Vincenzo, trentacinque anni, e’ tornato da poco a Napoli, a casa dei genitori, dopo cinque mesi passati a Milano, dove era andato con la ragazza per cercare lavoro. Lei lo ha trovato ma lui no. Cosi’ adesso, dopo mille tentativi, ha perso la speranza: ”Mi e’ passata la voglia di fare tutto”, racconta. E ora? ”Non lo so”, risponde. Vincenzo e’ solo uno dei due milioni di scoraggiati, vittime di una crisi che spinge alla rassegnazione. Ma a Vincenzo non manca la rabbia e il rimorso per essere stato onesto. Eppure il lavoro prima c’era, Vincenzo ha fatto, con successo, per tre anni l’assicuratore. Gli affari andavano bene, spiega, ma a un certo punto l’attivita’ e’ sfumata. ”La compagnia e’ scappata da Napoli, si capisce… sinistri su sinistri. All’assicurazione non conveniva piu’ restare e io ho perso il lavoro”. A questo punto un rammarico ce l’ha: ”Non ho fatto imbrogli quando potevo, avrei passato qualche mese in carcere, ma poi sarei uscito con i soldi. Il mio problema e’ che ho voluto rigare dritto”. Vincenzo confida anche di ”avere amicizie importanti”, ma anche quelle oggi inutili per trovare un lavoro. ”Quando domandi – spiega – ti guardano male, come se chiedessi soldi”. Allora meglio stare a casa, con i genitori ormai anziani. Non che dalla loro pensione se ne ricavi molto: dell’assegno del padre ”lo scorso mese sono rimasti 20 euro al netto delle tasse”. Ma a Napoli si ”puo’ andare avanti con due o tre euro al giorno, anche se certo non e’ vita”, ammette. Il lavoro che non c’e’ spesso porta via tanto altro: ”Ho insistito perche’ la mia ragazza restasse a Milano, lei deve fare la sua vita, con me che prospettive ha?”, si chiede. Vincenzo adesso si sente come paralizzato, ormai dice di toccare ”la poverta’ con mano”, ma non ci si puo’ fare niente ”e’ tutto fermo”. Almeno ora sta nella sua citta’, con la famiglia: ”A Milano per andare avanti ci volevano trenta euro al giorno, per me non era possibile”. E altre strade non ci sono: ”Per andare all’estero ci vogliono i soldi, poi non conosco le lingue”. Quanto alla possibilita’ di aprire un’attivita’ in proprio, Vincenzo racconta: ”Qui a Napoli i ristoranti, i pub, i negozi e tutte le attivita’ te le tirano addosso ma non ci fai nulla, ci puoi buttare solo i soldi sopra. La gente non esce, non spende”. Nei giorni scorsi lo hanno chiamato per manifestare nelle strade di Napoli, per gridare contro un lavoro che non c’e’, ma lui, spiega, non se e’ sentito di andare.(ANSA).