Politica interna
Genova/1 – A 48 ore dalla tragedia di Genova l’esecutivo gialloverde prima con Matteo Salvini frena sulla revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Poco dopo, però, con Luigi Di Maio ribadisce la necessità di tirare dritto senza fare sconti: “Chi è contro deve passare sul mio cadavere”. In sostanza sembrano divergere i due partiti della maggioranza: la Lega infatti cerca di smussare la minaccia di divorzio con la società della famiglia Benetton, mentre il M5S non intende cedere e vuole stracciare il contratto di concessione. Anche se a tarda serata Salvini garantisce che “c’è piena sintonia nel governo”. Secondo le prime stime la revoca della concessione potrebbe comportare penali da 20 miliardi. Intanto Atlantia cala in Borsa e replica in una nota: “La revoca annunciata senza alcuna previa contestazione e senza accertamenti”. Ed è scontro M5S-Renzi sui finanziamenti dei Benetton. Questo mentre si continua a scavare: 20 ancora risultano dispersi. Per ora sono 38 i morti accertati e 15 i feriti. Al momento a carico di ignoti le ipotesi di reato: omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato alla sicurezza dei trasporti. Domani i funerali di Stato con Mattarella. I famigliari di 17 delle 38 vittime (accertate) del crollo hanno preferito esequie private, e quelli di altre 7 vittime non hanno ancora sciolto la riserva sui funerali di Stato.Una mamma: “Dopo la tragedia abbiamo visto una vergogonosa passerella di politici”.
Genova/2 – “Stiamo lavorando con gli avvocati e di sicuro va rivisto tutto il sistema delle concessioni, c’è chi ha fatto soldi a palate e mentre registra a bilancio miliardi di utile rivede al ribasso le cifre per la sicurezza. Ma non è questo il momento di parlare di rescissioni di convenzioni o di contratti, faremo il punto nel governo la settimana prossima, prima vediamo cosa succede”, dice Matteo Salvini, assicurando che sta lavorando per Genova, perché alla ripresa delle attività, a settembre, la città “non sia paralizzata”. E in questo lavoro, fatto in primo luogo di contatti fra il governo e Atlantia, ci sono di mezzo “almeno alcune decine di milioni di euro che mi auguro nelle prossime ore vengano messe a disposizione dalla società per le vittime, per la ricostruzione, per la messa in sicurezza. Questo è il punto di partenza”. Il governatore della Liguria Giovanni Toti: “Come Regione ci stiamo muovendo in tutti i sensi, ma non mi piacciono le polemiche di queste ore. Le responsabilità, che certamente ci sono, andranno appurate con rigore e perseguite. Ma il primo tema è che tutti quanti quelli che ne hanno la possibilità siano messi in condizioni e spinti a lavorare per il ripristino della normalità”. “Il ponte va fatto subito – sottolinea – se serve lo costruisca Autostrade: la paralisi del porto colpirà anche il Pil italiano”. L’ex ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio si dice “sconvolto”, ma chiarisce: “Mai ricevuto segnalazioni di alcun tipo, da nessuno, su ipotesi di cedimento strutturale del viadotto”.
Politica estera
Stati Uniti – Oltre mille minori vittime di abusi da parte di circa 300 sacerdoti in 70 anni. Sono queste le dimensioni del maxi-scandalo pedofilia che vede coinvolta la Chiesa cattolica degli Stati Uniti, nell’ambito di un’indagine condotta da un grand jury nell’arco di oltre 18 mesi. È stata la corte suprema della Pennsylvania a diffondere il rapporto di oltre 1300 pagine sugli abusi sessuali compiuti in 6 delle 8 diocesi dello Stato nordamericano, Harrisburg, Allentown, Pittsburgh, Greensburg, Erie e Scranton. Nelle altre 2, quelle di Philadelphia e Altoona-Johnstown, simili indagini erano già state condotte negli anni passati. Il dossier individua 301 sacerdoti autori di abusi di cui viene diffusa l’identità, così come vengono individuati oltre 1000 minori vittime dei “preti predatori”. La giuria autrice dell’indagine, guidata dal procuratore generale dello Stato Josh Shapiro, ritiene tuttavia che il numero reale di bambini che non hanno denunciato o le cui denunce sono andate perse sia nell’ordine “delle migliaia”. Il Papa: “Sono dalla parte delle vittime, sradicheremo questo orrore”.
Migranti – Prima smentito dal governo sul suo doppio “no” ad accogliere una quota dei migranti della Aquarius (venti), poi tenuto all’oscuro del soccorso fatto in zona Sar maltese dalle motovedette italiane a un barcone con 190 migranti presi a bordo della nave Diciotti. E’ un Matteo Salvini furioso quello che, a poche ore dall’approdo della Aquarius a La Valletta grazie alla nuova “soluzione condivisa” mediata da Francia e Malta, nega l’approdo alla nave della Guardia costiera in un porto italiano e avverte quella che definisce “l’Europa che non esiste”: “I partner europei pensano di lasciare sola l’Italia rifilandole un barcone con 170 persone. Se è davvero questo il tentativo, Roma rimetterà in discussione la possibilità di partecipare alla redistribuzione delle persone che erano a bordo della Aquarius”.
Economia e Finanza
Grandi opere – Tanti soldi per le opere pubbliche e pochi cantieri: tra il 2015 e il 2018 lo Stato ha aumentato le risorse annuali per infrastrutture da 12,4 a 21,5 miliardi di euro (fonte ufficio studi Ance), con un aumento in valori reali del 72%. E per i prossimi 15 anni sono già in bilancio 140 miliardi di euro. Eppure gli investimenti fissi lordi pubblici sono in costante calo negli ultimi 10 anni, -36% dal 2007, passando dal 2,9% del Pil al 2,0%. Il calo è proseguito anche negli ultimi 2 anni: -6,2% nel 2016 e -5,6% nel 2017, quando valevano 33,68 miliardi. Per quest’anno il Def prevede un aumento di 848 milioni, +2,5%, sempre al 2% del Pil, ma secondo l’Ance non ci si arriverà. “Gli investimenti pubblici in infrastrutture – ha detto il ministro dell’Economia Giovanni Tria in un comunicato a Ferragosto – sono una priorità dell’attuale governo, e non ci saranno vincoli di bilancio”. A frenare la spesa non sono i vincoli europei, ma la burocraza, la mancanza di progetti e i contenziosi. Per il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, il Governo potrebbe presentare a settembre un grande piano di investimenti tale da trainare il Pil dell’8-9% in 4 anni. Ma resta il nodo conti e coperture.
Fisco – Aliquota al 15% per le partite Iva e per le imprese fino a 100mila euro di ricavi all’anno, mentre il tasso scende al 5% per le startup e le persone con meno di 35 anni o over 55: questa la proposta di legge, presentata alla Camera dalla Lega, della flat tax per professionisti, startup e piccoli imprenditori. Il nuovo regime forfettario, che sostituirà Irpef, addizionali e Trap, oltre a prevedere una serie di semplificazioni, costerà 3,5 miliardi e coinvolgerà, secondo le stime della Lega, “un numero di professionisti tra i 500.000 e i 550.000”. Per beneficiarne, però, non dovranno aver sostenuto spese per più di 15 mila euro lordi o avere beni strumentali dal costo superiore a 40 mila euro. Alle startup invece sarà applicata per 40 anni un’aliquota “piatta” al 5%, che varrà anche per “persone fisiche al di sotto dei 35 o al di sopra dei 55 anni per 5 periodi d’imposta successivi”. Anche se bisognerà capire quali saranno i criteri.