“Secondo stime realizzate con il modello econometrico SVIMEZ, se nel 2016 si spendessero per intero per il Sud le risorse liberate dalla clausola per gli investimenti dello 0,3% del Pil, pari, con i cofinanziamenti, a 7 miliardi di euro, l’impatto sul Pil del Mezzogiorno sarebbe del +0,8%, cosa che porterebbe a un raddoppio del Pil del Mezzogiorno, da un dato tendenzialmente stimato dalla SVIMEZ del +0,7% al +1,5%, molto vicino al +1,6% previsto per il Centro-Nord. Questo per ribadire, come sostiene da anni la SVIMEZ, la necessità di investimenti pubblici soprattutto al Sud per il rilancio della crescita, rispetto alle politiche di austerità”.
È quanto ha affermato il Direttore della SVIMEZ Riccardo Padovani intervenendo oggi a Roma alla presentazione del Rapporto “La finanza territoriale in Italia. Abbandono del patto di stabilità, investimenti pubblici e razionalizzazione della spesa” realizzato dagli Istituti regionali di ricerca socioeconomica IRES Piemonte, IRPET Toscana, SRM Napoli, Éupolis Lombardia, IPRES Puglia e Liguria Ricerche.
“Nel Rapporto presentato oggi, ha aggiunto il Direttore, si sottolinea il ruolo fondamentale e centrale degli investimenti pubblici per il rilancio della crescita. Si tratta di un tema caro alla SVIMEZ, che sostiene da anni la necessità di investimenti pubblici soprattutto al Sud per il rilancio della crescita, rispetto alle politiche di austerità, che hanno preteso di avanzare solo a colpi di svalutazioni interne e di riforma di liberalizzazione dei mercati interni. Al Sud la caduta degli investimenti fissi lordi è stato più forte che nel Nord, -38% rispetto a -27%; un ulteriore elemento, questo, che comprime la crescita, e al quale ha contribuito non poco il fatto che la spesa in conto capitale della PA dal 2001 al 2013 è crollata del 39% al Sud rispetto al -19% del Nord”.
“È molto positivo il recupero del concetto di programmazione economica emerso nella discussione sul Rapporto presentato oggi, ha dichiarato il Presidente della SVIMEZ Adriano Giannola, una nota decisamente nuova rispetto a quanto è stato fatto negli ultimi venti anni in materia di politiche soprattutto di grandi opere. Inoltre, ha aggiunto il Presidente, dovremo riflettere sul sistema di funzionamento dei crediti delle imprese verso la PA, che prevede differenti trattamenti per le imprese a seconda del settore interessato. Questo fenomeno prevede una difesa contabile disperata e non razionale che blocca il Pil e si scarica completamente su certi tipi di imprese, facendole in alcuni casi arrivare fino al fallimento: una pratica miope e di corto respiro che andrebbe decisamente rivista”.
“Nella questione delle prospettive di finanza pubblica e della tenuta degli investimenti nei prossimi anni dobbiamo rilevare due punti: la differenza del 50% nei livelli dei servizi per abitante tra Nord e Sud, e la pressione fiscale più alta nel Mezzogiorno, ha osservato il Consigliere SVIMEZ Federico Pica nel suo intervento al convegno. In questo senso, Pasquale che abita a Napoli è più penalizzato di Cecilia che abita a Milano: dal Rapporto presentato oggi emerge infatti come i cittadini meridionali paghino più imposte ma ricevano meno servizi”.