Sulle riforme sembra si sia arrivati alla stretta finale, al rush conclusivo auspicato da Matteo Renzi nei giorni scorsi. Mentre in commissione Affari Costituzionali del Senato i relatori al ddl riforme Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega Nord) mettono a punto gli emendamenti che mirano a sintetizzare le varie proposte dei partiti, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi prosegue i colloqui le forze politiche. E in serata prende sempre più forma l’incontro tra il premier e il M5S. Con la domanda “Renzi, ci stai o no?”, rivolta dal blog di Beppe Grillo al presidente del Consiglio, il movimento pentastellato si dichiara disponibile “ad affrontare un tavolo di trattative sulle riforme costituzionali” in modo “rapido e responsabile”. “Noi – spiega M5S – pensiamo di poter dare un contributo fondamentale alle riforme costituzionali e alla legge elettorale. Il voto di preferenza, il taglio ai costi della politica e il dimezzamento del numero dei parlamentari sono solo alcuni dei punti che mettiamo sul tavolo ignorati finora. Renzi, ci stai o no?”. Domanda alla quale il premier non tarda a rispondere: “C’e’ molto da fare e non c’e’ tempo da perdere”, scrive Renzi ai capigruppo M5S proponendo anche una data certa: “Mercoledì in un orario da concordare insieme”. A una condizione, aggiunge Renzi: sapere in anticipo in che veste si dovrà presentare all’appuntamento. Se in quella di capo del governo, cioè, o come segretario del Pd. In attesa del confronto con Grillo, il governo va avanti nei faccia a faccia con le forze di maggioranza e opposizione. Il ministro Boschi incontra sia il coordinatore Ncd Gaetano Quagliariello, per un colloquio giudicato “positivo”, sia il presidente del gruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani. “Ci sono stati significativi passi avanti rispetto al testo base che vanno nel senso delle proposte da noi avanzate soprattutto in tema di rispetto e rappresentatività delle indicazioni elettorali dei cittadini italiani”, commenta Romani ma “resta ancora da fare”.
Sabato FI, riferisce ancora il capogruppo a Palazzo Madama, si riunirà per fare un punto sulla situazione riforme. Nella prima commissione del Senato, invece, si va avanti con il lavoro dei relatori sugli emendamenti in vista del 3 luglio, giorno in cui è stato calendarizzato l’approdo in Aula del ddl sulle riforme. “Sto lavorando con Calderoli ai testi, nel giro di un paio di giorni al massimo presenteremo le proposte di modifica. Ho raccolto le varie obiezioni fatte in sede politica ma penso francamente che sia tutto superabile”, riferisce Finocchiaro al termine di una riunione durata oltre due ore e mezza con il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti. Resta in piedi l’ipotesi che già domani in serata i due relatori possano depositare gli emendamenti, ma Finocchiaro resta cauta: “Mi auguro che sia certo fra sei ore, ma non dipende solo da me”. La presidente della prima commissione conferma che sul tavolo delle trattative c’è l’ipotesi di un Senato vicino al Bundesrat tedesco, ma con i senatori nominati dai consiglieri regionali: “E’ una proposta che valutiamo. Ha il grande vantaggio, sottolineato anche dal senatore Quagliariello, di unificare le fonti di legittimazione tra consiglieri regionali e sindaci”. Rispetto alla quota di primi cittadini facenti parte del nuovo Senato, Finocchiaro spiega che si tratterebbe di un terzo. Se è ancora incerto il giorno in cui saranno depositati gli emendamenti dei due relatori, è stato invece già fissato per mercoledì prossimo alle 12 il termine per i subemendamenti. La commissione Affari costituzionali tornerà comunque a riunirsi martedì per proseguire la discussione e stilare un calendario dei lavori.