Non c’è limite all’ingiustizia. Anzi. Un limite c’è ed è forse nel paradosso. Succede quando, ad esempio, si scopre che il capo mandamento di Brancaccio, Giuseppe Graviano, uno dei boss di primo piano nella complessa geografia della criminalità, riesce ad ottenere dalla Rai un risarcimento per danno di immagine: 8 mila euro ai quali vanno aggiunti i 3mila euro per le spese legali. La decisione è stata presa dalla prima sezione civile del tribunale di Roma accogliendo il ricorso del boss stragista che si è costituito in giudizio attraverso gli avvocati Francesco Vinci e Federico Vianelli.
All’origine della decisione del giudici, il rifiuto di Graviano di farsi riprendere dalle telecamere della Rai durante un processo
di Corte d’Assise. Il consenso di imputati e testi è imposto dalla legge. Nonostante il boss avesse detto no, gli operatori effettuarono le riprese. Le immagini finirono In rete e Graviano decise di intraprendere le vie legali. Il presidente del collegio che celebrava il processo ha ribadito che Graviano non aveva prestato il consenso. La Rai dovrà anche pagare 3mila euro di spese legali. Un bel risultato. Soprattutto se si pensa che molte vittime della mafia non solo non hanno ottenuto giustizia ma i loro familiari non hanno ottenuto dallo Stato neanche un euro di indennizzo. In compenso, ci pensa la Rai a risarcire i boss…