Il cuore dell’attività era tra Piazza San Giovanni e Villa Margherita, a Ragusa, dove chi cercava droga sapeva di trovare i pusher. Gli stessi che in estate si spostavano verso Marina di Ragusa, perché più popolata e più redditizia. Cani sciolti, siciliani e stranieri, disposti a consegnare cocaina, hashish e marijuana anche a domicilio.
E quando i soldi non bastavano, avrebbero accettato ogni becera forma di baratto, compreso il favore sessuale di ragazze disposte a tutto pur di avere la dose. Un anno di indagini della polizia con appostamenti, intercettazioni e filmati, per riprendere gli scambi. Coinvolti anche minorenni. Alcuni, da acquirenti si trasformavano in spacciatori, per ricavare qualche soldo da pochi grammi messi da parte. Per poi giocare al rialzo. Dodici gli arrestati, tra questi due giovanissimi: sono stati collocati in una comunità di recupero. Mentre per altre due, un gambiano e un tunisino, è scattato il divieto di dimora a Ragusa.
I personaggi ritenuti più di spicco dagli inquirenti sono due coppie di fratelli, gli Aiello di Catania e gli albanesi Maloku. Non apparterrebbero, però, ad alcuna organizzazione. Anzi tra loro sarebbe stata agguerrita la concorrenza: il maggiore degli Aiello, Giuseppe, era già stato arrestato per aver rapinato un anziana signora, caduta subito lo scippo e poi morta a seguito delle ferite riportate.