Politica interna
Migranti. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, nonostante i proclami dei giorni scorsi da parte di Salvini, annuncia che i porti italiani rimarranno aperti: “Durante il periodo necessario a raggiungere una revisione delle regole operative della missione militare Sophia, per cinque settimane, l’Italia garantirà l’approdo nei propri porti di tutte le persone salvate”. E ancora: “Dobbiamo affrontare un lavoro complesso che richiede di spostare l’attenzione dal momento dell’arrivo al momento delle partenze dei luoghi d’origine, alla sorgente e non solo alla foce, intervenendo nei Paesi dove partono, agire sui tragitti di questi tragici spostamenti per lottare contro i trafficanti”. Da registrare anche le parole di Gian Carlo Blangiardo, 70 anni, ordinario di Demografia a Milano Bicocca, collaboratore di Ismu, Censis e Conferenza episcopale, tra i candidati alla successione di Giorgio Alleva all’Istat: “Oggi più che puntare a farci pagare la pensione dagli immigrati dovremmo aumentare l’occupazione femminile, che in Italia è ancora bassissima. Siamo distanti dieci punti percentuali dagli altri Paesi europei. Tornando agli immigrati non ho paura di parlare di espulsioni e porte chiuse. Qui non ci stanno: è un dato di fatto”. Intanto la proposta della Commissione europea sul tema migranti che verrà svelata oggi dovrebbe ruotare attorno a tre elementi: la possibilità i rifugiati tra gli altri Stati membri; il rimpatrio assistito per chi non può godere della protezione internazionale e le procedute accelerate negli hotspot. Ma ognuno di questi elementi sarà su base volontaria.
Casaleggio jr. Davide Casaleggio, il figlio del co-fondatore del M5S Gianroberto, rilancia in un’intervista a La Verità un’idea controversa: “Oggi grazie alla Rete e alle tecnologie esistono strumenti di partecipazione decisamente più democratici ed efficaci in termini di rappresentatività popolare di qualunque modello di governo novecentesco. Il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile”. Le frasi hanno subito scatenato le polemiche delle opposizioni. Dice seccamente il segretario Pd Maurizio Martina: “Quando qualcuno immagina il superamento della democrazia rappresentativa impone a noi una reazione forte”. Gli attacchi non si risparmiano nemmeno da destra. “Dopo le scie chimiche e l’allunaggio mai avvenuto, l’ultima minchiata galattica”, irride Giorgio Mule, portavoce dei gruppi di Forza Italia. “Aberrante: soltanto qualche settimana fa Grillo proponeva la scelta dei parlamentari attraverso un’estrazione”, gli fa eco Renato Schifani.
Politica estera
Caso Benalla. Lo scandalo della guardia del corpo del presidente francese Macron, che si è spacciato per poliziotto e ha picchiato i manifestanti, scuote la Francia, con l’avvio dalle audizioni della commissione d’inchiesta parlamentare seguite per ore e ore in tv e sui social media. Politica paralizzata dal caso, con il dibattito sulla riforma costituzionale rinviato a dopo l’estate. II primo maggio Alexandre Benalla, capo della sicurezza di Macron, ha picchiato due manifestanti spacciandosi per poliziotto, e ciò che fa discutere è la protezione di cui avrebbe continuato a godere fino al 18 luglio. Il cerino passa di mano in mano. Presto toccherà a Patrick Strzoda, capo gabinetto dell’Eliseo che aveva firmato a maggio la blanda sanzione contro Benalla: è lui il nome che potrebbe essere presto sacrificato da Macron per tentare di spegnere l’incendio. Alcuni deputati hanno proposto di organizzare un’audizione di Macron, impossibile secondo molti costituzionalisti, o in alternativa della moglie Brigitte. Le minacce danno l’idea del clima che si respira. Intanto continuano ad emergere nuovi privilegi di cui godeva Benalla: oltre allo stipendio di 10mila euro, al grado di tenente colonello nonostante la giovane età, aveva ricevuto un appartamento di rappresentanza dell’Eliseo. E secondo l’Express, la Presidenza aveva sbloccato di recente un fondo di 180mila euro per rinnovare gli oltre 200 metri quadri in cui abitava “Monsieur Sécurité”.
Iran/USA. Domenica il presidente iraniano Rouhani aveva detto che un conflitto con gli USA sarebbe stato “la madre di tutte le guerre”. Non si fa attendere il duro attacco del presidente USA Donald Trump via Twitter nei confronti del “diavolo iraniano”, come aveva definito lo scorso ottobre il presidente della Repubblica Islamica: “Al presidente iraniano Rouhani. Non minacciare più gli Stati Uniti o patirai conseguenze mai subite nella storia da altri. Non tollereremo oltre le tue demenziali parole di violenza e di morte. Sii prudente!”. Un’escalation di paroloni, che secondo gli analisti americani ricorda da vicino lo scambio di insulti fra The Donald e il leader nordcoreano Kim Jong-un che per mesi fece tremare il mondo. I rapporti tra Usa e ‘Iran si sono fatti tesissimi dopo l’annuncio lo scorso maggio della decisione di abbandonare l’accordo sul nucleare fortemente voluto da Obama.
Economia e Finanza
Fca. Piazza Affari alla traumatica e forzatamente accelerata successione reagisce con forti cali iniziali di tutti i titoli della galassia: da Exor, la capogruppo, alle controllate in cui Marchionne regnava — Fca, Ferrari, Cnh — i segni meno oscillano tra il 4 e il5%. A fine giornata il colpo si attutisce, ma il conto finale dice che la scuderia Agnelli brucia 2,4 miliardi di capitalizzazione. L’azienda ieri ha registrato un altro addio di peso, quello di Alfredo Altavilla, responsabile dell’area Emea per Fca, che ha rassegnato le dimissioni. Altavilla ha rappresentato per anni un punto di riferimento saldo in Fca, lavorando a stretto contatto con Marchionne. Parte, dunque, con qualche assestamento inevitabile la guida di Fca da parte dell’inglese Manley, che assume con effetto immediato ad interim la carica lasciata vacante “per interessi professionali” da Altavilla. La vera sfida per Manley si giocherà nei prossimi mesi, quando dovrà confrontarsi più da vicino e con ruoli di responsabilità più significativi con l'”eredità Marchionne”. Il nuovo ceo dovrà lavorare alla realizzazione di un piano industriale già scritto, ambizioso, che punta tutto sul ruolo crescente di Jeep, al ritorno al dividendo, e che prevede investimenti per 45 miliardi di euro, per una spesa media annuale pari al 7% dei ricavi netti. Nell’immediato poi, Manley dovrà mettere in cantiere lo spin off di Magneti Marelli, su cui il gruppo sta già lavorandoe che dovrebbe essere definito entro fine anno. Infine, dovrà sciogliere il nodo della produzione in Italia.
Decreto dignità. Il decreto lavoro, allo studio delle Commissioni Lavoro e Finanza della Camera, prevede una stretta sull’utilizzo dei contratti a tempo determinato nel settore privato, mentre nella scuola un emendamento presentato dalla maggioranza allunga il limite di utilizzo dei supplenti a oltre i 36 mesi. La maggioranza è intenzionata anche ad approvare un emendamento con la sanatoria per “vecchi” diplomati magistrali, oltre 43mila, per i quali potrebbero apririsi le porte della scuola attraverso un concorsone. Queste le novità arrivano dalle commissioni riunite Finanze e Lavoro che ieri fino a tarda sera hanno proseguito l’esame degli emendamenti giudicati ammissibili. Intanto il Pd fa retromarcia sull’emendamento al decreto Dignità che chiedeva la soppressione dell’articolo che aumenta del 50% l’indennizzo in caso di licenziamento senza giusta causa. Ieri il segretario Martina ha annunciato che il gruppo del Pd alla Camera “lavorerà al superamento” del controverso emendamento. Una formula che, non senza imbarazzi, evita lo scontro con la sinistra interna pronta a mettere ai voti un ordine del giorno di Cesare Damiano che chiedeva esplicitamente il ritiro dell’emendamento.