Politica interna
Conte tradito dal curriculum. Dubbi sul curriculum e sui legami con Stamina, guai con il fisco: le polemiche si abbattono su Giuseppe Conte, indicato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega come il candidato premier del futuro governo gialloverde. Il giurista, tra le altre cose, avrebbe gonfiato il suo curriculum con corsi di perfezionamento all’estero che non risulterebbero essere mai stati frequentati. «L’Espresso» rivela: nel 2009 casa pignorata per un debito di 52mila euro. II presidente Sergio Mattarella congela la scelta e rinvia l’incarico per Palazzo Chigi. Ma Lega e M5S insistono: avanti con questo nome.
Il «filtro» del Colle sul nome del premier. Un’altra giornata di attesa per il Quirinale, che vuol fare attente verifiche sulla figura del premier indicato da Di Maio e Salvini, Giuseppe Conte. Quando ieri è esploso il petardo del curriculum «impreciso», l’entourage di Mattarella non si è stupito troppo che dai 5 Stelle filtrasse una proposta, indirizzata a Montecitorio ma in realtà al Colle. Perché non tornare al vecchio schema, che prevedeva Luigi Di Maio a Palazzo Chigi e Giancarlo Giorgetti all’Economia? A tagliar la testa al toro provvedeva in tempo reale Matteo Salvini: «O Conte o salta l’intesa». C’era un ammiccamento, nel rilancio dei 5 Stelle: Giorgetti avrebbe sostituito Paolo Savona al timone del dicastero centrale del governo gialloverde, risolvendo un problema pesante per il capo dello Stato: l’impatto di una simile nomina (Savona viene descritto comeun arcigno sovranista) su Europa e mercati.
Economia e finanza
Bruxelles: no a marcia indietro su riforme . In attesa di un nuovo governo, l’establishment comunitario rimane guardingo. Bruxelles guarda con timore al possibile arrivo al potere di una maggioranza pronta a smantellare le riforme fin qui adottate, come la Riforma Fornero, e grazie alle quali il paese ha beneficiato di flessibilità di bilancio. Peraltro, l’Italia è oggetto di squilibri economici e riceverà quindi raccomandazioni-paese con l’obiettivo di risolvere questo aspetto. Germania e Francia hanno guidato i molti richiami preventivi dall’Europa, al governo in formazione tra M5S e Lega, sul rispetto dei vincoli Ue di bilancio. In aggiunta, le bozze con le proposte di severe «raccomandazioni» tecniche all’Italia per il mancato contenimento del maxi debito e del deficit strutturale, che la Commissione europea ha in programma di concordare oggi a Bruxelles, sono state fatte trapelare da euroburocrati in sintonia con commissari del Nord impegnati a farle appesantire per scoraggiare l’attuazione di promesse elettorali grillino-leghiste.
Def, spunta la risoluzione «light».Una risoluzione “light” gialloverde, da approvare però nelle Aule di Camera e Senato non prima che il Parlamento avrà votato la fiducia al nuovo Governo. È il percorso che M5S e Lega stanno tratteggiando per il via libera al Def “tendenziale” targato Gentiloni, sul quale la scorsa settimana le commissioni Bilancio di Montecitorio e Palazzo Madama hanno dato mandato ai relatori (rispettivamente la pentastellata Laura Castelli e il leghista Alberto Bagnai) a riferire alle due Assemblee. Nei primi metri del suo percorso verso Bruxelles, il nuovo governo troverà un terreno sminato. Almeno nell’immediato. Perché la Commissione europea oggi non aprirà nessuna procedura per deficit eccessivo, scenario che avrebbe legato le mani all’esecutivo targato Lega-M5S. Emerge però una richiesta piuttosto netta per la prossima manovra: servirà un «aggiustamento strutturale sostanzioso». Il che, tradotto, vuol dire: la prossima finanziaria dovrà portare a una significativa correzione dei conti pubblici, riducendo il deficit strutturale con un intervento pari almeno allo 0,6% del Pil (10,2 miliardi di euro).
Politica estera
Zuckerberg rassicura la Ue sulle elezioni. Mark Zuckerberg, dopo il caso Cambridge Analytica, ha risposto alle domande dei parlamentari europei a Bruxelles. Il numero uno di Facebook ha rassicurato: nessuna interferenza sulle elezioni. A Bruxelles, Zuckerberg ha esordito con le ormai tradizionali scuse per quanto accaduto con il possibile utilizzo improprio dei dati di 87 milioni di utenti, 2,7 milioni di quali europei, da parte di Cambridge Analytica. «È stato commesso un errore, non accadrà più», ha dichiarato ricordando le indagini su «altre 200 applicazioni, che sono state momentaneamente sospese», e riconoscendo di non essere stato in grado di prevedere e gestire «l’interferenza russa nelle presidenziali americane». «Passo importante» ha commentato il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani.
Vertice con Kim, ipotesi rinvio. C’è ancora incertezza sul vertice tra Donald Trump e Kim Jong-un, fissato a Singapore per il 12 giugno. Lo ha confermato ieri lo stesso presidente americano, durante la breve conferenza stampa alla Casa Bianca, con a fianco l’ospite Moon Jae-in venuto da Seul: «L’incontro forse si farà, forse no, vedremo. Certo sarebbe meglio se si potesse fare, ma comunque vada il problema della denuclearizzazione della Corea del Nord sarà risolto, questo posso assicurarvelo». In realtà, Kim Jong-un vorrebbe più garanzie. Non vuole fare la fine di Gheddafi, sostengono i sudcoreani: disarmare e poi venire rovesciato da una manovra, più che da un attacco militare, degli americani. Trump ha fatto il possibile per rassicurare Kim: «Se facciamo l’accordo sulla denuclearzzazione lui sarà molto contento; il Paese potrà avere un grande sviluppo economico».