Il 78% pensa di emigrare — e tra i giovanissimi il numero è anche più alto, l’82% —, due su tre hanno come preoccupazione principale le opportunità di lavoro (che scarseggiano), ma nonostante questo rimangono inguaribilmente ottimisti: è la fotografia dei giovani tra i 14 e i 35 anni che emerge da uno studio Ipsos commissionato dal governo.

Il lavoro rimane la chimera e il motivo d’ansia principale, con sfumature molto diverse a seconda delle fasce d’età. Il 55% dei giovani ritiene che ci siano buone o alte probabilità di avere un contratto a tempo indeterminato a 45 anni, percentuale che nella fascia tra i 14 e i 19 anni schizza al 67% per crollare drammaticamente al 38% tra gli over 30. E non avere un contratto a tempo indeterminato rappresenta «un limite per la realizzazione personale» per il 72% (l’80% tra chi ha tra i 20 e i 25 anni, fascia degli universitari e di chi prosegue gli studi con un master). Mentre non avere figli «pesa» meno: per il 65% è un problema. Poco più di un over 30 su quattro (28%), d’altronde, è convinto che non avrà bambini, mentre nelle fasce d’età più basse solo il 7% la pensa allo stesso modo.

Sulle pari opportunità e i diritti civili i giovani sono convinti che l’Italia abbia fatto passi avanti. Sono in larga parte (78%) favorevoli alle unioni civili per le coppie omosessuali, ma l’adozione di bambini alle coppie omosessuali li divide: è favorevole il 55%, ma la percentuale crolla al 46% tra gli over 30. Stesso discorso per l’immigrazione: per il 62% dei giovani gli immigrati regolari sono una risorsa (ma la cifra cala tra il 57 e il 58% tra 26 e i 35 anni).

I social network sono uno snodo fondamentale da cui passano le vite dei giovani: l’89% ha o ha avuto un account Facebook, il 75% invece usa o ha usato Instagram. Anche l’informazione corre via web: quasi un giovane su due (il 49%) si informa solo su internet o non si informa del tutto.