Politica interna
Governo. L’elezione dei Presidenti delle Camere del Parlamento ha tracciato il profilo di un sistema politico ispirato dalla reciproca sfiducia. Fra partiti, leader e schieramenti. Certo, il patto stabilito fra parti e partiti “vincenti” è stato rispettato. Ma con alcune significative variazioni. Alla Camera, è stato eletto un esponente del M5s, Roberto Fico. Ma non il candidato proposto da Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro. Mentre al Senato è stata eletta Elisabetta Alberti Casellati, senatrice di Forza Italia della prima ora. Al posto di Paolo Romani, indicato direttamente da Silvio Berlusconi. Regista e attore protagonista di questa rappresentazione: Matteo Salvini.
La domanda che sorge da queste ultime elezioni è: possono governare insieme il Movimento 5 Stelle e la Lega? Analisti, commentatori e scienziati della politica ci dicono di no perché i programmi dei due partiti sono incompatibili, perché il reddito di cittadinanza capace di accendere le speranze dei disoccupati del Mezzogiorno non può stare insieme al taglio drastico delle tasse che fa sperare il Settentrione più benestante. Perché l’elettorato dei 5 Stelle ha pescato abbondantemente a sinistra e quello della Lega invece a destra e perché Nord e Sud hanno spinte e richieste diverse, se non antitetiche.
Italia filorussa. Anche se adesso non si conoscono il perimetro della sua maggioranza e chi lo guiderà, il prossimo governo italiano sarà più filo-russo dei precedenti, già molto disponibili verso un Paese dal quale acquistiamo circa il 38% del gas e il 18% del petrolio che consumiamo. Perché qui non si tratta tanto di rapporti economici (e di sanzioni che alcuni soggetti imprenditoriali vogliono alleggerire o levare), ma di politica tout court. E di ideologia, quella rossobruna (alla convergenza di opposti estremismi) ed eurasiatica. In origine c’era Silvio Berlusconi, che aveva una relazione speciale, e personale, con l’ormai sempiterno presidente russo; poi, nel corso di questi ultimi anni, l’intera coalizione di centrodestra (oggi diventata decisamente di destra-centro) si è fatta risucchiare nell’orbita della simpatia per il putinismo e dei rapporti (più o meno) diretti con Russia Unita o con le formazioni politiche iperpopuliste dell’ex cortina di ferro.
Politica estera
Puigdemont. Stava tornando a Bruxelles, ma la sua corsa è stata fermata dalla polizia tedesca al confine tra Danimarca e Germania. L’esilio belga di Carles Puigdemont è terminato. Cosl come potrebbe avere i giorni contati il suo girovagare perl’Europa. L’ex presidente catalano ora si trova nel carcere di Neumunster e oggi sarà sentito dal magistrato tedesco. L’ok all’arresto è arrivato venerdì assieme all’ufficializvazione dei capi di accusa nei suoi confronti. Prima sarebbe stato addirittura controproducente arrestarlo perché le regole sull’estradizione avrebbero condizionato il processo in Spagna mettendolo magari al riparo dalle accuse più gravi.
Egitto. L’Egitto ha tre giorni di tempo, a partire da stamattina, per consegnare alle urne il nome del nuovo Capo di Stato. Circa 60 milioni di abitanti del più popoloso Paese arabo sono registrati per votare da oggi a mercoledì. Nessuno dubita che a essere riconfermato alla guida dell’Egitto sarà Abdel Fatah al Sisi, sfidato pro forma solo dal suo ex sostenitore Mousa Mostafa alMousa. Il voto si stiracchierà per tre giorni con il chiaro fine di favorire l’affluenza alle urne, unico motivo di interesse di queste presidenziali: dovranno saggiare quanto è rimasto della popolarità del rais’ salita al 97% (a fronte di un 47% di votanti) alla tornata del 2014.
Economia e finanza
Pensioni. La spesa pensionistica dell’Italia è una bomba pronta ad esplodere. Lo scriverà la Commissione europea nel rapporto di primavera “Ageing Report 2018”. Previsioni talmente drastiche da raccomandare al governo che verrà non solo prudenza nell’intaccare le riforme in atto. Ma anche di intervenire ancora. Sembra ritagliato su misura per l’Italia l’ultimo richiamo della Banca centrale europea sulle pensioni. Nel bollettino economico, l’istituto centrale di Francoforte chiede che i governi dell’area Euro non facciano passi indietro sulle riforme e si appella perché si intraprendano ulteriori interventi per innalzare, l’età evitando di frenare l’attuazione delle riforme già approvate. Secondo la Bce l’invecchiamento demografico comporta «pressioni al rialzo sulla spesa pubblica per pensioni, assistenza sanitaria e cure a lungo termine.
Iva. L’aumento automatico dell’Iva potrebbe costare, in media, 317 euro in più alle famiglie italiane nel 2019. Con un carico più pesante sui single e sulle coppie senza figli e – a livello territoriale – sui residenti nelle regioni del Nord e del Centro. È anche partendo da questi dati che si può spiegare perché tutte le forze politiche, in questo primo scorcio di legislatura, stanno confermando la volontà di neutralizzare la clausola di salvaguardia prevista dall’ultima legge di Bilancio. Occorre ricordare che l’eredità delle “clausole di salvaguardia”, che passerà in mano al nuovo esecutivo, ha una storia con tanti padri. E un prologo che risale all’estate del 2011, quando la crisi dei conti pubblici spinge il governo Berlusconi a varare la manovra correttiva di luglio (Dl 98) e poi il “decreto di Ferragosto” (Dl138).