Medio-grandi, internazionalizzate e vincenti. C’è un’avanguardia di imprese del Mezzogiorno capace di prestazioni almeno analoghe alle imprese del Centro-Nord, pronte a smentire tutte le letture più stereotipate sul divario tra le due aree del Paese. Il sesto Rapporto Fondazione Ugo La Malfa sulle imprese industriali del Sud, realizzato in collaborazione con l’Area Studi di Mediobanca, contiene numeri sorprendenti: la produttività del lavoro nelle imprese medio-grandi del Mezzogiorno si è allineata alla media di tutte le imprese del resto del Paese, con un valore aggiunto per dipendente salito intorno a 84mila euro. E gli indici di redditività sanciscono rimonta e sorpasso. Gli 84mila euro rappresentano un risultato ben più alto della produttività delle imprese meridionali nel loro complesso, cioè 66mila euro per dipendente. La differenza di passo si nota anche se si considera un altro parametro, l’incidenza del costo del lavoro sul valore aggiunto: 68,8% per la media di tutte le imprese del Centro-Nord, 79,6% per la media di tutte le imprese meridionali, ma solo 56,8% per le società medio-grandi del Sud. Significa in estrema sintesi – secondo il rapporto che sarà presentato oggi presso la sede dell’Abi alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia – che «la localizzazione meridionale non comporta per l’attività industriale costi aggiuntivi tali da renderla in partenza deficitaria».