Sì definitivo alla manovra, con grande soddisfazione del premier Giuseppe Conte. “Evitato un commissariamento di 5-7 anni” commenta il ministrodell’Economia  Giovanni Tria. Ma da Bruxelles Moscovici avverte: “Vigileremo”. Tra le misure maxi privatizzazioni e spinta alle partite Iva. La manovra 2019 ammonta a 32 miliardi e si basa su stime di crescita del Pil 2019 dell’1%, nel 2020 dell’1,1% e dell’1% nel 2021. Secondo il governo, l’incidenza sulla crescita economica della manovra sarà dello 0,4% del Pil nel 2019. Per la scuola tagli per oltre 4 miliardi nel triennio, a partire dal 2020: nessuna assunzione per il prossimo anno, se non duemila posti per il tempo pieno alla primaria, 400 docenti nei licei musicali e 290 educatori. Ma la polemica scoppia in particolare sul sostegno, la parte più fragile degli alunni: qui la sforbiciata è di oltre un miliardo. E’ su questo terreno che si consuma lo scontro più acceso tra M5s e Pd, mentre i sindacati annunciano una mobilitazione a gennaio: “La scuola è fortemente penalizzata”. E il direttore di Confindustria Marcella Panucci giudica la manovra “un’occasione mancata per dare centralità a Sud e lavoro”.