Politica interna
Governo/1 – Giuseppe Conte è il nuovo premier incaricato. Ieri alle 17.30 è entrato al Quirinale per uscire quasi due ore dopo. “Sono consapevole della necessità di confermare la collocazione europea dell’Italia”, ha detto prima di ribadire che “sarò l’avvocato difensore del popolo”. “Il contratto M5S-Lega – ha sottolineato – rappresenta in pieno le aspettative di cambiamento degli italiani. Lo porrò a fondamento dell’esperienza di governo”. E ancora: “Fuori da qui c’è un Paese che giustamente attende la nascita di un esecutivo: quello che si appresta a nascere è il governo del cambiamento”. Conte è arrivato al Colle in taxi e in taxi se n’è andato per raggiungere prima la Camera dei deputati e poi il Senato. Il presidente Mattarella: “Deve preoccuparsi della stabilità del Paese”.
Governo/2 – L’asse anti Bruxelles si salda attorno al nome del ministro all’Economia Paolo Savona. È l’ultima trincea che Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno deciso di difendere a oltranza. Il leghista Giorgetti afferma che “sarà lui”. Sull’altro fronte c’è il Quirinale che pretende garanzie sui rapporti con l’Europa. Perché se si sfondano i conti entra in gioco la stessa permanenza del Paese nell’area Euro, se non la sopravvivenza della moneta unica. E quelle garanzie un economista anti-Ue come l’ottantenne Savona non può fornirle. Lo scontro è aspro, forse l’ultimo vero ostacolo prima che inizi a marciare il governo dei “barbari”. La Lega vuole misure shock nei primi 100 giorni: “Ci concentreremo sulla cancellazione della legge Fornero, sull’autonomia delle Regioni, sulla legittima difesa, su un piano di riduzione delle tasse”.
Politica estera
Libia – Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato una conferenza internazionale in stile Nazioni Unite sulla Libia, a Parigi, per il 29 maggio. Il tutto mentre l’Italia è nel bel mezzo del passaggio da un governo all’altro, ma soprattutto mentre la Libia non è assolutamente ancora pronta per quello che prova a chiedere Macron, ovvero una accelerazione politica verso le elezioni a Tripoli. “È come se Macron avesse voluto cogliere questo momento di assenza politica dell’Italia sui dossier libici”, commentano alla Farnesina, “per lui sarà una bella photo opportunity, a noi creerà molto dispiacere, ma il vero problema è che sarà soltanto un’illusione di progresso diplomatico, non inciderà sulle cause reali dello stallo politico in Libia”.
Irlanda – Domani gli irlandesi decideranno se abrogare l’8° emendamento dell’articolo 40 della Costituzione, una delle leggi più restrittive d’Europa sull’aborto. Introdotto nel 1983, afferma che “lo Stato riconosce il diritto alla vita del bambino nel grembo materno e riconosce lo stesso diritto alla vita della madre”. Nel caso di vittoria del Sì, l’aborto verrebbe permesso senza limiti nelle prime 12 settimane con il consulto di due medici che hanno 72 ore di tempo per dare il via libera. Oltre le 12 settimane è ammesso solo in caso di pericolo di vita per la madre o il bambino. 200.000 è il numero stimato delle donne irlandesi che negli ultimi 35 anni sono state costrette ad andare in Gran Bretagna per abortire. Per i sondaggi è avanti chi vuole la liberalizzazione, ma pesano gli indecisi. E’ anche uno scontro tra aree rurali e grandi città.
Economia e finanza
Politica economica – “Non ci può essere una politica forte senza un’economia forte. E se la politica pensa di essere forte creando le condizioni per indebolire l’economia, lavora in realtà contro se stessa”. Lo ha detto ieri il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, all’assemblea annuale dell’associazione. Boccia sostiene con passione le infastrutture, chiede meno enfasi sulle pensioni e maggiore impegno su lavoro e giovani (“vogliamo un Paese più giusto e inclusivo”), sollecita il chiarimento dei costi delle promesse elettorali e afferma che “l’Europa è imprescindibile”. Sottolinea inoltre che “non dobbiamo tornare a un eccesso di statalismo su Alitalia e banche”. Parole condivise da sindacati e altre associazioni di categoria. Ma secondo Ian Bremmer, politologo della New York University e fondatore di Eurasia, in Italia “qualunque beneficio in termini di domanda interna verrà annullato dalla crisi del credito.
Italia-Ue – Deficit strutturale da tagliare dello 0,6% nel 2019, ridurre la durata dei processi civili, non rimettere in discussione le riforme pensionistiche, continuare a ridimensionare con lo stesso ritmo il peso degli Npl nei bilanci delle banche. Sono le principali raccomandazioni che la Commissione europea, nel consueto appuntamento di primavera, ha rivolto all’Italia senza per ora chiedere manovre sui conti. Il caso ha voluto che l’appuntamento cadesse proprio nel giorno dell’incarico al premier del prossimo governo Lega-M5S, ma per Bruxelles è stata l’occasione per ribadire le proprie preoccupazioni su conti pubblici, banche e previdenza alla luce del programma del nuovo governo. A maggio, intanto, l’indice Pmi nell’Eurozona è sceso dai 55,1 punti di aprile a 54,1 punti (il minimo da un anno e mezzo), confermando il rallentamento della crescita dell’attività manifatturiera: a incidere le incertezze del commercio globale e l’impennata del petrolio.