La Presidenza nazionale della Cna (Confederazione nazionale Artigianato) ha firmato ieri l’adesione alla petizione mondiale #PizzaUnesco, presso la sede di Eccellenze Campane, il Polo agroalimentare di Napoli.

Dopo il saluto di benvenuto di Paolo Scudieri, Presidente di Eccellenze Campane, e l’introduzione di Enrico Panini, Assessore alle Attività produttive del Comune di Napoli, di Pier Luigi Petrillo, Consigliere giuridico del Ministro alle Politiche agricole, e di Antimo Cesaro, sottosegretario del Ministero dei Beni Culturali, sono intervenuti Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde – promotore della campagna #PizzaUnesco, Gennarino Masiello, Presidente Coldiretti Campania, Giuseppe Oliviero, vice Presidente nazionale Cna, Rocco Cristiano Pozzulo, Presidente nazionale Federazione italiana cuochi, Sergio Miccù, Presidente Associazione pizzaioli napoletani, Antonio Pace, Presidente Associazione verace pizza napoletana, Franco Manna, Fondatore e Presidente di Rossopomodoro, Antimo Caputo, Amministratore delegato Antico Molino Caputo. Ha moderato i lavori il giornalista Luciano Pignataro.

L’adesione alla petizione mondiale per il riconoscimento dell’arte dei pizzaioli napoletani come patrimonio immateriale dell’umanità significa sostenere un valore autentico dell’artigianato italiano diventato patrimonio universale. La pizza napoletana, infatti, è l’unico tipo di pizza italiana, dal 4 febbraio 2010, ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita della Comunità Europea.

Il riconoscimento da parte dell’Unesco, inoltre, proteggerebbe in tutto il mondo la pizza. Sarebbe utile a combattere la contraffazione e l’agro pirateria a favore delle produzioni italiane di qualità, segno distintivo delle imprese artigiane, e a tutela del consumatore, a cui devono essere garantiti sempre prodotti genuini, provenienti dall’agricoltura italiana.

La storia della petizione

La petizione per inserire l’Arte dei pizzaioli napoletani nel ristretto novero del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità presso l’Unesco fu avanzata ufficialmente il 26 marzo 2011 con la presentazione del dossier di candidatura al segretariato di Parigi. Una richiesta che si collega all’ingresso della dieta mediterranea nello stesso pantheon ideale.

Promossa dalla Fondazione Univerde, presieduta dall’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, e dall’Associazione pizzaioli napoletani.

– Dal 2012 l’Unesco ha cambiato procedura e ha chiesto ai singoli Paesi di segnalare un solo dossier all’anno per il Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

– Il 26 marzo 2015 la Commissione nazionale italiana per l’Unesco ha deciso di candidare l’antica arte dei pizzaioli napoletani all’ingresso nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

– La candidatura da parte della Commissione nazionale è il primo passo di un negoziato planetario che coinvolgerà gli oltre 160 Stati membri dell’Unesco.

I numeri della pizza:

– 200mila addetti, due miliardi di pizze realizzate in un anno

– 51.500 esercizi di cui

– 13mila pizzerie al taglio

– 14mila pizzerie con servizio al tavolo

– 12.500 ristoranti/pizzerie e bar/pizzerie

– 13mila tra panetteria, rosticcerie e gastronomie

– La catena del freddo per le pizze surgelate occupa circa 200mila addetti

– Ogni giorno questo sistema genera 8 milioni di pezzi, vale a dire 192 milioni al mese, 2,3 miliardi l’anno, numeri che lo rendono tra i comparti più attivi dell’economia italiana