Politica interna
Nomine. Il gioco a incastri delle commissioni parlamentari è alle battute finali: entro lunedì i gruppi dovranno designare i componenti, tra mercoledì e giovedì dovrebbero essere eletti presidente, vicepresidenti e segretari. Per ora è arrivato il via libera sulle deleghe per i ministri senza portafoglio, oggi in un nuovo Cdm dovrebbe arrivare il semaforo verde per quelle ai dicasteri “pesanti”. Ma tra Lega e M5S la tensione si alza: nel Cdm di ieri sera non sono state ancora definite le varie competenze. A M5S con la Castelli il compito di occuparsi della legge di Bilancio, il leghista Garavaglia si occuperà di fisco mentre l’altro pentastellato Villarosa avrà la delega sui giochi. Conti aperti anche per il Viminale, con l’intenzione di Salvini di affidare i ruoli più importanti ai fidati Molteni e Candiani. Per le commissioni economiche il “Cencelli” in salsa legastellata vede in pole, fronte Lega, gli economisti euroscettici Claudio Borghi e Alberto Bagnai: il primo veleggia verso la guida della Bilancio di Montecitorio, il secondo verso la presidenza della Finanze del Senato. Patto Pd-FI per Copasir e Vigilanza. L’ira di Fratelli d’Italia: «Smentite».
I pm indagano sui fondi di Parnasi alla Lega. Accertamenti sui finanziamenti dell’imprenditore Luca Parnasi alla Lega. I pm capitolini vogliono vederci chiaro nelle erogazioni che sarebbero state fatte verso il Carroccio. L’ultimo finanziamento risale al 14 febbraio scorso: 100mila euro. Al riguardo il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha detto: «Nessun problema per il Governo» e «aspetto che parli chi ne sa più di me: quello che posso dire è che Parnasi, per come l’ho conosciuto, mi è sembrata una brava persona». Nel gennaio scorso, in vista della campagna elettorale, l’imprenditore accusato di corruzione stava tessendo la sua tela, utile per fare affari anche in un eventuale «nuovo corso» della politica italiana. Organizzava cene e incontri con i politici, si diceva a disposizione per concedere favori e regali. «Noi in questo momento con i 5 Stelle abbiamo una forte credibilità. C’è un rischio altissimo che questi facciano il governo, magari con Salvini insieme… e quindi noi potremmo pure avere… incrociamo le dita, un grande rapporto». Ma c’è anche una cena con Giorgetti. Intanto ha lasciato – sempre per l’inchiesta sullo stadio – il presidente di Acea.
Economia e finanza
Draghi chiude l’ombrello del Qe. Il calendario è fissato: fine del Qe al 31 dicembre 2018, impegno a proseguire nel programma di reinvestimenti dei capitali rimborsati sui titoli in scadenza fino a quando sarà necessario e soprattutto tassi sui livelli attuali «almeno» fino alla prossima estate. Sono i punti salienti delle decisioni adottate ieri dal Consiglio direttivo Bce. Gli acquisti di bond proseguiranno al ritmo di 30 miliardi di euro al mese prima di essere dimezzati a 15 miliardi a iniziare da ottobre. E al 31 dicembre il quantitative easing giungerà al termine. Il presidente della Bce, Mario Draghi, ieri si è soffermato anche sulle polemiche dei giorni scorsi, spiegando che «a maggio gli acquisti di bond italiani sono stati pari a 3,6 miliardi di euro, superiori ai 3,4 miliardi di marzo e gennaio. Dunque nessun complotto» contro l’Italia. Durante la conferenza stampa seguita alla riunione dei Consiglio dei Governatori della Bce — tenuto questa volta non a Francoforte ma a Riga — riferendosi al dibattito in Italia, Draghi ha detto che «non dovremmo drammatizzare troppo i cambi di politica economica». Quello che conta è che «rimangano all’interno dei trattati esistenti», che «non distruggano i progressi fatti», anche «attraverso il linguaggio».
Contratti a termine. Una stretta sui contratti a termine, ma non il ritorno dell’articolo 18. L’assicurazione obbligatoria per i riders, i fattorini in bici, che saranno coperti anche per maternità e malattia. Il divieto di pubblicità per giochi e scommesse. Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio prova a uscire dall’angolo politico in cui è stato messo dall’attivismo di Matteo Salvini. E annuncia un provvedimento, lo chiama «decreto dignità», che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri ai primi di luglio. Un decreto a costo zero e in quattro punti. Uno dedicato proprio alla lotta alla precarietà. Che si dovrebbe tradurre in una riscrittura del decreto Poletti, per ridurre il numero «quasi illimitato» di rinnovi possibili dei contratti a tempo. E nell’attribuzione di maggiori diritti alla «generazione abbandonata» dei lavoratori digitali, come i ciclofattorini: tutele Inps e Inail, un salario minimo orario. «Aboliremo la retribuzione a cottimo», annuncia Di Maio.
Politica estera
Vertice Macron-Conte. “Il presidente proporrà all’Italia un piano per rivedere il trattato di Dublino. E apre le porte a una quota di migranti in arrivo in Spagna”. L’incidente politico-diplomatico tra Francia e Italia per ora è rientrato e oggi il presidente francese Emmanuel Macron avrà il previsto colloquio bilaterale all’Eliseo con il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte. L’attacco di Parigi sulla vicenda della nave Acquarius aveva creato uno stato di tensione inedita con Roma, da mettere in forse l’incontro. Ma sia la Francia che l’Italia in questa fase non hanno interesse ad alienarsi un potenziale alleato dentro il consiglio Ue e così in un colloquio notturno tra mercoledì e giovedì è stata fatta pace. Nel sottolineare che non ha “mai voluto offendere l’Italia o il popolo italiano” Macron lascia intendere che il dissenso è con il governo e, specificatamente, con il nuovo ministro dell’Interno Matteo Salvini. I problemi apparecchiati sul tavolo dell’Eliseo restano. «Da un anno ho sempre voluto lavorare insieme all’Italia» ha detto ieri il capo dello Stato, alludendo all’ottima collaborazione con il governo Gentiloni.
Trump Foundation. La procura generale di New York ha fatto scattare una durissima offensiva legale contro il Presidente Donald Trump e la sua fondazione di beneficenza: la Trump Foundation è stata denunciata per aver condotto eclatanti attività politiche e di business del tutto illegali per una “charity”. L’accusa è di quelle infamanti: usare le donazioni destinate alla beneficenza per pagare le spese private di famiglia. La procuratrice generale dello Stato di New York, Barbara Underwood, ha chiuso l’indagine aperta dal suo predecessore, Eric Schneiderman, pochi mesi prima delle presidenziali del 2016. L’ex procuratore è stato costretto alle dimissioni nel maggio 2018, dopo che quattro donne lo avevano denunciato pubblicamente per abusi sessuali. Durissima la conclusione di Barbara Underwood: «La Fondazione era come un libretto degli assegni a disposizione della famiglia Trump e delle sue imprese». Conclusione: «Non è così che fondazioni private dovrebbero operare e vogliamo che la Foundation sia ritenuta responsabile dell’uso scorretto di assett di beneficienza».