Politica interna
Governo, il pressing di Mattarella. Dal Corriere della Sera: “Fissato per domani e venerdì il nuovo round di consultazioni al Quirinale. I Cinque Stelle saranno sentiti dopo il centrodestra. Non ci sarebbero ancora le condizioni per un incarico e, tra i dubbi del capo dello Stato sulla possibilità di effettuare un terzo giro, spunta ridea di un esploratore. In Parlamento, intanto, si consolida l’asse tra M5S e il centrodestra. Ieri la Commissione speciale ha bloccato la riforma delle carceri”. Marzio Breda sempre dal Corriere: “E’ scontato che Mattarella non nutra al momento fiducia di poter affidare venerdì un incarico pieno, e neppure un pre-incarico su modello di quello che ebbe Pier Luigi Bersani cinque anni fa. L’ipotesi è remota. Come quella di un terzo giro di consultazioni. Che cosa significa allora l’indiscrezione secondo la quale il capo dello Stato prenderà comunque delle decisioni? Lo strumentario a sua disposizione contempla due possibilità: 1) inventare una parentesi simile alla «commissione di saggi per le riforme» usata nel 2013 da Napolitano per guadagnare un paio di settimane, dopo il forfait di Bersani; 2) affidare un mandato esplorativo, e qui si apre un nodo complicato. Questo mandato fiduciario, infatti, usualmente si dà ai presidenti di Senato o Camera, ed è scontato che né Fico né la Casellati hanno già maturato l’esperienza per assolverlo. L’altra chance sarebbe un pubblico appello ai partiti affinché, con un bagno di realismo e riflettendo sulle esigenze del Paese, aprano «un dialogo formale» tra loro in Parlamento. Ma, visto che si dimostrano impegnati tutt’ora a giocare al maggioritario senza aver preso atto della natura proporzionale del voto, lo ascolterebbero?” Tajani intervistato dal Corriere: «Salvini ha un patto con il centrodestra, che hanno sancito gli italiani. Io credo nell’indissolubilità del matrimonio del centrodestra. Non credo che nella testa del leader della Lega ci sia quello di tradire i nostri elettori». “Ma Di Maio non vuole Berlusconi”, è la considerazione. R.: «Di Maio vuole i nostri voti in Parlamento, peccato che Forza Italia è Berlusconi: abbiamo 170 parlamentari, siamo il secondo gruppo in Senato, in tanti devono rassegnarsi». Denis Verdini sul Foglio: “L’unico orizzonte di Salvini è quello di rafforzare la coalizione”, non quello di sfasciarla, favorendo un tradimento di massa dentro Forza Italia, “un partito che peraltro senza Berlusconi non esiste, poiché quei voti appartengono al solo Berlusconi. E per fare cosa, poi? Per un piccolo governo accanto a Di Maio? E’ evidente che non funziona”.
Nel Pd cresce l’ala governista. Repubblica: “Il Pd non può «solo limitarsi a guardare e permettere la nascita di un governo Lega-M5S. Deve invece lavorare per condizionare il quadro politico”. Dario Franceschini nel suo intervento davanti ai gruppi parlamentari del Pd cerca di innescare movimenti che rimettano in gioco il partito nella complicata vicenda della formazione del nuovo esecutivo. Ma riceve un secco no da Matteo Orfini che ribadisce: «L’unico posto del Pd è all’opposizione». «Bisogna aspettare che emergano le loro contraddizioni (di M5S e Lega, ndr) e allargare le crepe con una opposizione dura e ragionata». L’assemblea era stata aperta dal segretario reggente Maurizio Martina, che ha indicato le quattro cose concrete di cui il Pd deve discutere: occupazione e lavoro, immigrazione, reddito di inclusione, risanamento dei conti pubblici. Ma il reggente ha anche aggiunto: «Non possiamo immaginare la strada proposta da Di Maio, la sua è una logica irricevibile. Pd e Lega non sono certo interscambiabili. Denunciare questo non significa essere indifferenti a quello che accade». Martina ha anche invocato un confronto interno sereno, «senza bisogno di «fare volare gli stracci». Ma il clima pare avvelenato. «La sinistra non si suicida se dialoga con i 5Stelle, ma se rinuncia a stare nel dibattito politico, a parlare al Paese e alla quotidianità delle persone». In un’intervista a Repubblica parla Anna Rossomando. È stata eletta vice presidente del Senato, un incarico che arriva dopo dieci anni di Parlamento e una militanza lunga quaranta anni. D.: “Dunque il Pd deve aprire ad un Di Maio che dice ‘la guerra è finita'”? R.: «Se si sotterra l’ascia di guerra, si usano toni civili e si riconosce la legittimità degli avversari politici è una bella conquista, che saluto con favore. Ma sul governo la situazione non cambia molto, è l’impostazione che non è accettabile. Non si può aprire indifferentemente al centrodestra e a noi, perché abbiamo due programmi opposti, molto molto diversi». E sull’assemblea del 21 che dovrà eleggere il segretario, Rossomando dichiara: «Certamente sì, va eletta una figura che ci porti in tempi ragionevoli ad un congresso. E ci vuole discontinuità. Ma il congresso non può limitarsi alla scelta di una persona (…) Al Pd serve una analisi seria delle ragioni della sconfitta (…) Noi al governo abbiamo fatto molte cose positive, e io le rivendico, ma non è bastato. Non siamo riusciti a parlare a quel disagio, alla vita quotidiana delle persone, delle famiglie. Dobbiamo ripartire da lì”.
Si segnala infine dal Corriere, e su un altro fronte, che “l’ex premier Matteo Renzi è stato ascoltato dai pubblici ministeri di Roma come persona informata sui fatti per il caso Consip, per provare a chiarire il ruolo di Lotti, che era sottosegretario a palazzo Chigi”.
Economia e finanza
Contratti, il welfare conquista anche le Pmi. Dalla prima del Sole 24 Ore: “I contratti di lavoro con quote di welfare si applicano sempre più anche nelle piccole e medie imprese. Con vantaggi consideravoli, visto che il 63,5% delle imprese dichiara di aver aumentato la produttività. «Il welfare finalizzato a education e formazione è una forte leva di crescita», dice Carlo Robiglio, presidente di Piccola Industria di Confindustria. «Migliora la produttività delle aziende e rafforza il rapporto con i collaboratori, creando le condizioni per una piena espressione della persona nel lavoro». Nel campo della salute e dell’assistenza il 42% delle imprese ha attuato almeno un’iniziativa (erano il 32,2% nel 2016). Nel dettaglio, le iniziative di sanità complementare sono cresciute dal 29,2% del 2016 all’attuale 35,7% (adesione al fondo di categoria, polizze aziendali). Per i servizi di prevenzione e cura (sportello medico, convenzione con centri specialistici) si è passati dal 3,6% (2016) all’attuale 11%. Il 59,4% delle Pmi inoltre offre ai dipendenti misure organizzative per conciliare i tempi di vita privata con quelli del lavoro (meno del 40% nel 2016), come lo smart working, permessi aggiuntivi per maternità, convenzioni con asili. Tra i fattori chiave per la diffusione del welfare aziendale, oltre a una più diffusa consapevolezza, la conoscenza delle norme e degli incentivi”.
Sempre dal Sole si segnala la fotografia dell’Istat che spiega come – nella media del trimestre dicembre 2017-febbraio 2018 – la produzione sia, anche se di poco, ancora salita (+1,4%) rispetto al trimestre precedente, mentre se si prende il primo bimestre 2018 (sullo stesso periodo 2017) il balzo è stato del 3,4 per cento. Insomma, il quadro resta complessivamente positivo, ma a tinte chiaroscure.
Aziende. Il Sole 24 Ore: “L’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile di Telecom porta ancora al primo punto la revoca di sei amministratori in quota Vivendi e al secondo la nomina di altrettanti candidati proposti da Elliott. Se si guardasse ai numeri, il fondo Usa avrebbe già vinto. Ma la contesa con Vivendi deve ancora passare dalle schermaglie legali prima di andare alla conta. Le speranze di evitare una vera Caporetto per il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré sono legate al ricorso d’urgenza che i legali di Telecom dovrebbero depositare oggi”.
Il Corriere: “La partita per la vendita di Alitalia prosegue con tre proposte di offerta. In attesa di un nuovo governo che dia luce verde sul destino dell’ex compagnia di bandiera, la procedura di cessione segna un nuovo passaggio. Ieri scadevano i termini per presentare le offerte vincolanti ai commissari straordinari che curano la cessione. Sono arrivate tre proposte di acquisto. A presentarsi sono stati i tedeschi di Lufthansa, che dovranno vedersela sia con la compagnia easyJet, in veste di capofila di una cordata che raccoglie Air France-Klm, il fondo Cerberus e Delta, sia con la terza offerta che dovrebbe essere quella di Wizz Air, il vettore low cost con base in Ungheria. II dettaglio delle offerte e delle condizioni economiche non è noto e i commissari si riservano di approfondirlo nel corso dei prossimi giorni, salvo già oggi vedersi con i ministri competenti Delrio e Calenda per fare il punto.
Il Sole 24 Ore: nel suo ufficio di Apollo Bandar, nel cuore di Mumbai, Anand Mahindra sta preparando il suo viaggio in Italia dove venerdì presenterà con Paolo Pininfarina un progetto di auto elettrica. Perché ha acquisito Pininfarina?, è la domanda. R.: Non cercavamo solo un bel design: fosse stato per questo ci saremmo limitati a diventare clienti di Pininfarina. Nel mercato dell’auto è molto difficile diventare un brand di lusso. Da anni Toyota lavora su Lexus e non è ancora riuscita a raggiungere quel pinnacolo al quale aspirava. Lusso è dove hai la combinazione di storia e artigianato. La storia di Pininfarina è bella e non poteva essere interrotta. Per questo abbiamo acquisito solo il 70%: altrimenti avremmo ucciso la storia. Pininfarina deve restare un’icona indipendente.
Politica estera
Siria, il fronte dei raid. Alleanza contro Assad. Repubblica: “Il rischio di uno scontro militare diretto fra America e Russia non era mai stato così vicino. Donald Trump cancella la sua partecipazione al vertice delle Americhe (in Perù) ed è la prima volta nella storia che un presidente degli Stati Uniti diserta quell’appuntamento istituzionale. «Resta a Washington per guidare la risposta in Siria e seguire gli sviluppi», spiega la Casa Bianca. La pressione della Francia è molto intensa per un intervento punitivo contro Bashar al-Assad, dopo la strage di almeno 60 vittime del gas Sarin nella città di Douma roccaforte dei ribelli. Trump si era già sbilanciato molto domenica e lunedì, annunciando che Assad pagherà un prezzo. Tuttavia la possibilità per Trump di cavarsela con un’azione dimostrativa senza danni collaterali si è ristretta. La Russia usa il suo peso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per bloccare anche una proposta di commissione d’indagine sull’ultima strage chimica di Assad. Ma l’intelligence americana, inglese e francese non può aspettare il verdetto di quegli esperti. Il conto alla rovescia è ormai arrivato alle 48 ore di ultimatum che diede Trump lunedì. La nave lanciamissili USS Cook è ormai a portata di tiro della costa siriana, con il suo carico di Tomahawk aspetta soltanto l’ordine dal Pentagono”.
Zuckerberg si scusa davanti al Senato Usa. Il Corriere: “Davanti alle Commissioni del Senato, Mark Zuckerberg ha rinunciato alla solita maglietta e alle certezze consolidate. «Ho sbagliato e chiedo scusa», sono state le parole con cui ha esordito nell’audizione seguita in diretta tv praticamente da tutto il mondo. Completo blu, camicia bianca e cravatta azzurra, il fondatore, presidente e amministratore delegato di Facebook, si è presentato visibilmente contratto e, per così dire, con le mani alzate. I senatori lo hanno accolto con ruvida cortesia, come il repubblicano John Thune: «Lei impersona il sogno americano, ma siamo preoccupati che questo sogno diventi un incubo per la privacy». Il democratico Bill Nelson lo ha avvisato: «Ci aspettiamo che si rimedi a questa situazione, se non agisce Facebook, lo dovrà fare il Congresso». «Stiamo verificando la natura di migliaia di account». «Facebook assicura a tutti gli utenti la possibilità di cancellare in ogni momento i propri post e le proprie informazioni». Ma a Zuckerberg è perfettamente chiaro che il volontarismo dell’azienda questa volta non basta. Ecco allora l’apertura a un intervento anche legislativo. Prima ancora che arrivino le domande è lui stesso a suggerire una regolamentazione: «La legge potrebbe cristallizzare le norme sul trattamento dei dati personali, stabilendo che cosa le piattaforme possano e non possano fare. Inoltre i legislatori potrebbero dare alle persone la sicurezza di poter disporre in maniera piena del proprio profilo e delle proprie informazioni»”.