La manovra prova ad accelerare l’avvio della «staffetta generazionale» chiamata a ringiovanire gli uffici pubblici. Con due mosse: la possibilità peri ministeri e gli altri enti della Pa centrale di allargare il turn over al 100%, sostituendo con nuovi ingressi tutti i pensionamenti di quest’anno, e con un pacchetto di assunzioni extra inseriti direttamente in legge di bilancio per Polizia, Forze di sicurezza, Vigili del Fuoco e i ministeri di Interno, Giustizia e Ambiente. In totale, in base alle curve demografiche dei diversi settori, si possono stimare circa 140mila nuovi ingressi nel 2019. La spinta arriva soprattutto dalla scuola (già quest’anno sono state autorizzate 55mila assunzioni, ma il ricambio è solo all’inizio), seguita da Regioni ed enti locali. Tocca però alla macchina di reclutamento e concorsi adeguarsi al ritmo, altrimenti il rischio è che le uscite svuotino alcuni settori prima che i nuovi entrati riescano a coprire buchi. Il tutto mentre si prepara l’avvio di «quota 100» anche nel pubblico impiego; nel 2019, secondo le bozze, per la Pa dovrebbe esserci nei fatti una sola finestra a luglio, con un meccanismo che rimanda a fine anno o inizio 2019 le uscite per chi matura requisiti nella seconda metà dell’anno. Un modo per ridurre costi sul 2019, spostando però solo di sei mesi l’ondata delle uscite in aumento progressivo