Solo nel lavoro domestico i cittadini non comunitari senza permesso di soggiorno sono stimati in circa 200mila. Se poi aggiungiamo che la Fondazione Ismu ha quantificato in 562mila gli stranieri presenti nel nostro Paese senza averne formalmente diritto e consideriamo l’ulteriore crescita del fenomeno attesa per il 2020 e 2021, arriviamo alla stima di 600mila irregolari elaborata dalla Fondazione Leone Moressa. Che, partendo da questi numeri, ipotizza l’eventuale impatto economico di una nuova sanatoria sulla falsariga di quella arrivata nel 2012. In gioco ci sarebbero 1,2 miliardi di euro. Ipotizzando l’emersione di 300mila irregolari, infatti, lo Stato potrebbe incassare 405 milioni di Irpef attualmente non versata e 804 milioni di contributi previdenziali e assistenziali. Così, il Viminale annuncia un provvedimento di regolarizzazione degli stranieri con un contratto di lavoro, dietro il pagamento di una cifra forfettaria. L’eventuale sanatoria sembra però una copia di quella del 2012 in molte sue parti. Il decreto del 2012 consentiva la regolarizzazione di clandestini già presenti in Italia a fronte dell’immediata disponibilità di un contratto di lavoro prevedendo il pagamento di un contributo forfettario da parte del datore di lavoro e il rilascio del permesso di soggiorno per il lavoratore. Come ipotizzato dalla ministra Lamorgese ora.