Politica interna
Sbarco Diciotti. Il caso dello sbarco della nave Diciotti. Sono le undici di sera quando sul molo di Roncoglio attracca la nave con a bordo 67 immigrati, dopo una giornata di tensioni politiche. Solo alle 21.25 la svolta, con una nota ufficiale del premier Conte: “Sta per iniziare lo sbarco. Sono state completate le procedure di identificazione delle persone che erano a bordo, con particolare riguardo a quelle a cui risulterebbero imputabili le condotte che configurano ipotesi di reato. Nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti”. Fino a quel momento, la nave della GdF aveva dovuto rinviare lo sbarco, per una situazione di stallo durata ore. A sbloccare la situazione un atelefonata del Capo dello Stato, accolto con “stupore” dal Viminale. Il Quirinale temeva che la questione potesse aggravarsi dal rischio di un conflitto fra poteri dello Stato: contemporaneamente erano infatti in gioco la Guardia Costiera (sulla quale la parola spetta al ministro della Difesa), la Polizia di Stato (che risponde al ministro dell’Interno), la magistratura (che è invece autonoma e indipendente). Tutte entità con competenze assai diverse fra loro, ma che, impegnate contemporaneamente sul medesimo fronte, avrebbero potuto alimentare azioni discordanti e contraddittorie. Vitalizi. Nel pomeriggio di ieri l’ufficio di presidenza della Camera ha approvato il ricalcolo delle pensioni degli ex deputati, ribattezzato taglia-vitalizi – anche se i vitalizi non esistono più da sei anni – con 12 sì (Pd e FdI, oltre ai giallo-verdi) e 3 astenuti (Fi). “Bel segnale per il Paese”, commenta a distanza il premier Conte, a cui fa eco Salvini da Innsbruck: “Stop a vecchi e assurdi privilegi. Con la Lega, dalle parole ai fatti”. L’iter è stato però tutt’altro che semplice: per oltre due ore in ufficio di presidenza la minoranza tenta di far breccia nel muro eretto dalla terza carica dello Stato per modificare un testo ad alto rischio incostituzionalità. “Abbiamo messo fine a una disparità di trattamento che esisteva nel Paese tra cittadini e i propri rappresentanti. Nessuna misura spot: è un atto approvato dall’Ufficio di Presidenza della Camera, che fa bene alle istituzioni e alla politica perché le riavvicina ai cittadini”, commenta il presidente della Camera Fico; “Sono certo che anche il Senato farà le sue valutazioni e continuerà in questo percorso che non è solo di taglio dei costi, anche se comunque parliamo di oltre 40 milioni di euro di risparmio l’anno. Il senso più profondo di questa delibera è culturale e di riequilibrio sociale”. Politica estera Migranti. Il vertice dei 28 ministri degli Interni sull’immigrazione si chiude dopo mezza giornata di lavori a Innsbruck senza risultati concreti. Il tedesco Horst Seehofer non riesce a convincere Matteo Salvini a riprendere in Italia i richiedenti asilo registrati nel nostro Paese, il capo del Viminale non la spunta sul ricollocamento dei migranti approdati sulle nostre coste, il francese Gerard Collomb non cede alle pressioni italiane e tiene sprangato l’accesso di Ventimiglia. C’era una forte aspettative dal summit, con il quale si è aperto il semestre Ue a guida austriaca. Ma Salvini ha dovuto prendere atto che in mano non ha nulla di concreto, nonostante sia andato bene l’incontro trilaterale con il collega austriaco Herbert Kickl e quello tedesco Horst Seehofer; Vienna e Berlino non hanno convinto il leader leghista a riprendersi i migranti che sono arrivati in Italia, qui registrati e poi fuggiti nei loro Paesi. Salvini rivendica: “Diciamo che negli ultimi anni ai vertici europei contavano solo Germania, Francia e Inghilterra. Il primo incontro da quando ho assunto il nuovo incarico lo abbiamo vissuto da protagonisti”. NATO. I principali paesi della NATO hanno respinto le richieste del presidente Usa Donald Trump di aumentare la spesa militare. Dopo due giorni di discussioni, il vertice dei 29 Capi di Stato e di governo dell’Alleanza Atlantica di fatto quindi ha lasciato le cose invariate rispetto al 2014: gli alleati destineranno il 2% del Pil a investimenti per la difesa entro il 2024. Non sono servite quindi le velate minacce di Trump, che qualcuno ipotizzava addirittura essere pronto a uscire dalla NATO. “Potrei farlo, ma non esco dalla Nato, non è più necessario dopo i 33 miliardi stanziati dagli alleati, un livello di spesa mai visto prima”, ha detto il Presidente USA, confermando di fatto la minaccia. Il premier Giuseppe Conte ha riconosciuto che è una “realtà” la rivendicazione del presidente Usa: il carico finanziario sugli Stati Uniti è eccessivo. Ma ha escluso una “spesa aggiuntiva” dell’Italia e ha confermato la scadenza degli incrementi concordati da tempo “al 2024”. Economia e Finanza Crescita. Ieri la Commissione Ue ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita italiane: 1,3% nel 2018 e 1,1 nel 2019. Rispettivamente lo 0,2 e lo 0,1% in meno rispetto alle stime di primavera. Di fronte a questi numeri, il ministro Tria ha affermato che “in un momento di rallentamento non si possono fare aggiustamenti troppo forti”. E il premier Conte: “Confido che quest’anno non servirà una manovra bis”. La Commissione ci chiede di aggiustare il deficit dello 0,3% quest’anno e dello 0,6% il prossimo. Ma il governo non sembra intenzionato a farlo. Dal Tesoro si dicono fiduciosi di non incappare così in una procedura d’infrazione Ue. Da Bruxelles fanno sapere che nulla è ancora concordato. Giunto a Bruxelles per una riunione dei ministri delle Finanze, íl ministro dell’Economia Giovanni Tria ha incontrato ieri il vice presidente Dombrovskis. Il ministro ha definito “collaborativo” e “costruttivo” l’atteggiamento dell’esecutivo comunitario. Interpellato sull’andamento dei conti pubblici, ha poi precisato che “nulla cambia” per il 2018, mentre per il 2019 “non ci sarà sicuramente un peggioramento strutturale”, quindi “resteremo almeno stabili”. Lavoro e imposte. L’ultima versione del decreto estivo che va verso la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» – dopo la firma ieri sera del Capo dello Stato, Sergio Mattarella – cambia ancora: i contratti a tempo determinato per le attività stagionali potranno essere prorogati o rinnovati liberamente, senza dover indicare la causale; l’aggravio contributivo resta e scatterà «in occasione di ciascun rinnovo» di un rapporto a termine, inclusa la somministrazione. Una terza novità riguarda poi le coperture dei giochi, con un anticipo dello 0,25% di aumento del Preu sulle slot per coprire l’abolizione dello split payment per i professionisti a partire dalla prossima settimana. Intanto secondo il Rapporto 2018 sul coordinamento della finanza pubblica che la Corte dei conti ha presentato ieri a Montecitorio, l’Irpef attuale schiaccia il ceto medio, ma la flat tax potrebbe non essere la soluzione per le sue ricadute sui redditi più bassi; e su un bilancio pubblico che, demografia alla mano, deve sostenere una spesa per welfare e pensioni dove «sono stretti, se non del tutto esauriti, gli spazi» per ammorbidire la riforma Fomero. |