Politica interna

Consultazioni. Oggi il presidente Mattarella darà un ampio mandato al presidente della Camera, Roberto Fico, per dare ai partiti l’ultima spinta. La verifica affidata a Fico dovrebbe concentrarsi sulla praticabilità di un accordo tra 5 Stelle e Pd, ma nulla vieta che cammin facendo si aprano dialoghi anche con la Lega, anche se il tavolo si è fatto sempre più difficile nelle ultime ore. Al Colle si è registrato l’ultimatum di Luigi Di Maio a Matteo Salvini, all’uscita dai colloqui con la presidente del Senato: una risposta sull’alleanza Lega-5stelle entro domenica, cioè ieri. La risposta non è arrivata. Perciò, a meno di un intervento dell’ultimo minuto, Mattarella fischierà la fine della partita che dovevano giocare centrodestra e grillini. La Casellati ha esplorato, ha fallito, Salvini non ha rotto con Berlusconi. Ora si passa allo scenario successivo. Il M5S punta alla mediazione di Lotti con Renzi, ma la strada sembra in salita.

Parlamento. Un’altra settimana di vacanze per i neo eletti quella che s’ apre, cui si aggiunge la prossima, legata al ponte del primo maggio, tanto che la camera è convocata per il 7 maggio non avendo nulla da legiferare. La Meloni si unisce all’appello di Delrio e della Gelmini per far partire lo stesso il lavoro nelle commissioni, pur in assenza di governo. Per farlo ci vorrebbe l’unanimità dei partiti che invece manca. In assenza di un esecutivo non è facile costituire gli uffici di presidenza delle 14 commissioni di ciascuna delle Camere. Tra Camera e Senato, ci sono ancora complessivamente 11 organi in attesa di nomina: in ballo ci sono più di 1.300 nomine, senza contare le commissioni d’inchiesta. All’appello mancano anche la giunta per le elezioni e quella per le autorizzazioni. Per ora la sola cosa di cui si parla a Montecitorio sono i vitalizi, visto che il presidente ha chiesto entro questa settimana uno schema di delibera per abolirli, da far approvare dall’ufficio di presidenza da lui diretto. Ma se per caso dovesse essere Fico a ricevere non solo un incarico esplorativo, ma anche un incarico pieno per formare un governo, sarebbero di fatto sospese le delibere e gli atti da lui promossi come terza carica dello Stato.

Politica estera

Spd. Dopo le elezioni tedesche dello scorso 24 settembre e le lungghe trattative che ne sono seguire, da qualche settimana è ufficialmente partito il quarto mandato della cancelliera Angela Merkel, appoggiato dai socialdemocratici di Spd.  Dopo il flop alle legislative (20,5%, minimo storico del centrosinistra tedesco nel Dopoguerra) e le dimissioni di Schulz, il partito ha scelto ieri la nuova leader, Andrea Nahles. Si tratta della prima donna a capo del partito in oltre 150 anni di storia. Ma il congresso di Wiesbaden conferma le insicurezze dell’odierna Spd, ai minimi storici in termini di favore popolare. La nuova leader ha parlato ieri senza entusiasmare la folla: “La solidarietà è quella che manca di più nel mondo globalizzato, neo-liberale e iperdigitalizzato”, ha detto, tracciando i primcipali obiettivi da perseguire: “Buone università e scuole gratuite, un’economia dove i benefici raggiungano tutti, posti di lavoro anche nelle regioni più deboli”.

Politica estera USA. Stasera Donald Trump accoglie a Washington il collega francese Emmanuel Macron e la moglie Brigitte. Dopo la visita di Trump in Francia lo scorso 14 luglio, i due leader si sono sentiti regolarmente al telefono, si sono incontrati varie volte, incluso all’apertura dei lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu lo scorso settembre; il presidente francese sembra al momento l’unico europeo che possa farsi ascoltare da Trump, magari sui nuovi dazi che al momento sono sospesi ma potrebbero scattare dopo il primo maggio. Intanto tiene banco il “toto location” per l’incontro bilaterale tra Donald Trump e Kim Jong, atteso per giugno. Il luogo da scegliere è un tema su cui si sono già confrontati il direttore della CIA Pompeo, in visita a Pyongyang giorni fa, e il giovane leader: escluse le rispettive capitali, si pensa al 38° parallelo, alla Svizzera o alla Scandinavia. Sul fronte iraniano, sale la tensione infine con Teheran, che ha minacciato “conseguenze non molto piacevoli” per Washington se il presidente USA, Donald Trump, uscirà dall’accordosul nucleare. Ha detto il ministro degli esteri che gli americani  “hanno l’opzione di uccidere l’accordo ma dovranno fronteggiare le conseguenze. Prenderemo le nostre decisioni sulla base dei nostri interessi di sicurezza nazionale quando sarà il momento, ma qualsiasi esse siano non saranno molto piacevoli per gli USA.

Economia e Finanza

Crediti dei comuni. A oltre 23 miliardi ammonta iI totale dei crediti correnti sorti da almeno dodici mesi nei Comuni. Sono importi di natura tributaria, contributiva, perequativa o entrate extra tributarie. Questa tipologia di crediti emerge dal bilanci dei Comuni italiani alla voce “residui attivi esercizi precedenti”, ovvero le somme accertate e non riscosse entro il termine dell’esercizio. Questa incognita sui conti continua ad aggravarsi: tra il 2015 e il 2016 è cresciuta di circa il 15%, da 20,3 a 23,3 miliardi, mentre nel 2014 era di 19,8 miliardi. E quanto rivela una analisi realizzata da Cerved raccogliendo e rielaborando i bilanci 2016 di 8 mila comuni. Per raggiungere gli obiettivi,gli amministratori locali hanno privatizzato una parte del debito pubblico, mettendolo a carico delle imprese sotto forma di mancati pagamenti, e hanno puntellato la colonna delle entrate mantenendo in bilancio crediti ormai impossibili darecuperare. Quando la corda si è fatta troppo tesa, si è corsi ai ripari disegnando piani di rientro a lunghissima scadenza. Ma nemmeno nella fmanza pubblica esistono pasti gratis, e ogni euro destinato a coprire i buchi del passato è un euro non speso per i bisogni del presente.

Crisi. Secondo la fotografia scattata da Eurostat, in Italia sono aumentate le disuguaglianze sociali e il divario tra chi ha redditi più alti e chi ha meno disponibilità è sempre più ampio. A scapito della classe media, ancora più ristretta. Nel 2008, la parte più povera della popolazione in Italia poteva contare su un reddito che corrispondeva al 2,6% del totale. Durante gli anni della crisi, il reddito si è assottigliato fino ad arrivare all’1,8%. I metodi per misurare le disuguaglianze sono sostanzialmente due: uno meno immediato da comprendere si basa sull’indice ideato dall’italiano Corrado Gini, primo presidente dell’Istat. L’indica va da un minimo di 0 che indica la perfetta uguaglianza a un massimo di 1 che indica la massima disuguaglianza e cioè una sola persona che possiede tutto. L’altro metodo per misurare le disuguaglianze, di più immediata comprensione, è quello di prendere una quota di popolazione, per esempio il 40% piu povere, e verificare quale quota di reddito s iassicura. In una situazione di perfetta uguaglianza la quota sarebbe ovviamente il 40% ma in Europa la percentale del 2016 è del 20,9% in calo di 0,3 punti rispetto al 21,2% del 2010. Eurostat segnala però che in Italia il 40% della popolazione con i redditi più bassi aveva nel 2016 appena il 19,1% dei redditi complessivi contro il 19,7% del 2015 e il 20,2% del 2010.