Rischia una condanna per compensazione indebita d’imposta l’imprenditore che usufruisce degli incentivi per il
Mezzogiorno, concessi dalle Entrate, ma in relazione a una società che, pur avendo la sede legale al Sud, è a «vocazione diffusa» e ha cantieri in tutta Italia. È quanto affermato dalla Suprema corte di cassazione che, con la sentenza numero 45279 depositata il 12 novembre 2015, ha confermato il sequestro a carico del titolare di
un’azienda edile con sede legale in Sicilia ma che al Sud non aveva alcun ufficio operativo o amministrativo,
né dipendenti.
Per la terza sezione penale, dunque, bene ha fatto il Tribunale del riesame di Ravenna a confermare le
misura a fronte di molteplici indici di assenza di radicamento territoriale in Sicilia (tra gli altri, l’assenza nella sede
legale di uffici amministrativi o di dipendenti della società, la mancanza di alcuna unità locale o stabilimento
o di linea di produzione o reparto a Siracusa) e tenuto conto del fatto che l’attribuzione di crediti d’imposta è necessariamente discendente dall’acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate al Sud. Inoltre, per i Supremi giudici, è del tutto irrilevante che il credito d’imposta alla società sia stato concesso dall’Agenzia delle entrate.