Bomba nel metrò di San Pietroburgo: almeno 11 i morti e decine di feriti. «Un forte boato, poi il buio». Per gli inquirenti si tratta di un attentato terroristico. La polizia: “Il suicida è un 23enne caucasico di un gruppo islamista radicale”. Trovato anche un ordigno inesploso. In quelle ore c’era in città il leader russo Vladimir Putin. Dopo aver puntato su un uomo con barba e zucchetto islamico ripreso dalle telecamere di sicurezza all’interno e all’esterno della metropolitana di San Pietroburgo, ora gli inquirenti sono convinti che l’autore dell’attentato di ieri sarebbe un giovane votato al suicidio: secondoFontanka, il portale di San Pietroburgo, sarebbe stato Il 22enne Maxim Arishev, originario del Kazakistan, ad aver portato sul vagone della linea blu una bomba con trecento grammi di esplosivo, bulloni, chiodi e altri pezzi di ferro destinati a fare più vittime possibili. Poco prima avrebbe lasciato un altro ordigno (inesploso) alla stazione di Ploshchad Vosstaniya. E’ il prezzo che l’Isis e le sue frange cecene vogliono far pagare alla Russia per la Siria? O è un ritorno tutto interno di rivolta caucasica? Qualunque sia stata la matrice dell’attacco alla metropolitana di Pietroburgo, gli autori hanno colpito la Russia in un momento terribilmente delicato. Con il Cremlino ancora stordito dal clamoroso risveglio delle proteste, andato in scena il 26 marzo scorso sull’intero palcoscenico nazionale. Mario Giro, viceministro agli Affari Esteri, spiega che il Cremlino è decisivo nella lotta alla jihad: «Per ora non esistono elementi perpoterfare ipotesi precise. In ogni caso, credo che sia probabile che ci troviamo di fronte alla solita questione: quella dei militanti jihadisti, soprattutto ceceni, che sono partiti per combattere con l’Isis in Siria e che ora stanno tornando».