di LAURA BERCIOUX
Un giovane deriso perché “grasso” e quindi diverso. Un giovane torturato e violentato dal branco, che ora lotta in ospedale, con l’intestino lacerato (gli hanno asportato il colon). Come è possibile tanta crudeltà? “Il problema è innanzitutto di carattere culturale – spiega, nell’intervista a Il Sud On Line il prof. Lello Savonardo, docente di Comunicazione e culture giovanili e coordinatore dell’Osservatorio Giovani dell’Università degli studi di Napoli Federico II – Emerge in modo significativo l’assenza di riferimenti e modelli valoriali ispirati al rispetto dell’altro da sé, del diverso. E ciò che più sembra grave è che questo vuoto culturale, non riguarda semplicemente le nuove generazioni, ma anche gli adulti, i genitori che tendono a giustificare atti così gravi, classificandoli come “scherzo o gioco”. La socializzazione primaria, che avviene nel nucleo familiare, e la socializzazione secondaria che riguarda la scuola, sono determinanti nella formazione delle nuove generazioni. Non è solo un problema di disagio economico o sociale, è necessario investire nella cultura e nell’istruzione, favorendo occasioni di scambio culturale e sociale, coinvolgendo in tali processi anche gli adulti, oltre che i giovani. I genitori hanno una responsabilità rilevante nella trasmissione di valori e modelli culturali, che devono essere incentrati sul rispetto e la tolleranza, sulla solidarietà e la condivisione.
Lei è molto attento alle problematiche giovanili, le cronache degli ultimi mesi hanno un comune denominatore: violenza. Davide, Ciro. Un vuoto sociale, perché?
“Io credo che bisogna smettere di porre l’accento sulle nuove generazioni solo e unicamente quando avviene una tragedia. I giovani sono una priorità del paese, oltre che una straordinaria risorsa, e lo devono essere in ogni occasione. Le politiche pubbliche si devono preoccupare di prevenire situazioni come quelle di questi giorni, investendo sulla formazione, sulla cultura e sull’istruzione. Non solo con la cultura “si mangia” – contrariamente a quello che qualcuno stupidamente ha detto – perché produce economia e sviluppo, ma essa nutre, oltre che la conoscenza, le coscienze critiche di intere generazioni. L’ignoranza genera intolleranza e alimenta l’aggressività che è chiaramente uno dei risultati più eclatanti dei disagi crescenti che l’aumento della disoccupazione giovanile e la crisi economica sta generando. Allora investire sui giovani e considerarli una risorsa anziché un problema è la strategia più efficace per prevenire gli episodi drammatici che sempre di più caratterizzano l’universo giovanili”.