Politica Interna
Scontro tra Salvini e Saviano. II ministro dell’Interno attacca l’autore di “Gomorra”, Roberto Saviano, sotto scorta dal 2006 dopo le minacce di morte del clan dei Casalesi a seguito della sua denuncia durante una manifestazione a Casal di Principe: “La scorta? Valuteremo. Saranno le istituzioni a decidere se corra qualche rischio, perchè mi pare che passi molto tempo all’estero, valuteremo come si spendono i soldi degli italiani”. Lo scrittore ribatte con un video: “E secondo te, Salvini, io io sono felice di vivere così da 11 anni? Felice di essere tra i suoi nemici”. Arriva la solidarietà di Fico, presidente della Camera e big dei 5Stelle. L’ex ministro Delrio: “Toglietela a me per mantenerla a lui”. Moltissimi messaggi di solidarietà ricevuti da Saviano, anche quelli dei conduttori Fazio e Zoro. Nell’intervista al Corriere della Sera, lo scrittore dichiara: «Salvini sta sparando tutte le sue cartucce che però sono solo parole, aria. Mi spiego: chiudere porti alle Ong, rendere la vita impossibile agli immigrati che in Italia vivono e lavorano da anni, togliere la scorta a me, come potrà mai migliorare vita ai milioni di italiani di cui la politica continua a non occuparsi?».
Indagine su Stadio della Roma. Gli elementi raccolti nell’indagine sullo stadio della Roma e le conferme avute negli interrogatori disegnano per Luca Lanzalone un ruolo che sembra inequivocabile nella giunta Capitolina. Funzionario de facto con delega allo stadio oltre la scadenza del suo mandato con licenza di intervenire su altri fronti fino a influire sulle nomine di funzionari. Virginia Raggi, riascoltata lunedì come testimone, alla fine lo ammette. Nomine e favori «Lanzalone — si legge nella sintesi del suo verbale — interloquiva con le parti private (As Roma e Eurnova) dal versante pubblico. Non escludo che lui abbia avuto rapporti con Parnasi e Baldissoni anche oltre le occasioni cui io ho partecipato, così come è possibile che sia stato coinvolto in altre questioni di rilevanza amministrativa». La sindaca aggiunge: «Rivedendo gli articoli di stampa di questi giorni mi è venuto in mente che Lanzalone si è occupato di altri dossier, sempre come consulente a titolo gratuito. Tra essi ricordo Multiservizi e i Mercati Generali».
Politica Estera
Scontro tra Macron, Di Maio e Salvini sui migranti. Quando mancano pochi minuti alla conclusione del suo intervento, e nel Mediterraneo c’è un’altra nave Ong con 224 migranti a bordo, Emmanuel Macron tuona contro la «lebbra» populista. Il presidente francese scandisce parole di fuoco che suonano come un attacco all’Italia: «Li vedete crescere come una lebbra, un po’ ovunque in Europa, in Paesi in cui credevamo fosse impossibile vederli riapparire. I nostri amici vicini dicono le cose peggiori e noi ci abituiamo! Fanno le peggiori provocazioni e nessuno si scandalizza di questo». E Francia contro Italia. Di scontro si tratta. Il tutto ruota attorno al rifiuto dell’Italia di aprire i porti alle Ong. Luigi Di Maio non perde un attimo e replica a muso duro: «Le parole di Macron – attacca – sono offensive e fuori luogo. La vera lebbra è l’ipocrisia di chi respinge gli immigrati a Ventimiglia e vuole farci la morale sul diritto sacrosanto di chiedere una equa ripartizione dei migranti. La solidarietà o è europea o non è». Passa qualche minuto e da Viterbo, dove si trova per un comizio, tocca a Matteo Salvini. Eppure nel corso della lunga giornata un segnale positivo arriva da Angela Merkel. Poco dopo pranzo il premier Giuseppe Conte esulta perché nel corso di una telefonata la Cancelleria lo avrebbe rassicurato sulla bozza diffusa ieri da Bruxelles che scontentava Palazzo Chigi.
Melania Trump in Messico. Melania Trump vola in Texas, al confine con il Messico: «Sono qui per essere certa che questi bambini siano riuniti alle loro famiglie il più velocemente possibile». In quello stesso momento, in un’aula del tribunale di questa cittadina di frontiera, un giudice sta processando 67 migranti irregolari, tra cui 12 giovani donne, catturati dalla polizia al confine con il Messico, sulla sponda texana del Rio Grande. Sono tutti ammanettati e con le caviglie in catene. «Sono venuta per ascoltare e per vedere come posso aiutarvi per essere certa che questi bambini siano riuniti con la loro famiglia il più velocemente possibile» dice Melania ai funzionari di polizia, anche se l’alluvione fa saltare, all’ultimo momento, la visita all’Ursula border patrol processing center, dove sono tenuti in custodia anche i minori separati da madri e padri. II centro delle gabbie. Il problema ora è che neanche gli agenti di frontiera e i volontari più esperti sanno bene che cosa fare. E intanto diventa un caso il parka, collezione Zara 2016, indossato dalla First lady. Sulla schiena la scritta: «Non mi interessa. E a te?». A chi si rivolge il messaggio?
Economia e Finanza
Tria all’Eurogruppo. Riunioni ministeriali europee sono state l’occasione ieri per il Fondo monetario internazionale di esortare i paesi della zona euro a rispettare la disciplina di bilancio. L’avvertimento rivolto (anche) all’Italia è giunto mentre il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e il ministro dell’Economia Giovanni Tria hanno colto gli incontri di ieri per esporre ai partner il loro programma di lavoro. Anticipando la pubblicazione di un rapporto tutto dedicato all’unione monetaria, la direttrice dell’Fmi Christine Lagarde ha esortato i paesi «in particolare quelli ad alto debito» a «ricreare cuscinetti di bilancio» in modo da essere pronti ad affrontare nuove eventuali crisi economiche. Nel contempo, ha avvertito che non è il momento di annacquare recenti riforme economiche. In Borsa i titoli bancari hanno sofferto non solo per la risalita dello spread ma anche peri contenuti dell’accordo sulle riforme della zona euro tra Francia e Germania, in particoalre in materia di Npl. A Lussemburgo, Tria ha ripetuto i messaggi rassicuranti sulla moneta unica: «La linea del governo è che l’euro non è in discussione».
Grecia verso uscita dal bailout. Dopo otto anni di un programma finanziario segnato da riforme economiche, tensioni sociali e crisi politiche, la Grecia si avvia a ritornare finalmente sui mercati finanziari. Ieri sera i ministri delle Finanze dell’unione monetaria stavano ancora negoziando qui in Lussemburgo un ultimo accordo per permettere al Paese mediterraneo di godere di un atteso alleggerimento del debito pubblico. In cambio, i creditori vogliono che il governo greco accetti nei prossimi anni un controllo passo passo della sua politica economica. A tarda serata erano ancora in corso discussioni sull’entità della ristrutturazione: sul tavolo l’ipotesi di allungare di 15 anni le scadenze di pagamento sul secondo piano di salvataggio (130 miliardi).