Nel gennaio scorso il commissario dello Stato Carmelo Aronica aveva impugnato 33 articoli dei 50 che componevano la finanziaria approvata dall’Assemblea regionale siciliana. Il governatore siciliano, Rosario Crocetta, aveva allora commentato: “evidentemente in questa Regione non si può spendere, non si può pensare di finanziare le leggi, lo sviluppo. Si deve sempre e solo tagliare. Questa è la morte della politica”. Dopo mesi di accordi con Roma per una finanziaria-bis (oggi cancellata a causa del decreto Renzi in cui si chiedono ulteriori tagli alla Sicilia), Crocetta e l’assessore all’Economia Roberto Agnello hanno approntato una mini-manovra riparatrice da circa 136 milioni di euro.
Somme utili a pagare gli stipendi di tanti siciliani, ma solo fino a giugno. Crocetta chiede che tutti i deputati approvino il nuovo ddl, ma appena ieri in conferenza stampa aveva detto che la finanziaria-bis, quella cestinata, era pronta e si sarebbe potuta approvare in un paio d’ore. La manovrina-cash sarà comunque utile a placare la piazza, i lavoratori che potrebbero protestare per il mancato pagamento dello stipendio. Eventualità che il governo siciliano, a poche settimane dalle elezioni europee, vuole evitare in tutti i modi.