Il Tar del Lazio sospende per la seconda volta l’obbligo di richiedere un’autorizzazione per la vendita delle sigarette elettroniche e l’applicazione delle nuove tasse. Cosa sarà a questo punto dell’imposta del 58,5% in vigore dal 1° gennaio scorso e applicata su sigarette elettroniche, liquidi, batterie e accessori? Il Tar ipotizza un possibile rinvio alla Consulta , considerando la norma in contrasto con alcuni princìpi tra cui quello di uguaglianza e di capacità contributiva. Stop alla maxi multa quindi, almeno fino al prossimo 19 febbraio, quando verrà spiegata la decisione dell’AAMS di far rientrare tra i prodotti succedanei del tabacco, da assoggettare alla maxi imposta, anche i prodotti che non contengono nicotina, i dispositivi elettronici e i vari accessori.
I ricorrenti, da ANAFE-Confindustria a Confesercenti e Federcontribuenti, sono soddisfatti per il riscontro che la loro istanza ha avuto presso il Tar del Lazio. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha convocato, il 12 febbraio prossimo, le tre associazioni per l’apertura del tavolo di confronto sulla sigaretta elettronica nel quadro dei lavori connessi alla legge di delega fiscale in corso di approvazione. Dai lavori del tavolo il Governo cercherà di trovare una soluzione di compromesso sulla commercializzazione delle sigarette elettroniche che consenta ad azienda e negozi di continuare a lavorare e allo Stato di regolamentare. Le associazioni affermano che il settore “ha un forte bisogno di regole, dopo due anni di crescita impietosa cui è seguito uno sboom causato da attacchi mediatici e politici spesso spinti da alcune lobbies (come ad es. il mondo dei tabaccai e delle aziende farmaceutiche)”.
Per Ignazio Abrignani, Vice Presidente della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo “La diffusione delle sigarette elettroniche tra i fumatori di sigarette tradizionali dovrebbe essere vista con favore se si pensa alla salute dei cittadini. Parliamo di un settore che, in circa un anno, aveva creato più di 5.000 posti di lavoro e occupazione in tutto il territorio nazionale, dando respiro a moltissime famiglie in difficoltà. Questa tassa” secondo Abrignani “ rappresenta un colpo mortale e privo di motivazioni per tutto il settore e la sospensione stabilita dal Tar era auspicata e urgente visto il numero di persone che in pochi mesi avrebbe perso il lavoro e il valore degli investimenti delle aziende che operano su tutto territorio italiano”.