di Enrica Procaccini
Visti da lontano sono belli: evocano il mare e quindi la bella stagione, vantano più di un riferimento aulico nella storia delcinema e della letteratura, allietano il paesaggio. Ma visti da vicino, ad esempio sul terrazzo di casa propria o sul solaio dello stabile dove si lavora, il quadro cambia e neanche poco. Perché i gabbiani, bianchi pennuti costieri cantati da Luis Sepulveda, con sempre maggiore frequenza tra marzo e aprile, all’inizio della stagione riproduttiva, nidificano in città. E per le persone che vivono nei pressi del nido la coabitazione con loro, volatili di una certa stazza e predatori pronti a tutto per difendere la propria prole, diventa improvvisamente complicata. I gabbiani imbrattano, ritengono loro sempre maggiore spazio e rispondono in maniera aggressiva a tutto ciò che identificano come minaccia per la propria famiglia, incluso l’uomo. C’è bisogno di trucchi e di accortezze, allora, perché i mesi di convivenza (circa quattro: lo svezzamento dei piccoli e l’abbandono del riparo arriva all’inizio dell’estate) tra cittadino e uccello non abbiano esiti drammatici, o comunque molesti.
E’ uscito per rispondere a questa esigenza “Sos Gabbiani – Gestire la convivenza con il Gabbiano Reale” (A Est dell’Equatoreeditore, pp. 88, 9 euro), manuale dalla duplice chiave di lettura: studio scientifico-divulgativo sul comportamento di questi volatili in ambito urbano e, per l’appunto, vademecum per risolvere i problemi di coabitazione. Autori del testo sono i responsabili dell’omonimo progetto “Sos Gabbiani”, che qui hanno raccolto le esperienze della prima edizione dell’iniziativa promossa nel 2014 dall’Ambito Territoriale della Caccia della provincia di Napoli, ente presieduto da Sergio Sorrentino.
La premessa dell’iniziativa dell’Atc è molto semplice. Quando le persone si trovano un nido di gabbiani nelle pertinenze (con tutti gli effetti collaterali di cui si è detto) si rivolgono alle forze di Polizia, alle autorità sanitarie o ai Vigili del Fuoco. Non sanno,però, che nessuna di queste istituzioni ha per legge precisa competenza sulla materia, né spesso il know how necessario.L’Atc, che al suo interno ha rappresentanze delle associazioni ambientaliste nonché la Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli), sì. E sono proprio gli uomini della Lipu, coordinati da Fabio Procaccini, a intervenire sul campo.
La prima stagione si è rivelata un’occasione unica di studio e di riscontro empirico delle tesi. Lo staff dell’Atc ha verificato che la risposta più efficace arriva dall’adozione di strumenti di “difesa passiva”. I gabbiani sono specie protetta e qualsiasi attività di rimozione o distruzione del nido va contro il dettame del codice penale. Meglio allora l’installazione di dissuasori e accorgimenti architettonici che circoscrivano l’area del nido, dove il gabbiano può crescere i suoi pulli fino allo svezzamento, e che al contempo permettano alle persone di vivere liberamente i propri spazi.
Il progetto “Sos Gabbiani” inizia tra poco la sua seconda edizione. I proventi della vendita del libro, utile lettura per chi si interessa di ornitologia e per chi vive in zone “a rischio” nidificazione, saranno utilizzati per finanziare le attività.