Politica Interna
Avvertimento Mattarella. Altro che «presidente notaio». Ieri Sergio Mattarella ha declinato al presente la lezione di Einaudi e lo ha fatto proprio nel bel mezzo delle trattative grillo-leghiste per il Governo essenzialmente per chiarire- a scopo preventivo – un concetto: che non starà a guardare e che, come il suo predecessore, non sarà un presidente-notaio. E dunque è pronto a una leale collaborazione ma si prepara, qualora lo mettessero in condizione di farlo, a usare tutte le prerogative che gli affida la Costituzione a partire dal potere di nomina del premier; dal vaglio e controllo sui ministri; dalla censura dil eggi di spesa che non abbiano le coperture e violino l’articolo 81 che prescrive anche il pareggio di bilancio. Il capo dello Stato rivendica di essere, come Einaudi, «tutore dell’osservanza della legge fondamentale». E, con una citazione riferita al potere più incisivo del sovrano (ma riferita al presidente della Repubblica), puntualizza che quel potere «può e deve rimanere dormiente per decenni e risvegliarsi nei rarissimi momenti nei quali la voce unanime, anche se tacita, del popolo gli chiede di farsi innanzi e risolvere una situazione che gli eletti del popolo da sé non sono capaci di affrontare». Nel discorso di ieri c’è chi ha visto perfino un mutamento di stile presidenziale. I suoi molti silenzi, quasi uno scomparire dalla scena politica che invece -anche neigiorni scorsi – si è trasformato in una presenza piena.
Programma M5s-Lega. «Domani o si chiude, oppure alzo le braccia». Matteo Salvini è appena uscito dalla maratona con Luigi Di Maio e le delegazioni di Lega e 5 stelle che stanno mettendo a punto il programma del futuro governo. Programma ricco su cui si dovrà costruire il governo giallo-verde se tutte le tessere del mosaico andranno a posto. Anche Di Maio — arrivato con un’ora di ritardo al summit rispetto al segretario della Lega —, dopo la riunione, mostra segni d’ottimismo. «La discussione va avanti e ci sono ampi punti di convergenza. Non abbiamo parlato di nomi». Resta da rimuovere dal percorso il macigno Palazzo Chigi e l’unica leva concordata dagli ex aspiranti premier è stata la rosa di nomi. Ancor più dopo il pesante monito di oggi del presidente della Repubblica Mattarella: «Il presidente non è un notaio», con chiaro riferimento alle prerogative costituzionali di scelta del capo del governo. L’identikit porta a una figura tecnica. A seconda del punto di caduta, verrà definito il resto dell’esecutivo. La strada, però, anche sul contratto non è definita. Lega e Carroccio mostrano la volontà di andare al Colle domani. «Se la compatibilità arriverà all’80% si parte. Altrimenti ci abbiamo provato», ribadisce Salvini come a sottolineare che tutte le vie sono aperte. Gli sherpa che stanno confezionando il programma sono determinati a chiudere, questa mattina alle 10.30 è fissato un nuovo, lungo appuntamento. Intanto il programma prende man mano forma e oltre a punti come welfare nei Comuni e riforme istituzionali e decentramento, si aggiungono nuovi temi più cari ai Cinque Stelle come meritocrazia e spoils system. Uno degli ultimi punti del programma, che sarà probabilmente affrontato oggi, è il nodo dell’Unione Europea.
Politica Estera
Terrorismo a Parigi. Notte di paura nel cuore di Parigi. Ieri, alle 9 di un sabato sera in pieno centro, a due passi dall’Opera un uomo ha tirato fuori il coltello e ha cominciato a colpire attorno a lui, a caso. Un agente della gendarmeria è riuscito a intervenire dopo pochi minuti, presto, ma non abbastanza: un morto e otto feriti il primo bilancio intorno alle 22. Secondo alcune testimonianze gli agenti prima cercano di bloccare l’uomo usando un taser, una pistola elettrica. L’assalitore però reagisce, secondo alcune testimonianze urla: «O mi uccidete voi o vi uccido io». Secondo le prime testimonianze l’uomo è entrato in azione all’improvviso, qualche minuto prima delle nove, davanti un ristorante sulla rue Monsigny: «Ho visto una giovane donna avvicinarsi alla porta del locale — ha raccontato un cameriere — Un uomo si è avvicinato con un coltello in mano, si è scagliato contro di lei. L’uomo ha poi continuato lungo il marciapiede, dando colpi alle saracinesche chiuse dei negozi, e cercando di colpire i passanti che incontrava, chiunque». Nella notte la rivendicazione dell’Isis. La polizia in un primo momento non ha reso noto il profilo dell’aggressore, che non aveva documenti. Ma a indagare è l’antiterrorismo.
Strappo Usa-Iran. II grande slam di Angela Merkel tra Europa, cristianesimo e pace, si è concluso ieri ad Assisi, dove la cancelliera tedesca ha ricevuto la Lampada di San Francesco, «per la sua opera di riconciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli». La cancelliera ha premesso subito di non voler commentare in alcun modo la «situazione politica italiana impegnativa» astenendosi da «dare pagelle». Ma è sulla politica internazionale che la Merkel appare meno riservata a cominciare dalla situazione in Medio Oriente. Con l’uscita di Trump dall’accordo sul nucleare iraniano – tiene a precisare la cancelliera – la situazione in Medio Oriente è diventata più tesa; seguiamo gli eventi tra Iran e Israele tenendo conto che la sicurezza di Israele fa parte della ragione di Stato della Germania». La decisione di Trump, aveva detto venerdì la stessa Merkel, è un fatto «deplorevole» che «lede la fiducia nell’ordine internazionale». In tal senso, recentemente, si è pronunciato anche John Kerry, il segretario di Stato americano che ha siglato l’accordo sul nucleare con l’Iran in una recente intervista: «non ha senso, perché l’accordo funzionava. Ha reso la regione e Israele più sicuri e ora non sappiamo quel che succederà».
Economia e finanza
Intesa M5s-Lega sulle riforme fiscali. Lega e Movimento 5 Stelle d’accordo sull’addio a pagelle fiscali e spesometro, sulla riforma dell’Irpef a due aliquote con deduzioni pro-ceto medio e «pace fiscale» sulle vecchie cartelle. Le tasse (e l’ambizione di ridurle) sono state protagoniste nella prima giornata del confronto milanese fra i due aspiranti partiti di governo. E’ stata trovata inoltrel’intesa sull’Ilva di Taranto, che quindi non verrà chiusa, anche se si lavorerà per ridurne ulteriormente l’impatto ambientale. Per quanto riguarda il Fisco è stata inserita la flat tax. Confermata quindi la riforma fiscale a due aliquote, con un sistema di deduzioni concentrate su redditi bassi e ceto medio e una maxi-rottamazione (saldo di una quota e stralcio del debito) delle cartelle arretrate per finanziare l’avvio del nuovo sistema. Grande assente dal confronto fra Lega e M5S sul programma economico di un possibile governo è la crescita. Eppure quello è il punto centrale perché il deficit italiano è un defici di crescita. Così come il lavoro. L’Istat stima che il nostro tasso di mancata partecipazione al lavoro — che include, oltre ai disoccupati, anche gli inattivi cioè coloro che non cercano lavoro ma sarebbero disponibili a lavorare — si riduce attestandosi al 21,6% dal 22,5% dell’anno prima, ma rimane circa il doppio della media europea. Non si può pensare di redistribuire il reddito che ancora non c’è: cioè quello dei nostri figli della pensione all’aspettativa di vita.
Btp Italia. Il Tesoro torna a rifinanziarsi sui mercati con il nuovo collocamento del BTp Italia previsto per domani. Un’emissione da cui, stima Commerbank, potrebbero arrivare fino a 7 miliardi di euro di raccolta e che arriva nel pieno delle trattative sulla formazione del nuovo governo. L’asta sarà un test importante sulla fiducia dei mercati sul Paese dopo una settimana caratterizzata dal ritorno della volatilità su Borsa e titoli di Stato. Come per tutti gli altri (il primo risale al 2012 ai tempi della crisi dello spread) sarà indicizzato all’inflazione italiana e prevede un premio fedeltà (per chi lo mantiene fino a scadenza) dello 0,4%. Come per tutti i titoli di Stato il prelievo fiscale sulle cedole è agevolato, pari al 12,5% anziché del 26% che vige su sulle rendite finanziarie degli altri strumenti (conti di deposito, azioni, ecc.). Le incognite sul futuro del Paese, che si appresta ad essere la prima tra le maggiori economie dell’area ad essere guidata da un esecutivo euroscettico, saranno in ogni caso controbilanciate da altri fattori. Uno su tutti il ruolo della Bce come acquirente di ultima istanza nell’ambito del piano di Quantitative easing. Sul medio lungo termine l’ombrello della Bce continuerà a tenere il debito italiano al lontano dalla speculazione. Quanto all’immediato c’è un fattore tecnico che dovrebbe favorire il successo delle emissioni ed è quello della consistente liquidità che prevedibilmente potrà essere investita in BTp per via dell’ammontare di titoli italiani in scadenza la prossima settimana (13,6 miliardi di euro) e a fine mese (20).