Con il decreto Istruzione, convertito in legge nei giorni scorsi, è stato cancellato il divieto di utilizzo della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici, introdotto a giugno con il decreto Iva-Lavoro. In virtù dell’emendamento “4.25” presentato dal presidente della commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan (Pdl) – solo in Italia faccende come questa ‘passano’ dal settore Cultura anzichè Salute – e approvato dai deputati il 23 ottobre scorso, è stata stralciata l’ultima parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge Sirchia, con la quale erano state applicate alle sigarette elettroniche le norme “in materia di tutela della salute dei non fumatori” previste per i tabacchi. Non fumatori che ovviamente non ringraziano. Perchè a chi è contro il fumo anche una e-cig può ben dare fastidio.
Sigaretta elettronica, ora si può "fumare" anche nei luoghi pubblici: cancellato il divieto
L’emendamento Galan rende così di nuovo possibile ‘svapare’ la ‘bionda elettronica’ anche laddove permane invece il divieto per le sigarette tradizionali: uffici, ristoranti, cinema, mezzi pubblici e bar. L’e-cig rimane invece vietata nelle scuole, in virtù della norma introdotta dallo stesso decreto Istruzione. “Ho recepito – ha spiegato all’Ansa il presidente della Commissione Cultura della Camera – l’appello proveniente da una nuova filiera produttiva, per altro in forte espansione, massacrata da tassazione e da pesanti divieti di utilizzo e pubblicità a causa di un intervento normativo improvviso e forse poco approfondito”. Sin qui è economia. Per la salute si vedrà .
Ma la sigaretta elettronica ha ricadute anche sulla dipendenza da sigaretta normale? Sì, se usata per almeno un anno – afferma uno studio dell’università di Ginevra pubblicato dalla rivista Addictive Behaviors. Lo studio si basa su circa 400 fumatori che hanno compilato un questionario via web.
Tra quelli che avevano già smesso di fumare a favore delle sigarette elettroniche il 6 per cento è tornato al tabacco dopo un mese.Tra quelli invece che usavano entrambi i tipi di sigarette il 22 per cento ha smesso con il tabacco dopo un mese e il 46 per cento dopo un anno. La media di sigarette fumate all’inizio dello studio era 11,3 al giorno, e dopo un anno è scesa a 6. Numeri promettenti. Un indizio, non una prova. “Questo sembra suggerire che le sigarette elettroniche siano d’aiuto per smettere – spiegano gli autori della ricerca – anche se i risultati vanno confermati su un numero più alto di soggetti”. Intanto la sigaretta elettronica torna nei luoghi pubblici. Non tutti ne saranno contenti.