A Torre Annunziata, nel Napoletano, imponevano il ‘pizzo’ a imprese, commercianti, centri medici e avevano accordi con altri clan per la spartizione del territorio. Questa notte i carabinieri hanno dato esecuzione a un decreto di fermo d’indiziato di delitto disposto d’urgenza dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli a carico di 12 affiliati al clan Gionta ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione e di detenzione e porto illecito di armi aggravati da finalita’ mafiose.
L’indagine riguarda le attivita’ di capi e affiliati della cosca, storicamente egemone nel controllo degli affari illeciti nel territorio di Torre Annunziata. I militari dell’Arma hanno ricostruito l’attuale organigramma del clan, accertando che l’attuale reggenza e’ ancora rappresentata da esponenti della ‘vecchia guardia’, indicati dagli altri affiliati come “i due boss che abbiamo adesso”. Documentata una diffusa e sistematica attivita’ estorsiva nell’area con decine di attivita’ estorsive a imprese, esercizi commerciali, societa’ di ormeggi e centri medici, ai quali il pizzo veniva imposto mensilmente in base alla capacita’ economica piu’ in occasione delle tre principali festivita’ dell’anno.
Certificati patti criminali per la spartizione del territorio e delle imprese da sottoporre a pizzo con i gruppi camorristici Gallo-Cavalieri e i Limelli-Vangone.