Rivedere il ruolo del Cipe e rafforzare l’istituto dell’accordo bonario per accelerare le opere pubbliche la cui  realizzazione in Italia richiede in media 4 anni e mezzo, che salgono a quasi 15 per investimenti oltre i 100 milioni di euro, con picchi negativi nel Mezzogiorno.  La proposta arriva dal vicepresidente dell’Unione degli Industriali di Napoli e amministratore unico di Graded, Vito Grassi, secondo  il quale occorrerebbe “circoscrivere il ruolo del Comitato interministeriale per la programmazione economica, affidandogli compiti strettamente connaturati alla sua funzione di programmazione e controllo, eliminando i passaggi successivi all’approvazione del Documento pluriennale di pianificazione (Dpp) o di altri documenti di pianificazione o programmazione, come i contratti di programma di Anas e Rete Ferroviaria Italiana”. Non solo. “Si potrebbe ipotizzare, anche – propone Grassi – di rafforzare l’Istituto dell’accordo bonario in corso d’opera, e la sua valorizzazione possibile con l’introduzione di alcuni elementi: obbligo di affidarsi all’accordo bonario per dirimere i contenziosi in corso d’opera; tempi certi di costituzione della commissione preposta; tempi certi di formulazione dell’accordo possibile da parte della commissione; individuazione del Rup (Responsabile unico del procedimento) solo come soggetto attuatore della soluzione emersa e quindi non perseguibile per danni erariali; obbligatorietà da parte dell’appaltatore del rispetto del responso che diventa non più impugnabile a meno di rescissione del contratto”.