Una spy story che ricorda quasi la guerra fredda. Il gigante delle telecomunicazioni cinese, Huawei, ha licenziato un dipendente che è stato arrestato in Polonia con l’accusa di spionaggio per il governo di Pechino. Una vera e propria bufera sulla compagnia che ha subito preso le distanze spiegando, in una nota, che il lavoratore aveva creato un danno di immagine alla multinazionale. Le presunti azioni del dipendente licenziato, sempre secondo i vertici della società cinese, “non hanno nulla a che fare con la multinazionale”.

Le autorità polacche avevano annunciato gli arresti di Wang e di un operatore polacco delle telecomunicazioni venerdì. Questa mossa è arrivata in un momento di crescente preoccupazione tra gli Stati Uniti e i suoi alleati sui fornitori di tecnologia cinesi, soprattutto dopo l’arresto di dicembre in Canada del chief financial officer di Huawei e della figlia del fondatore dell’azienda.

Le apparecchiature di Huawei sono utilizzate nelle reti di telefonia mobile e Internet in tutto il mondo. Ma i funzionari americani hanno considerato la compagnia accondiscendente rispetto agli sforzi di Pechino di spiare gli americani o sabotare i loro sistemi di comunicazione.

Huawei nega di essere uno strumento del governo di Pechino. Tuttavia, poiché la società è cresciuta fino a diventare il primo fornitore al mondo di attrezzature per telecomunicazioni, il governo degli Stati Uniti sta scoraggiando i vettori mobili e i consumatori americani all’acquisto delle apparecchiature della multinazionale cinese. Washington ha condiviso i suoi problemi di sicurezza con i governi alleati in Europa e altrove.