Politica interna
Presidenza Camere. Berlusconi, oggi di ritorno a Roma, ha buone possibilità di vedere sbloccata la situazione in favore di Forza Italia che potrebbe avere la presidenza del Senato. In corsa ci sarebbero Paolo Romani, Anna Maria Bernina e Maurizio Gasparri. L’apertura a un candidato di Forza Italia per la presidenza del Senato arriva con le parole chiare ed inequivocabili del vice segretario della Lega Giancarlo Giorgetti: “Per fare passi in avanti serve un passo indietro”. Aggiunge Giorgia Meloni: “Penso che sarebbe un errore se la Lega rivendicasse per sé una presidenza delle Camere se Salvini, e io ci credo davvero, farà il premier incaricato. A meno che non chieda la presidenza del Senato per se stesso. In questo caso sarebbe un rafforzativo per un futuro incarico. Se la Lega la chiede per Salvini, siamo d’accordo, ma se la chiede per altra figura penso sia difficile che un partito del 18% abbia la presidenza del Consiglio e quella del Senato”.
“. D’altra parte, dopo un round di colloqui con tutti gli altri partiti, la delegazione M55 ha preso atto del sostanziale via libera alla presidenza della Camera. Salvo colpi di scena, il presidente della Camera sarà uno tra Roberto Fico e Riccardo Fraccaro. Decisione attesa entro domani.
Trattative post voto. Matteo Salvini rimane convinto che senza il M5S sia difficile comporre un governo. Ma il capo del Carroccio non sta facendo il doppio gioco, non intende cercare un accordo solitario e rompere con il centrodestra. Il piano A prevede un accordo che tenga insieme anche Meloni e Berlusconi. Solo dopo il probabile no del M5S, scatterebbe il piano B, con Salvini che prende atto dell’impossibilità di formare un governo e che passerebbe palla a Di Maio. In quel caso proveranno a sedersi attorno a un tavolo per scrivere programma e lista dei ministri. Sarebbe un governo fortissimo nei numeri ma complicato da comporre per le differenze programmatiche. Ma Berlusconi rimane persuaso del fatto che Salvini non possa tradire la coalizione di centrodestra per diventare un “socio di minoranza” del governo M5S, di fatto indebolendosi. Intanto a sinidtra, si registra l’apertura al dialogo con Di Maio avanzata da Nicola Zingaretti, che si candida alla segreteria del partito.
Politica estera
Caso Facebook. Mark Zuckerberg, fondatore e numero uno di Facebook, è stato convocato sia da Damian Collins, presidente Commissione Media del Parlamento Britannico, che dal presidente del parlamento Europeo Antonio Tajani, per chiarire la vicenda dei 51 milioni di profili sottratti da Cambridge Analytica e messi al servizio prima della Brexit e poi della campagna elettorale di Donald Trump. “Gli chiediamo di spiegare i rapporti con Cambridge Analytica e di chiarire davanti ai rappresentanti di 500 milioni di europei come vengano utilizzati i dati personali da loro gestiti. Apprezzeremo molto se Zuckerberg accetterà l’invito, nella speranza che possa chiarire un aspetto essenziale: che quei dati non sono stati usati per manipolare la democrazia”, dice Tajani, mentre anche in Italia l’Authority per le Comunicazioni incalza Facebook inviando una richiesta di spiegazioni circa il caso delle possibili manipolazioni di dati custoditi dal social network. Intanto in Borsa l’azienda lunedì ha perso in Borsa 6,77% bruciando in una sola seduta 36 miliardi di dollari di capitalizzazione. Ieri nuovi pesanti ribassi superiori al 5% hanno riportato il titolo sui minimi da settembre.
Sarkozy. L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stato convocato, posto in stato di fermo e interrogato ieri mattina nei locali della polizia giudiziaria di Nanterre. Gli inquirenti sospettano che Sarkozy abbia finanziato — in parte — la sua vittoriosa campagna elettorale del 2007 con i soldi forniti dal dittatore libico Gheddafi. Lo stato di fermo, ancora in corso fino a tarda sera, può durare fino a 48 ore, al termine delle quali l’ex presidente può essere rilasciato, posto nello stato di “testimone assistito” o messo sotto inchiesta. Le prime accuse erano state rivelate dal sito Mediapart nel 2012, con l’apertura di un procedimento giudiziario. L’ipotesi pesante è quella di una elezione all’Eliseo possibile con i finanziamenti di un dittatore estero e di una guerra forse scatenata per mettere a tacere eventuali prove detenute dall’ex rais ucciso nell’estate 2011.Tra i motivi che hanno portato alla convocazione di ieri ci sarebbero nuovi elementi sui movimenti di denaro nel 2007 fomiti da ex dirigenti libici e forse documenti sequestrati all’uomo d’affari francese Alexandre Djouhri, fermato qualche settimana fa a Londra con mandato di arresto internazionale: sarebbe stato uno degli intermediari.
Economia e Finanza
Consiglio UE e G20. Lo stallo politico in Italia complica il consiglio europeo in programma domani e venerdì, che accanto a dazi e web tax ha in agenda la nuova raccomandazione sulla politica economica e soprattutto il punto sulla riforma dell’Unione. Solo ieri il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha rilanciato il piano Macron sul ministro delle finanze unico e soprattutto ha chiarito che “la riforma non può aspettare”, anche se la situazione italiana rischia di rallentare il tutto. Intanto proprio alla luce di questa incertezza, va registrata la nuova spinta negativa di BlackRock, il più grande gruppo d’investimenti al mondo (6.300 miliardi di dollari gestiti) che ha annunciato la propria indicazione agli investitori di “alleggerirsi” dei Btp visto che il voto del 4 marzo ha dato il risultato “peggiore possibile”. Intanto dopo la riunione di due giorni a Buenos Aires dei ministri del Tesoro e dei governatori delle banche centrali del G20, il gruppo delle venti maggiori economie del mondo, è stata ostaggio della svolta protezionistica di Donald Trump. Europa e Giappone fino all’ultimo hanno fatto di tutto per convincere gli Stati Uniti che l’introduzione di dazi potrebbe scatenare una guerra commerciale a livello planetario, con danni alla ripresa globale.
Economia italiana. Un sondaggio di Swg sull’analisi del voto, presentato nel convegno organizzato da Formiche, presenta un’Italia spaccata in due, con profonde spaccature sociali e divergenze percepite ancora molto forti come tra onesti e furbi, ricchi e poveri, chi ha un lavoro stabile e uno flessibile, l’immigrazione rispetto a “prima gli italiani”. “Ci sono forti differenze tra Nord e Sud, in alcune regioni come il Veneto la disoccupazione è al 4 per cento”, ha detto il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci. Capitolo pubblica amministrazione: il passaggio dalle cosiddette piante organiche ai fabbisogni, e la nuova struttura dei concorsi previsti dalla riforma Madia saranno discusse oggi nella conferenza Stato-Regioni per il via libera definitivo. I fabbisogni al posto delle piante organiche e i nuovi concorsi, sono gli strumenti che il governo ha voluto fornire alle amministrazioni per gestire al meglio un passaggio di consegne generazionale che si prevede drastico.