre cavalli elettorali vincenti. Se ora, a traguardo superato, venissero lasciati correre liberi, il conflitto con l’Europa sarebbe fragoroso”.

Fisco/Assegni contro la povertà/Cdp. Il Sole 24 Ore: “La mini-ripresa spinge i redditi dichiarati nel 2017, avviati ai livelli pre-crisi (non al Sud). Reddito medio a 20.940 euro (+1,2%), metà contribuenti dichiara meno di 15mila; in Lombardia 24.750, in Calabria 14.950. L’Irpef ha chiesto il 18,5% medio dei guadagni. Sconti fiscali saliti a 112 miliardi, il 40% a rischio tagli. Il presidente di Confindustria Boccia: poche risorse, darsi priorità”. Sempre Il Sole 24 Ore: “Se prevalesse la ricetta del centrodestra di arrivare a una flat tax (…), il dossier sconti fiscali potrebbe rivelarsi molto corposo (…) Il discorso sarebbe diverso, invece, in caso di Governo con il Movimento 5 Stelle, che ha una differente idea di riforma dell’Irpef con un impianto a tre aliquote e una no tax area a 10mila euro (…) Di sicuro, una vittima “sacrificale” c’è già. Il bonus 80 euro è destinato a essere abolito nelle intenzioni di tutti i partiti vincenti”.
Il Corriere della Sera: “Al di là delle polemiche, dai dati sul Rei presentati ieri nessun governo potrà prescindere. Il sussidio per i più poveri è andato, nei primi tre mesi del 2018, a 110 mila famiglie raggiungendo 317 mila persone, per un importo medio di 297 euro mensili a famiglia”. E se si considerano anche altri benefici sono più di 250mila le famiglie che hanno ricevuto un assegno contro la povertà per un totale di circa 870mila persone. Numeri che fanno dire al governo uscente di aver già raggiunto il 50% della platea che si intende raggiungere nel 2018 (1,8 milioni di poveri).
Il Sole 24 Ore. «Se in Alitalia una delle due cordate avesse un piano industriale fattibile e soprattutto sostenibile, valuteremmo se portarla nel nostro consiglio di amministrazione o meno»: lo ha detto il presidente di Cdp, Claudio Costamagna, alla presentazione dei dati 2017 della Cassa depositi e prestiti. «Noi siamo disponibili, come nel caso di Ilva, come partner finanziario e assolutamente di minoranza» ha sottolineato. Cdp archivia il 2017 in forte crescita: mobilitate risorse per 33,7 miliardi (+20%) con l’utile netto consolidato che balza a 4,5 miliardi (da 1,2 miliardi).

Politica estera

Torino, arrestato jihadista. La Stampa: «Sono fiero di andare in carcere per Allah». Halili El Mahdi, 23 anni, marocchino naturalizzato italiano, è stato arrestato a Torino con l’accusa di «aver partecipato all’organizzazione terroristica Daesh». Il militante dell’Isis studiava attacchi con i camion bomba. L’inchiesta: gli agenti della Digos sono arrivati allo jihadista dopo mesi di indagini. Gli investigatori: «Ha scritto un testo di propaganda in italiano e cercava lupi solitari». Scoperta per la prima volta una rete di indottrinamento: allontanati 16 predicatori in 3 anni. Minniti intervistato da Repubblica anche sulla realtà scoperchiata a Foggia “che sarà ancora più chiara in queste prossime ore per ragioni di cui ora non posso discutere” e che “dicono che la minaccia del terrorismo islamico non solo è cogente e costante, ma ci accompagnerà per un periodo non breve. E sottolineo, non breve. Il quadro che abbiamo è cambiato. Da almeno quattro, cinque mesi, in Rete, è ripresa con forza la propaganda dell’Isis che invita a guardare Roma come obiettivo fortemente simbolico della campagna del terrore. E nel momento in cui Islamic State ha perso dal suo orizzonte, perché sconfitto militarmente, l’obiettivo strategico di farsi Stato e Califfato mondiale, resta solo la leva terroristica”. “Auspico che chi siederà qui al mio posto voglia convenire non solo sul quadro che abbiamo di fronte (…) ma sul fatto che le questioni che passano da questo ministero debbano essere sottratte non alla politica, ma a una sua idea partigiana o propagandistica. Il ministero dell’Interno è per sua natura “terzo”.

La Cina media, Corea del Nord e Stati Uniti «dialogano». Il Sole 24 Ore: “La Cina «benedice» il disgelo di Pyongyang. ll leader nordcoreano Kim Jong Un, in visita ufficiale a Pechino, ha incontrato il presidente cinese Xi Jiping che in questo modo ha voluto inviare un messaggio forte agli Stati Uniti in vista dell’incontro di maggio tra Trump e lo stesso Kim. E’ la prima volta dal 2011 che Kim Iascia il suo Paese”. Il Corriere: “Per Donald Trump la visita di Kim Jong-un a Pechino è un segnale incoraggiante. Ieri mattina ha commentato con due tweet. Il primo sul nuovo contesto che si è venuto a creare: «Per anni e attraverso molte amministrazioni, ognuno pensava che non ci sarebbe stata neanche la più piccola possibilità di arrivare alla pace e alla denuclearizzazione della penisola coreana. Adesso c’è una buona chance che Kim Jong-un farà ciò che è giusto per il suo popolo e per l’umanità. Aspetto di incontrarlo». Il secondo, più politico: «ieri notte ho ricevuto un messaggio da Xi Jinping. Mi ha detto che l’incontro è andato molto bene e che Kim aspetta di vedermi. Nel frattempo, e sfortunatamente, vanno mantenute a ogni costo il massimo delle sanzioni e delle pressioni». Vedremo se la mossa di Kim contribuirà a diradare lo scetticismo diffuso a Washington …”