Politica interna
Caso Aquarius. Dal Corriere della Sera: “La Spagna è pronta ad ospitare i 629 profughi che sono a bordo della nave Aquarius. Dopo lo scontro tra Italia e Malta sull’accoglienza dei migranti partiti dalla Libia, è stato il governo di Madrid ad «aprire» il porto di Valencia. Ieri a sorpresa la disponibilità della Spagna del neo premier socialista Pedro Sánchez («E’ nostro obbligo aiutare a evitare una catastrofe umanitaria»). «Vittoria! Alzare la voce paga», ha subito twittato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, prima di entrare al consiglio dei ministri straordinario sull’immigrazione (presenti i vertici dei servizi di intelligence) convocato dal premier Giuseppe Conte, che ha ringraziato Madrid. Tuttavia 700 miglia e almeno 3 giorni di navigazione per una nave così sovraffollata rispetto alla sua capacità (550 persone) rappresentano un rischio. «E’ un viaggio insicuro», protesta Msf. Uscendo da Palazzo Chigi, però, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli garantisce massima assistenza: «Accompagneremo noi Aquarius con la Marina Militare fino a Valencia». Dalle opposizioni si fa sentire il segretario reggente del Pd Maurizio Martina: ‘II gesto nobile della Spagna non risolve il problema dell’isolamento dentro la discussione internazionale. Oggi siamo più isolati di ieri'”. Il ministro Toninelli intervistato dal Corriere: “Ci sono priorità indiscutibili (salvare vite umane, ndr), però le altre nazioni devono iniziare ad aprire i porti: la nostra non è stata una impuntatura ma solo la richiesta di una condivisione di responsabilità per una questione che non riguarda soltanto l’Italia”. Il Presidente Fico intervistato da Repubblica: “L’intervento della Spagna oggi è un primo segnale di quella condivisione di cui si sente il bisogno in Europa”. La Stampa: “Nessuna frattura nel Movimento”. “La terza carica dello Stato ribadisce che non è questo il momento per creare polemiche e «polarizzazioni»”.
Su un altro fronte si segnala poi Il Messaggero. Al centro il risiko delle nomine: “Giuseppe Conte ieri sera, al vertice convocato per discutere di migranti e della nave Aquarius, ha provato a stringere i leader dei due partiti alleati che devono ancora completare l’intesa sia sui posti di sottogoverno che sulle presidenze delle Commissioni. L’idea di Conte sarebbe quella di portare i nomi di vice e sottosegretari nel consiglio dei ministri di oggi in modo da chiudere un tormentone che dura già da troppo tempo. Non tutte le questioni sono però chiarite, a cominciare da quella strategica sulle telecomunicazioni. Tuttavia Salvini non ha escluso che alla fine la delega possa rimanere dentro al ministero dello Sviluppo e quindi in capo a Di Maio. Il leader della Lega, infatti, non vuole farne una battaglia da fine mondo. Alla Farnesina è salda la candidatura di Emanuela Del Re, proposta dal M5S, mentre al Mef è in corsa per i grillini Laura Castelli insidiata da Stefano Buffagni (super esperto in partecipate), ai quali potrebbe accompagnarsi il leghista Massimo Garavaglia. Al super ministero Mise-Lavoro, in quota Carroccio si fa avanti Alberto Brambilla mentre Nicola Molteni o Stefano Candiani potrebbero fare da vice al Viminale, il leghista ligure Edorardo Rixi è in pole per i Trasporti, i 5 Stelle Nunzia Catalfo e Luca Frusone sono in corsa come vice di Di Maio e Trenta. E si parla di un pacchetto unico tra sottogoverno e commissioni parlamentari per far partire le Camere”.
Elezioni comunali. Il Corriere della Sera: “La Lega cresce e trascina il centrodestra nelle elezioni amministrative con punte da record al Nord (43,1%), ma anche con la variante della Sicilia dove, a Catania, ha stravinto al primo turno l’azzurro Salvo Pogliese. In termini assoluti, rispetto al 2013, la Lega ha fatto il balzo più rilevante. Male, invece, il Movimento Cinque Stelle che paga anche l’elevata astensione dei propri elettori e perde soprattutto al Nord. II centrosinistra resiste a sorpresa. Pur perdendo molti sindaci, la coalizione a guida Pd non crolla e a Brescia e a Trapani vince al primo turno. Sei i sindaci eletti subito, gli altri 14 si decideranno tra due settimane: torna l’«antico» bipolarismo”. “Il Carroccio è forte, ma al Centro-Sud è Forza Italia il partito trainante”. Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento, analizza il voto e sui ruoli del partito dice al Corriere: «Decide Berlusconi». Il Giornale sulle mosse del Cavaliere: “Niente partito unico, niente primarie. Il cammino de «l’Altra Italia», come la battezza Silvio Berlusconi, inizia con una lettera al Corriere della Sera del leader azzurro. Un annuncio che prende di sorpresa anche i più stretti collaboratori. In una domenica ad Arcore, in attesa dei risultati delle amministrative, l’ex-premier ha uno scatto d’orgoglio, anche un po’ di stizza, verso i troppi azzurri, governatori, giovani dirigenti, anche esponenti di secondo piano, che quotidianamente gli consigliano come rilanciare il partito. «Fi l’ho fondata io e so io come riorganizzarla», sbotta. Così, mette il timbro su un restyling del partito a livello nazionale e locale, di cui da tempo è fautore soprattutto Gianni Letta. Prevede un vicepresidente (dovrebbe essere Antonio Tajani), un coordinatore nazionale (si parla di Adriano Galliani, ma la scelta potrebbe suscitare polemiche), un comitato esecutivo (Mara Carfagna, Giovanni Toti, Mariastella Gelmini, Anna Maria Bernini), una Consulta anche con personalità esterne, che si riunirà dopo l’estate per selezionare una nuova classe dirigente e giovani coordinatori che si occuperanno delle «comunità azzurre» sui social”.
Economia e finanza
Vertice a Palazzo Chigi e risiko nomine. Repubblica: “C’è attesa per il primo vertice di Palazzo Chigi tra il premier Conte e i ministri economici di oggi. Un test sulle intenzioni del governo sulle misure, dalle pensioni d’oro, all’Iva, al Def. Ma soprattutto sarà il terreno di confronto tra la linea del ministro del Tesoro Giovanni Tria, tutto teso a rassicurare i mercati e a frenare su spese e condono e la frangia oltranzista, il cosiddetto partito del Piano B, capeggiato dal ministro degli Affari europei Paolo Savona. Al summit governativo si arriva dopo la reazione positiva della Borsa e dello spread all’impegno di Tria a far scendere il debito e a non provocare condizioni di uscita dall’euro: Piazza Affari ieri è schizzata del 3,4 per cento e lo spread si è contratto di 36 punti base rispetto a venerdì scorso chiudendo a quota 233”. Il Sole 24 Ore: “Il primo decreto legge del governo Conte sarà concentrato su misure «a costo zero», rimandando almeno all’autunno le misure più pesanti che dovrebbero preparare il terreno per riforma fiscale e reddito di cittadinanza. In prima fila, al momento, c’è un pacchetto di semplificazioni per gli appalti, accanto alle prime mosse per la riforma dei centri per l’impiego. Ma sul tavolo anche l’analisi del Def ereditato dal governo Gentiloni. Gli investimenti pubblici, infatti, dovrebbero essere insieme alle tasse i temi centrali della prima fase. Il capitolo fiscale potrebbe partire dal rinvio dell’e-fattura per i distributori che non sono ancora pronti a gestirla.
Il Sole 24 Ore: “Sarà Giancarlo Giorgetti ad avere in mano le chiavi del Cipe. Dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro di Matteo Salvini passeranno quindi tutti i dossier sul finanziamento delle grandi opere infrastrutturali. Un ruolo meno visibile di quello di un ministro ma con un peso enorme. Accordo fatto anche sui viceministri dell’Economia. Saranno la pentastellata Laura Castelli e il leghista Massimo Garavaglia mentre Stefano Buffagni (M5s) sarà sottosegretario con delega alle partecipate. La decisione verrà ufficializzata in settimana al prossimo Consiglio dei ministri. Le Tlc – come ha fatto capire ieri lo stesso Salvini – potrebbero rimanere in capo a Di Maio. Da definire il nome del futuro dg del Mef e il rinnovo dei vertici di Cdp”. Perde terreno il nome di Massimo Sarmi per la Cdp, stoppato ieri dal grillino Buffagni.
La nuova Consob/Ilva. In prima pagina sul Sole 24 Ore: «I mercati finanziari devono essere al servizio dell’economia reale»: è il tema su cui ha insistito Mario Nava, presidente della Consob, in occasione dell’incontro annuale con il mercato. Uno dei limiti della piazza finanziaria italiana è la scarsa presenza di “big companies”, che quindi risulta meno attraente (…) ma «la tutela pubblica del risparmio – ha ammonito – non può significare l’azzeramento del rischio di investimento. Senza rischio non ci può essere rendimento». L’auspicio è (…) che (…) il peso dei titoli di debito nei portafogli delle famiglie si riduca, liberando risorse per altri tipi di attività, in particolare le azioni.
Il Sole 24 Ore: “Fari puntati sull’Ilva di Taranto. Il nuovo ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, potrebbe incontrare i commissari e le parti tra domani e giovedì in vista di una scelta sul futuro dell’acciaieria: dagli incontri con Am Investco (la cordata guidata da Arcelor Mittal) e sindacati si potrà capire se ci sono i margini per andare avanti con la trattativa. Intanto la Svimez valuta che il piano industriale di Am Investco possa avere un impatto sul Pil misurabile in 3,1 miliardi annui dal 2018 al 2023, quasi 19 miliardi nell’intero arco temporale. Con effetti estesi per un terzo fuori dalla Puglia, incluso il Centro-Nord. Dopo il 2023 l’impatto aumenterebbe a 3,9 miliardi annui. Secondo le stime, la produzione nei siti di Taranto, Genova e Novi Ligure potrà sostenere nell’intero periodo del piano 51mila posizioni lavorative, tra aggiuntive e consolidate. Circa 42mila sono attese in Puglia, 9mila nel resto d’Italia”.
Politica estera
Kim-Trump: summit sul nucleare. Rampini su Repubblica: «Tutto sta andando così bene che il summit lo chiudiamo in fretta e stasera torno a casa». Donald Trump ha già deciso qual è il bilancio dello storico vertice con Kim Jong Un: un trionfo, una vera svolta per la pace mondiale. Ancora prima che il vertice si apra, questa è la parola d’ordine del presidente al suo staff. Che prontamente la trasmette: ieri sera prima di andare a letto a Singapore la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders ha emesso il comunicato della vittoria: «Le discussioni tra Stati Uniti e Corea del Nord progrediscono più velocemente del previsto. Alle ore 20 di martedì il presidente sarà sulla strada del ritorno negli Stati Uniti». In mezzo c’è una breve descrizione delle giornata di oggi: alle nove l’incontro fra i due leader a tu per tu, solo accompagnati dagli interpreti; poi una riunione delle delegazioni molto ristrette, infine un pranzo di lavoro. Lo Sceneggiatore Capo ha già deciso tutti i dettagli. È nello stile di Trump dichiarare vittoria subito e tornare a casa ma la cosa rilancia tutti gli interrogativi sui limiti di questo dialogo. Clamoroso, spettacolare, ma nella sostanza garantirà davvero che la dittatura comunista di Pyongyang rinunci all’atomica e agli arsenali di missili a lunga gittata?
Le interviste. Il Corriere della Sera intervista Günther Oettinger, il commissario europeo responsabile del Bilancio: il nuovo ministro italiano dell’Economia ha detto che «un’uscita dell’Italia dall’euro è fuori discussione» e che la crescita e l’occupazione non devono essere stimolate attraverso nuovi debiti. Cosa pensa la Commissione di questa presa di posizione? R.: «Sono parole lungimiranti e creano fiducia. Vengono dal ministro responsabile ed esprimono gli obiettivi e gli interessi dell’Unione Europea, così come quelli dell’Italia. Siamo riconoscenti per questa dichiarazione pronta e chiara, che è importante per la politica italiana». «Questo governo è il frutto di elezioni democratiche e di trattative politiche. Nella Ue viene rispettato il voto degli elettori e la costruzione di coalizioni conseguenti», dichiara infine alla domanda se la presenza di un governo populista in uno dei grandi Paesi dell’Unione comporti rischi per l’integrazione europea. Sul caso Aquarius: “Neanche i Paesi membri più grandi possono resistere da soli (…) per questo abbiamo bisogno di più solidarietà europea. In primo luogo verso i Paesi come Italia, Grecia, Malta, Cipro, Spagna, che per ragioni geografiche sono quelli di maggiore arrivo delle ondate migratorie”.
“Facciamo già molto per aiutare l’Italia ad affrontare il dramma delle migrazioni”, dice Jens Stoltenberg alla Stampa, con una calma nordica che nemmeno la polemica sull’«Aquarius senza porto» scalfisce. II segretario generale della Nato: l’obiettivo è raccogliere e condividere dati, taglieremo le radici delle crisi regionali per prevenirle. Nel Mediterraneo e nell’Egeo già impegnate dieci navi: controllano le acque internazionali anche a sostegno della flotta dell’Unione.